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lunedì 30 novembre 2009

La Svizzera dice NO alla costruzione dei minareti




La notizia è rimbalzata in tutto il mondo da quando il partito della destra svizzera ha provocatoriamente lanciato, ottenendo il numero legale di firme necessarie, un referendum sulla proibizione della costruzione dei minareti, referendum tenutosi insieme ad un altro sulla proibizione dell'esportazione di armi. In altre parole sarebbe bastato disertare il referendum per lasciare le cose come stavano.
Il risultato è stato che circa il 60% di un alto numero di votanti ha detto NO alla costruzione di altri minareti, mentre ha votato sì all'esportazione di armi.
Subito piogge di polemiche che sono spuntate anche in Italia, manco a dirlo fra questi il già citato Fini che in sostanza si dice alla fine preoccupato per il futuro dell'Italia, in quanto il numero di immigrati aumenterà.

Semplicemente si può ben rispondere che non è detto, basta limitare i flussi migratori ed espellere i clandestini come fanno tutti gli stati.

Il punto nodale però della questione è un altro. Cosa significa questo voto ?
Innazitutto è doveroso sottolineare come la Svizzera oggi ci dia a tutti lezioni di democrazia, non avendo paura di chiedere al popolo come indirizzarsi. Ed il popolo risponde quando glielo si chiede.
Perchè l'Unione Europea ha paura di pubblicare sondaggi, statistiche e indirre Referendum sul suo operato ?? Ovvio perchè vuole imporsi contro il già conosciuto risultato della volontà popolare che già a suo tempo bocciò il progetto dell'Unione Europea ossia la Costituzione Europea poi ratificata sotto banco in totale sfregio della volontà popolare come Trattato di Lisbona.
La risposta svizzera è la risposta di un forte disagio sociale dei cittadini Europei contro ciò che alcuni hanno definito colonizzazione islamica. A ben vedere in effetti guardando al disagio sentito in varie città Europee come il caso Bruxelles di cui si è parlato nell'articolo precedente, il voto contro il minareto diviene più comprensibile in quest'ottica. Molti dei promotori del no ai minareti, ( si alla loro abolizione secondo il referendum ), sostengono e neppure tanto a torto che è cmq un simbolo culturale e politico molto forte, del tutto estraneo alla loro cultura e che fra l'altro non c'entra molto neppure con la loro architettura e paesaggistica.
Per altro i minareti in Svizzera non hanno funzione attiva se non decorativa e forse anche per questo di qualche centinaio di Moschee solo 4 ne hanno uno modesto.

Ma cos'è un minareto oltre ad essere un chiaro simbolo della presenza religiosa e politica Islamica ?? Il primo minareto viene eretto sulle rovine di Costantinopoli come simbolo di conquista e controllo politico. In seguito pur continuando a rappresentare politicamente il dominio islamico, diviene anche un mezzo con il quale l'imam o suo relativo canta le preghiere islamiche ricordando l'ora della preghiera. In effetti in parole povere ha grossomodo la funzione di un campanile che in epoca medioevale scandiva il passare del tempo, oltre che delle preghiere e delle messe e ancora oggi i campanili hanno orologi e suonano ogni 15 minuti in genere.
All'epoca però il campanile per questo era anche un simbolo di gestione e controllo politico della Chiesa sulla vita dei cittadini che grazie al campanile scandiva il tempo e alla fine con Cattedrali e Chiese anche il tempo dei raccolti.

Quanti campanili avete visto e sentito suonare nelle nazioni arabe musulmane ???
In alcuni stati arabi è vero ci sono chiese, ma non si sentono suonare campane cristiane. Nell'Iran del regime islamico i missionari cristiani vengono anche arrestati se predicano pubblicamente. Chi non segue la Sharia o non vuole seguirla è perseguito o anche arrestato, specialmente le donne che il più delle volte sono discriminate, basti pensare a quanto accaduto anche qui in Italia... e le giornaliste che in Iran o Arabia Saudita ecc. sono costrette ad indossare il velo significherà pure qualcosa...
Certo è una questione più culturale che religiosa quella della discriminazione delle donne nelle comunità islamiche, specie quando non vogliono seguire la Sharia, ma tant'è.

Tornando però alla questione campanile, quanti ce ne sono e che magari suonano messa a Teheran o a La Mecca ?
Non sarebbe forse il caso quindi che certe persone guardino la trave nel proprio ccchio prima ?

Ma poi siamo al ridicolo. L'UE per bocca dei vari commissariucoli e burocrati vari di turno in sostanza si dice allarmata dal voto Svizzero e lancia accuse di xenofobia, inaugurando l'inasprimento dell'isolamento della Svizzera.
Quando abbiamo già sentito la stessa cantilena ??
Sembra qualcosa di già visto vero ? Ve lo ricordo io, fu durante le critiche di Jorg Haider al sistema finanziario Europeo, rivendicando l'indipendenza Austriaca nei confronti dell'UE.
Jorg Haider era l'unico vero grande politico Europeo all'epoca che poteva mettere in discussione il ruolo dell'UE.
Fu accusato di xenofobia, anche se non era vero e non c'entrava nulla. L'UE usò allora come oggi, tecniche di propaganda sovietica, ne disse di tutti i colori. Oggi nell'epoca post crack finanziario globale, non possiamo che esprimere enorme empatia per le parole di Haider che si basavano sulla più avanzata tradizione di studi economici del mondo, la scuola economica Austriaca.

Oggi accade lo stesso, la Svizzera è piuttosto ai ferri corti con l'Unione Europea che dal suo canto fa di tutto per distruggere l'economia Svizzera come già fatto con Irlanda e Islanda per forzarla ad entrare nell' abbraccio mortale dell'Euro.. dominio. Ecco quindi la vera origine della propaganda anti-Svizzera dell'Unione Europea.
Per altro le tensioni sociali hanno ben altra matrice come spiegato molto bene nell'articolo precedente in relazioni alla promozione di politiche intolleranti da parte della concessione del voto a immigrati non integrati e intolleranti che li votano, situazione di cui voleva avvantaggiarsi Hadel Smith in Italia e quelli come lui, come dicevamo nell'articolo precedente..

Il miglior commento cmq lo esprime oggi il ministro Maroni che in sostanza osserva che quando non si vuole ascoltare la volontà del popolo, poi non ci si dovrebbe stupire di certe sorprese.
Questo referendum in pratica è l'unico modo in cui il popolo ha potuto esprimere il suo disagio e lo ha fatto in modo forte, deciso ed eclatante. Un monito per l'UE che il suo tempo sta per scadere, se continuerà a fregarsene della volontà popolare e della democrazia liberale.