Debito Pubblico Italiano

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sabato 31 dicembre 2011

Ronald Reagan - We Must Fight


Ronald Reagan risponde agli isolazionisti e non interventisti come Ron Paul e ai pacifisti

C'è chi crede che dovremo indietreggiare a fronte dello scioglimento dell'Euro o del ritorno al protezionismo seppure in forma moderata, che dovremo indietreggiare e ritirarci di fronte l'espansione cinese che acquisisce sempre più risorse del pianeta, dovremo ritirarci di fronte l'espansione araba e islamica fondamentalista, che dovremo ritirarci di fronte l'ascesa delle economie emergenti, Ron Paul purtroppo arriva a dire che dovremo ritirare i nostri assetti dal resto del mondo, l'America dovrebbe farlo secondo lui. Ron potrebbe essere anche un buon consigliere economico repubblicano, persino un buon ministro dell'economia, ma un pessimo presidente.
Noi crediamo come Bush che “nel mondo del 21° secolo non puoi disinteressarti di quello che accade nel mondo, poiché ciò che accade nel mondo tocca anche la nostra sicurezza nazionale”.
A Ron Paul, ai comunisti e liberalisti e a coloro che credono che nel nome della pace dovremo ritirarci e arrenderci di fronte l'aggressiva espansione di nazioni come la Cina e la Korea del Nord comuniste o il regime dell'Iran e relativi regimi fondamentalisti o i capricci di Mosca e così via, ci piace rispondergli come rispose Ronald Reagan:


2011-2012: manovra Monti e guerra finanziaria globale.



In questi giorni leggo di molte critiche sul governo Monti, sulla recessione e così via. Chi ci segue sa che la recessione è prevista da tempo come anche su queste pagine è stato fatto e rimandiamo sempre all'articolo Italcrack, citazioni incluse, per capire il perchè di fondo della cosa.


Sul governo Monti se ne potrebbe discutere a lungo, senza bisogno di essere tacciati per socialisti e capire che c'è davvero poco che un governo possa fare nel cercare di evitare o quantomeno contenere il più possibile la recessione dell'Italia in questo momento. Come spiegato nella nostra approfondita analisi dell'articolo Italcrack, come ti muovi fai danno.


C'è quindi molta bassa propaganda nell'accollare la cosa alla manovra Monti e a volte devo dire vero e proprio terrorismo mediatico, come quello riguardante l'ultima asta dei bot di qualche giorno fa. E' vero che tempo fa erano scambiati anche al 10%, ma parliamo degli ultimi giorni di Berlusconi dove neppure gli acquisti della BCE erano serviti a far calare spread e interessi. In questi giorni invece sono stati venduti intorno al 3-4%, in calo da circa il 6-7%. Bisogna capire che c'è molta volatilità sui mercati, ma nel concreto l'asta è andata a buon fine e alla fine è questo quello che conta realmente !


Inoltre è logico che ci sia maggiore tensione sui titoli a breve termine, in quanto pur andando in default l'Italia non è certo una nazione del terzo mondo e ha molto da offrire a partire dalla sua posizione geografica anelata nei secoli praticamente da tutti. Mentre scriviamo fondi di investimento arabi e indiani, ma anche americani, stanno facendo affari d'oro. Anche per l'Italia si parla di aziende quotate al 20-30% del loro valore reale. L'Italia è una terra ricca di molte risorse ed ambita dagli investitori. Le liberalizzazione insieme al contenimento del debito e in seguito della spesa, apriranno un fiume di investimenti nel nostro paese.


Non c'è quindi che attendere le liberalizzazioni che porteranno tagli alla spesa in modo graduale e sostenibile, condividendo nel merito le idee del governo Monti. E' vero, il default non durerebbe a lungo in Italia per le ragioni che abbiamo espresso in merito le risorse intrinseche dell'Italia, ma a causa dell'attuale economia socialista italiana farebbe molto danno un taglio improvviso della spesa pubblica. Meglio andare per gradi ed evitare uno schock sistemico come sta cercando di fare Monti se i parlamentari glielo permettono.


Ci piace inoltre ricordare come la Cina con il mare di liquidità che si ritrova può sparare delle vere e proprie bordate monetarie contro altre nazioni e affossare i listini europei con uno schiocco di dita. E ha tutto l'interesse nel farlo. Una nota tecnica di guerra finanziaria consiste nel comprare quantità rilevanti di un titolo, possibilmente tramite società off-shore situate in varie parti del mondo per poi vendere la quota in modo massivo diffondendo voci negative che portino anche altri venditori a vendere tutto. In seguito chi ha fatto partire il tutto passa a riacquistare tutto a prezzi stracciati, acquisendo anche le quote degli altri investitori e penetrando ossia scalando così l'economia di quella società o stato.


L'apertura incondizionata dei mercati anche a nazioni geopoliticamente ostili come la Cina ad esempio, ci rende particolarmente soggetti a questi tipi di attacchi finanziari, in un periodo di contrazione economica dovuta agli sbilanciamenti strutturali e commerciali, che nel concreto hanno portato una riduzione sufficiente della liquidità della nostra economia tale da renderci vulnerabili a questi tipo di attacchi finanziari. 


L'ulteriore apertura incondizionata dei mercati del Forex per la speculazione monetaria sui cambi, ha sottoposto le fluttuazioni monetarie a particolari ondate di attacchi speculativi protezionistici volti a far levitare una moneta estera per danneggiare il loro export e favorire il proprio.
Riteniamo questa pratica assai pericolosa e dai risultati a volte poco gestibili come vediamo e ribadiamo che una sana politica protezionistica alla "vecchia" maniera con dazi e quote ad apertura progressiva e graduale a seconda della parità di livello economico fra nazioni diverse, sarebbe di gran lunga più salutare ed efficiente anche e soprattutto nell'attuale contesto globale. Non a caso per sopprimere questo problema si pensa ad una moneta globale. Curioso che l'idea venga anche da chi ha creato il problema... Ad ogni modo chi scrive è tendenzialmente favorevole, dapprima ad un cambio Euro-dollaro 1 a 1 e in seguito eventualmente la creazione di una moneta Euro-Americana concretizzando il consolidamento del blocco "Occidentale". Se ci riflettiamo in fondo anche nel passato quando ci si scambiavano monete d'oro o d'argento, si scambiava de facto una forma monetaria globalmente accettata con maggiore stabilità dei flussi economici. Consolidamento sempre più necessario nel contesto di guerra fredda crescente con la Cina che sempre più spesso minaccia di guerra gli Stati Uniti, ora per le tensioni petrolifere nel mar giallo, ora per i giacimenti di petrolio del Giappone, ora per il Pakistan, Iran e così via. La Cina sta acquisendo tutte le risorse globali, ne parlavamo tempo fa poco prima dello scoppio della guerra Libica e a ridosso di quel conflitto.


C'è da dire che gli euroburocrati per non parlare dei capi di governo come frau Merkel, sono stati piuttosto goffi nell'affrontare la crisi, adottando persino misure che hanno allarmato e allontanato maggiormente gli investitori dall'Eurozona, esponendola e indebolendola ancora di più di fronte le bordate monetarie che ci sparano in questo momento. In effetti sotto questo punto di vista l'emissione di moneta da parte della banca centrale potrebbe effettivamente tagliare le ondate generate da tali attacchi.


La questione ultima è però il livello di ricchezza economica, lo sbilanciamento commerciale e l'emorragia di risorse che ci rende così vulnerabili peraltro, per non parlare dell'impoverimento progressivo del tessuto economico. Se da un lato quindi l'emissione di moneta e di liquidità può essere un tampone momentaneo durante una crisi di liquidità sistemica, l'emorragia va sanata intervenendo sulla bilancia commerciale e sul rilancio della produttività. In quest'ottica infatti anche Paul Krugman è dell'idea di un ritorno ad una politica protezionistica moderata per sostenere la crescita economica, evitando e riallineando l'economica di fronte i forti squilibri. Tanto Krugman tanto economisti per niente Keynesiani e politici di spicco dell'ala Repubblicana costituzionalista come Dennis Kucinick, il colonnello Alan West, il virtuoso autore Pat Buchanan e sotto alcuni aspetti persino Ron Paul, sono per un ritorno al protezionismo moderato, tanto più che quello che c'è non è libero mercato, ma corporativismo e concorrenza sleale.

lunedì 12 dicembre 2011

Italia libera ?


Decreto Salva-Italia e liberalizzazioni


I dubbi su Monti per chi è scettico sulle politiche promosse dalla Trilaterale e dal Bilderberg di cui Monti è stato esimio esponente, nonché presidente della Trilaterale in Europa, sono legittimi. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere alcuni meriti, a partire dal tentativo di commissariare una classe politica inetta e incapace. Inoltre le competenze di Monti sono indubbie così come l'oggettiva difficoltà di qualunque azione di governo.
Con questa classe politica che pensa molto più a se stessa e ai propri vitalizi e privilegi la cosa risulta ancora più complessa... inoltre sosteniamo con forza che questo tipo di governo non è l'eccezione, ma la regola di come dovrebbe essere un governo ossia composto da persone competenti nei rispettivi ruoli e non showgirl o maneggioni con poca cognizione concreta.

Ciò premesso, da un punto di vista tecnico qualunque direzione prenda il governo è spinosa, come del resto evidenziavamo in una lunga analisi sulla situazione italiana prevedendo quanto sta de facto accadendo e che invitiamo caldamente a leggere:


La tassazione eccessiva rischia di mandare in recessione il paese a seguito di un aumento ulteriore delle tasse, così come un taglio della spesa da cui purtroppo dipende non solo la tenuta sociale, ma anche parte importante dell'economia del paese, incentivi, fondi, clientele ecc. ecc. il tutto a fronte di un crollo degli introiti fiscali a causa della delocalizzazione, licenziamenti ecc.

La manovra di Monti interviene con alcuni aumenti fiscali, ma anche con un coraggioso taglio alla politica e importanti misure a sostegno della crescita come il rinnovo del fondo di garanzia su cui davvero ci si stava perdendo le speranze, fondo fondamentale in particolare per le aziende di start-up, ma non solo e il rilancio dell'Istituto di Commercio Estero purché funzioni davvero. Inoltre anche una coraggiosa iniziativa per una vera liberalizzazione dell'economia italiana che si scontra con la resistenze delle oligarchie clientelari.
Restano i dubbi sul perpetuarsi di politiche globaliste che in ultima analisi hanno provocato la crisi economica globale, ma si può anche evidenziare un coraggioso inizio per rilanciare il paese.
Nelle casse dello stato vi erano circa 20miliardi di Euro e a febbraio bisogna emettere nuovi bot e pagare gli interessi di quelli già emessi, circa 100miliardi di euro. La manovra Monti diviene quindi cruciale per riguadagnare la fiducia di chi ci deve prestare soldi e dimostrare che siamo in grado di ripagare gli interessi. Con l'economia italiana fortemente dipendente dalla spesa pubblica in modo davvero eccessivo, un default potrebbe impattare in modo violento sulla tenuta sociale del paese anche se da sempre chi scrive è persuaso che persino in questo caso, la cosa sarebbe di breve durata in quanto la terra di Michelangelo e Botticelli, l'Italia al centro del Mediterraneo dai prodotti tipici invidiati e demandati in tutto il mondo è da sempre oggetto di investitori e interessi. Produzioni che sono tuttavia da proteggere così come il nostro mercato ed economia, pur muovendosi all'interno di un contesto globale.
In coda all'articolo un link di approfondimento con la risposta di Monti

Sul fronte Europeo continuano le difficoltà dell'intera Eurozona con pressione crescente anche alla Germania che sostiene la sua forte spesa pubblica e sociale grazie alla colonizzazione del'Euro e alle esportazioni nel continente; sebbene si sia attivata per aumentare l'export extra UE verso America e Cina, il suo maggior export è ancora verso l'Europa.
Tutta via il calo dell'Euro come da tempo diciamo anche noi, favorisce l'export dei paesi Europei e persino la Germania ha un incremento del 12%.

Tornando alla politica di certo gli sprechi della politica Europea sono insopportabili, quelli italiani sono proprio osceni.
Basti pensare che ad una stima bonaria di circa 2mila euro al mese per auto blu, sono almeno 500mila le auto blu in Italia, in tutti gli USA 70mila; spendiamo non meno di 12miliardi di Euro solo per portarli in giro, senza contare i vitalizi, i privilegi, gli sconti e i lauti stipendi che dovrebbero includere tutto ciò, e ovviamente i costi per le relative clientele, ovviamente spesso improduttive come da tradizione italiana degli ultimi decenni.
Ecco che abbiamo una fetta importante del paese, senza distinzioni geografiche, che vive sulle spalle di chi produce. Sistema insostenibile, gli Italiani si sentono presi in giro e gridano sempre più la loro rabbia verso una classe politica incapace e indecente.

Bersani dirà che in questi giorni i parlamentari hanno paura, vengono insultati e che questa atmosfera deve finire. Noi invece rispondiamo che Quando un popolo teme il suo governo allora hai tirannia. Quando un governo teme il suo popolo allora hai libertá.”

Thomas Jefferson


Links:







martedì 8 novembre 2011

News Allert: Spread Italia a quota 500

Lo Spread sfonda quota 500 nella giornata di oggi con il tasso di interesse sul debito intorno il 6.7% , l'italia sull'orlo del fallimento si configura come Grecia e Portogallo. Al 7% non sarà più in grado di ripagare gli interessi sul debito e dovrà iniziare a dilazionare i pagamenti, fra il 7% e l'8% l'Italia può considerarsi in default a serio rischio di avvitamento nella spirale del debito, stile Argentina.
Leggera diminuzione della pressione sui titoli ieri sul rincorrersi delle voci di dimissioni del Premier Berlusconi. Volente o nolente i creditori dell'Italia sfiduciano l'ormai instabile governo Berlusconi, prima ancora dell'economia Italiana. L'eccessivo indebitamento pesa sulle decisioni di qualsiasi governo.
Al momento prendiamo atto di come le dinamiche di mercato seguono la via tracciata dalle precedenti analisi qui fatte:

http://indipendenzaitaliana.blogspot.com/2011/05/italcrack-litalia-sul-sentiero-della.html


Una crisi quindi economica, seguita da una crisi politica come conseguenza del non aver saputo fornire soluzioni alla prima.
Rialzi nelle borse Europee, ma sempre molta volatilità. Investitori pronti a lasciare la zona Euro, aumenta la pressione sui titoli della Francia e del comparto bancario. La UE chiede aumenti di capitali alle banche ma oramai è tardi, si può solo cercare di mettere delle pezze al danno le cui crepe e debolezze strutturali il sottoscritto segnalava già 3 anni fa quando gli Euroburocrati dicevano che erano solidissime. Fra le Italiane pesa Unicredit che ha accumulato vistose perdite e che necessita di più di 7miliardi di Euro per ricapitalizzare, anche se oggi chiude con un leggero rialzo di rimbalzo a +1,71%.
Continuiamo a seguire la cronaca finanziaria, fra qualche giorno tireremo le conclusioni e ne faremo un' ulteriore analisi.

Links di approfondimento:
http://www.wallstreetitalia.com/article/1254150/mercati-ue/milano-frena-dopo-il-voto-spread-supera-500-punti.aspx
 

martedì 25 ottobre 2011

E' morta l'Europa, evviva l'Europa !




Nei prossimi 2 o 3 mesi, l'Europa così come la conosciamo potrebbe non esserci più. O l'Eurozona si frammenterà travolta dai debiti, oppure nascerà sempre più un nuovo Superstato Europeo. Proprio nel momento in cui scriviamo, sono in corso riunioni dei ministri degli esteri e dei capi di governo Europei per trovare o meglio porre in atto politiche comuni per affrontare la crisi dell'Eurozona. Perlomeno questa è la versione ufficiale. Nei fatti già da alcuni mesi si discute dell'implementazione del nuovo trattato MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. Passato un po' in sordina come una “semplice” maggiorazione del fondo salva-stati è in realtà qualcosa di assai più complesso che determinerà del tutto la fine dell'autonomia dei parlamenti nazionali.

Il MES prevede in sé varie forme di meccanismi di governo, emissione di fondi e così via, alcune potrebbero persino sembrare positive. E' Composto da un consiglio dei ministri economici degli stati europei con all'interno un osservatore della Banca Centrale Europea. Al di sotto di loro chi ne attua effettivamente le politiche ossia un consiglio di governatori scelto per vie burocratiche con lo stesso un osservatore della BCE. La prima cosa che ci si chiede e che salta agli occhi, è a cosa serva un osservatore della BCE e quale sia effettivamente il suo ruolo........ la seconda è che si tratta chiaramente di una forma di governo assai distante dalle popolazioni e dalla volontà democratica. Ma andiamo per gradi, essenzialmente detto in estrema sintesi, il MES una volta ratificato dai parlamenti nazionali, cosa che avviene oramai per mera formalità, avrà poteri virtualmente illimitati in materia di gestione del bilancio. In altre parole potrà drenare le casse degli stati nazionali ogni qual volta vorrà per salvare le banche, emettere fondi per questo o quest'altro ecc... in altre parole il parlamento nazionale sarà svuotato di un fondamentale cardine del diritto democratico, la votazione in materia di bilancio della spesa nazionale !!!
Tant'è vero che già si parla della nomina di un Ministero del Tesoro Europeo, sempre più distante dalle popolazioni... un ministro del Tesoro Europeo facente capo ad un governo Europeo non eletto e frutto di nomine burocratiche stile epoca Sovietica. Ci meravigliamo che l'Europa sia in crisi ?
Rimandiamo ad ogni modo in coda per alcune fonti di approfondimento.

Sul fronte Greco invece osserviamo l'ostentazione di continuare a tenere la Grecia ancora incatenata all'Euro. Per molto meno in passato si sarebbero dichiarati guerra. Ma perchè tale ostinazione ? A parte il fanatismo social-globalista, va osservato come in effetti il debito Greco sia stato usato a loro volta da Germania e Francia, le loro banche specialmente, per rimetterlo in garanzia sul loro stesso debito. Non si parla quindi solo di investimenti persi, ma di una vera e propria economia del debito, simile alla crisi dell'Est Europa di qualche anno fa, crisi prevedibile peraltro e prevista, il cui costo ovviamente è gravato anche sui nostri conti pubblici per salvare le relative banche come Unicredit per esempio per quanto riguarda l'Italia quando poi vi entrarono pesantemente anche i Libici, e ovviamente i debiti non scompaiono dal giorno al domani per magia, né serve nasconderli sotto il tappeto dell'Euro come fece Prodi, prima o poi tornano e con tutti gli interessi. Va da sé quindi che l'insolvenza Greca, renderebbe nulle le rispettive quantità di Euro di spesa pubblica garantiti dal debito Greco...... perché questo ? Perché le economie delle nazioni Europee erano e sono tutt'ora profondamente diverse, da cui la generazione del debito nel momento in cui si vuole forzare un mercato economico comune, una politica comune, ecc. ecc. Per non parlare poi degli squilibri strutturali nel mercato globale e di cui abbiamo anche noi più volte parlato proprio in merito la Grecia, così come l'Irlanda ecc.

La Germania invece ha incentivato il recupero di competizione grazie alla spesa sociale, sempre più alle stelle, grazie al governo della Merkel oggetto di forti e sempre più numerose critiche da parte di Kholn. Spesa sociale che la Germania può ripagarsi essenzialmente grazie all'export verso l'Europa, per la quale è fondamentale la colonizzazione dell'Euro; con una moneta diversa più conforme all'economia Greca o delle varie nazioni meno forti, sarebbe più difficile farlo causa i prezzi maggiori.
Allora ecco il duo Francia-Germania in procinto di colonizzare il continente, escludendo l'Inghilterra dalle future politiche della UE. Per quanto sia un grande ammiratore della Francia credo che questa volta Sarkozy stia sbagliando e in effetti sondando l'opinione pubblica Francese non è certo questo che vogliono ossia la rinuncia alla propria sovranità e così via.

Bisogna però rivolgere anche un'osservazione. Nonostante lo scetticismo di chi scrive e chi la pensa in un certo modo, si è entrati nel PPE per cercare di migliorare l'Europa dall'interno. Ora sono ovvie due cose, primo che il PPE è un partito socialista, secondo che tale scopo sia fallito e che l'Italia pur avendo il dovere di imparare da quanto hanno conquistato e ottenuto i popoli Europei, è anche ora che l'Italia cambi strada e sappia curarsi di se stessa.
L'Italia dovrebbe considerare seriamente di uscire dall'Euro e ristrutturare il debito e la spesa, proteggendo di più il mercato, soprattutto dalla concorrenza sleale della produzione cinese e dei Brics ( economie emergenti ).
Tanto è chiaro che oggi in Europa per l'Italia non c'è posto per tante ragioni di cui abbiamo parlato.
Secondo inoltre una notizia bomba quantomai allarmante e preoccupante, riportata dal Telegraph Road, nel tentativo disperato di salvare l'Eurozona scontrandosi anche con una volontà popolare contraria crescente a partire dall'Inghilterra con un parlamento spaccato in due e sempre più numerose opposizioni in tutta Europa, per volontà dello stesso presidente del consiglio Europeo Herman Van Rompuy, eletto non si sa bene come, di certo non per voto popolare, si vuole escludere volontariamente l'Inghilterra dalla costituzione forzosa e rapida di una sorta di nuovi Stati Uniti Europei, anche se a detta di chi scrive somiglia molto più all'Unione Sovietica Socialista Europea, attivando così vari punti centrali del Trattato di Lisbona. Tale approvazione è prevista avvenga in modo rapido, e notevoli pressioni ci sono affinché il MES sia già in vigore entro Dicembre 2011, magari con un nuovo ministro del Tesoro Europeo.


E' in questo contesto che vanno quindi collocate le recenti parole di Berlusconi nell'affermare che:

Nessuno nell'Unione può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner”.

C'è da ammetterlo, possiamo essere orgogliosi che, nonostante i suoi difetti ed errori, tali parole le abbia espresse un primo ministro Italiano in difesa della volontà democratica contro le oligarchie autoreferenziate !




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domenica 25 settembre 2011

Superata la velocità della Luce. Margerita Hack: cade la relatività di Einstein




E' di pochi giorni la notizia in cui un fascio di neutrini prodotti dal nuovissimo acceleratore ad alte energie del CERN di Ginevra e raccolti all'interno dei Lab. Nazionali del Gran Sasso in Italia, ha superato la velocità della Luce. E lo ha fatto più volte, dopo accurate misurazioni e controlli contro errori. Effetti simili erano stato osservati, ma in questo caso le misurazioni sono state effettuate con un margine di errore tale da non lasciare molto spazio alle congetture. Ci sono pochi dubbi.
I laboratori del Gran Sasso sono una visione del prof. Zichichi, noto per averci dato l'antimateria, e per il suo alto impegno nella promozione della ricerca scientifica e della divulgazione.
Una mente sicuramente geniale, che con molta onestà si scontra lui stesso per primo con le ricerche che il suo team ha fatto sulla relatività. La particolarità del Gran Sasso è lo scudo naturale che la montagna fa dalla radioattività ambientale e altro, lasciando passare solo particelle come i neutrini. Fra l'altro i rivelatori di neutrini sono grossomodo gli stessi che usava anche Giuliani tarandoli con il Radon. Fu infatti in occasione di queste osservazioni, notando delle particolari oscillazioni del radon a ridosso di scosse sismiche che ebbe l'idea di applicarli anche in altro settore, continuando tutt'ora a farvi ricerca in un team che collabora anche con gruppi di ricerca all'estero insieme a fisici, geologi e ingegneri.

Tornando alla velocità della luce sulla Hack, persona squisita, simpatica e brava astronoma, possiamo dire che se fino a “ieri” quasi dubitava dei pianeti extra-solari, ora quasi ci dice che in realtà gli UFO potrebbero a questo punto essere veri.

A me fa piacere solo una cosa. Che pur non avendo mai provato a sparare qualcosa oltre la velocità della Luce mettendo in gioco tali energie, ci si cullava su queste certezze per poi essere schiaffeggiata dalla scienza. Soprattutto ad esempio la classica risposta negativa sui viaggi spaziali, non è possibile superare la velocità della luce....

Poco importa che la fisica di Einstein nello specifico della relatività generale, è da anni notoriamente superata o meglio dire superabile dalla fisica di Hawking, ossia la Meccanica Quantistica, relatività che infatti notoriamente dovrebbe essere come dire "aggiornata" "quantizzandola" e qualcuno ci ha anche provato, possiamo citare fra questi "tentativi" ossia la formulazione di teorie matematiche volte a descrivere questi nuovi fenomeni, note come Teoria delle stringhe, Quantum Gravity, Loop Gravity, SuperSimmetria ecc.  

Poco importa che teorie di fisica quantistica, ma anche meno, prevedano che questo limite possa essere come dire "arginato", si pensi anche solo ai tunnel di Einstein-Rosen. Poco importa che  la teoria sui fasci di Tachioni preveda il superamento della velocità della luce e che di tale possibilità ne abbia parlato già Ettore Majorana 85 anni fa, giovane scienziato geniale agli albori dell'attuale fisica e scomparso nel nulla che ipotizzò che alcune particelle in determinate condizioni potessero assumere massa "immaginaria", assumendo così particolari proprietà che la svincolano dai limiti imposti dalla relatività generale,  trasformandosi in Tachioni e superando così la velocità della luce.... 
Per altro piccola nota curiosa, proprio in questi giorni, liberi di crederci o meno, chi scrive pur non essendo un addetto ai lavori e quindi con le dovute precauzioni da parte di chi legge, ipotizzava nei conti qualcosa del genere che potremo definire appunto massa “immaginaria” ossia una sorta di massa “negativa” che però in certi conti dà al contrario esito positivo per dirla in parole molto molto semplici, si rimanda alla matematica dei numeri immaginari per i dovuti approfondimenti. Tali numeri sono utilizzati ad esempio per spiegare fenomeni elettromagnetici e dell'elettromagnetismo e utilizzati molto nel campo dell'ingegneria elettronica e delle relative funzioni matematiche nella teoria dei segnali elettronici, ossia funzioni d'onda ecc. Concetti utilizzati anche in fisica. Basti pensare che la famosa equazione di Schrodinger, detta in parole elementari, altro non è che la descrizione matematica che descrive l'evoluzione nel tempo della funzione d'onda delle particelle e quindi dello stato del sistema.


Io certe persone non le chiamo scienziati, le chiamo di scarsa apertura mentale, chiusura, per non dire ottuse che è l'antitesi della ricerca. Quando è più facile chiudere gli occhi, piuttosto che cercare una spiegazione a quanto non comprendiamo, la ricerca è finita.


Tornando a Majorana senza entrare nello specifico della sua teoria, certamente più rigorosa, precisa e corretta dell'idea del sottoscritto, ci spiegano due fisici italiani Fabrizio Tamburini e Marco Laveder, ricercatori dell’Università di Padova, rileggendo gli appunti di Majorana, i neutrini  costretti ad attraversare un materiale molto denso, diventerebbero Tachionici. Opinione di chi scrive, il particolare effetto tunneling in questione potrebbe anche essere innescato dalle energie in gioco, visto che i neutrini spaziali non sembrano presentare questa particolarità.

Grazie a Dio almeno di fronte l'evidenza dei fatti non si decide ancora di chiudere gli occhi. Per inciso l'esperimento attuale in fisica delle alte energie è stato effettuato con un acceleratore di nuovissima concezione che mette in campo energie altissime ( per i nostri standard ) mai sin'ora provate. E' quello che si ruppe lo scorso anno, e su cui si dicevano, ci si passi il termine, molte frescacce, tipo che creasse un buco nero pericolosissimo. In effetti alcuni scienziati avevano ipotizzato le creazioni di microsingolarità di brevissima durata che poi si auto estinguevano e chissà, magari i neutrini sono passati proprio dentro dei microbuchi neri... quello che vogliamo dire è che forse siamo all'alba della nuova fisica.

Ad ogni modo un qualcosa che si era ipotizzato, per cui tanto fremeva la comunità scientifica per sperimentare a queste energie. In effetti noi della fisica di tali alte energie sappiamo ben poco, per non dire nulla. Perché ? Perché a stento abbiamo reattori a fissione di 3a generazione, mentre le energie richieste per esplorare i nuovi campi della fisica richiedono, non solo la 4a generazione, ma oserei dire almeno reattori a fusione. E difatti nonostante il CERN sia circondato da centrali nucleari, l'esperimento è sull'orlo della sostenibilità tecnica delle reti elettriche e ha rischiato più volte di chiudere. Con stime dai circa 200 a 300 gigaWatt di potenza e consumo annuo dichiarato al 2009 di circa 1 TeraWatt/ora questo significa anche che non possiamo restare ancorati al medioevo delle energie fossili, ma dobbiamo dedicarci ad uno sviluppo massivo del nucleare sicuro e pulito, che garantirà la sopravvivenza della civiltà moderna e ci porterà nel futuro con la ricerca in fisica che necessita di tali energie e che aiuterà in modo consistente lo sviluppo dell'industria spaziale fondamentale per risolvere i problemi di scarsità di materie prime ed energia del pianeta in modo piuttosto definitivo.
Non possiamo quindi che congratularci in chi non si arrende mai, che come disse Carl Sagan, non ha paura di speculare sulle possibili spiegazioni, pur mantenendo un sano scetticismo scientifico.
Seppur vero che nonostante l'estrema accuratezza dell'esperimento, è prassi che i dati debbano essere confermati da misurazioni indipendenti al fine di escludere ogni altra possibile spiegazione magari banale, del resto ricordiamo anche come il grande Richard Feynman insegnava ai suoi allievi divertiti che una teoria è vera, sino a quando non se ne trova una migliore.
Come spiegava Einstein tutto è relativo e questo vale anche per lui ;)

Ma che cos'è una teoria di fisica ? E quali sono le teorie della fisica sin'ora più conosciute e certe ? L'amico Enrico Shad, laureato in fisica e a cui devo importanti osservazioni per la correzione di alcune informazioni riportate, pur non essendo responsabile delle opinioni di chi scrive, prova a descrivercelo in parole semplici:

« Nella Fisica una Teoria non significa una chiacchierata, significa un modello matematico consistente in grado di fare predizioni riproducibili sul mondo reale.

E' insensato pensare che una teoria sia "esatta". Nessun buon fisico affermerebbe che una teoria è "esatta".
Una teoria è un modello matematico che rappresenta la realtà in maniera approssimata. Una teoria ha un certo ambito di validità.
Per esempio la Meccanica Newtoniana funziona perfettamente in tutte le applicazioni ingegneristiche, ma sappiamo che essa è un'approssimazione di teorie più profonde.

Una è la Meccanica Quantistica, che descrive il comportamento degli enti microscopici. Per oggetti macroscopici, composti da numeri giganteschi di particelle, essa "sfuma" nella Meccanica Newtoniana. Nel senso che le leggi quantistiche sono pur sempre corrette, ma diventano sempre più vicine a quelle classiche, che cominciano ad esserne una discreta approssimazione.

Un'altra è la Relatività Speciale, che descrive correttamente la meccanica dei corpi a velocità molto elevate, vicine alla velocità limite c. Per basse velocità la Meccanica Classica è un'ottima approssimazione della Relatività Speciale.

E' chiaro subito che queste due teorie devono avere un punto di incontro. Meccanica Quantistica e Relatività Speciale sono state formalmente unificate nelle Teorie Quantistiche dei Campi. La prima è stata la QED che descrive l'interazione elettromagnetica.
La QED è già da tempo una teoria affermata che ha avuto uno straordinario successo sperimentale.

Si può parlare a lungo di queste cose: ad oggi la teoria più profonda che abbiamo è il Modello Standard, che descrive tutte le particelle e tutte le interazioni fondamentali (tranne la gravità), per mezzo di teorie quantistiche dei campi. Come teoria della gravitazione usiamo ancora la Relatività Generale. Non siamo in grado di osservare sperimentalmente violazioni della Relatività Generale, perché è una forza così debole da essere impercettibile nel microscopico, però ci aspettiamo che debba essere un'approssimazione di una qualche teoria quantistica della gravità ».






Quello che ogni scienziato degno di tal nome non dovrebbe dimenticare mai, dal grande Richard Feyman:




links e approfondimenti:








sabato 24 settembre 2011

FMI: eccessivi timori su Spagna e Italia. I mercati guardano alla scarsa crescita

Lagarde cerca di smorzare i toni. I timori per la crescita condizionano i mercati


Nel tentativo di smorzare gli animi e gli umori del mercato l'FMI evidenzia come l'avanzo primario dell'Italia, il risparmio privato, sia effettivamente consistente, evidenziando come la manovra metta a posto i conti, anche se per il sottoscritto e a quanto pare anche i mercati, la ritengano niente più che fare cassa a breve termine..... vabbè. Infine denota come 10 anni fa eravamo un'economia competitiva e dinamica. E' vero, primo perché forse c'era una classe politica migliore, ma soprattutto perché eravamo indipendenti, avevamo la nostra moneta ed economia e grossomodo decidevamo da soli con chi commerciare, anche se imbrigliati negli accordi Europei che ci sono già costati l'Italsider ad esempio giusto per dirne una....

Negli ultimi 10-15 anni siamo entrati nella WTO nella UE, a cui abbiamo ceduto il seggio WTO e numerose questioni inerenti la nostra sovranità nazionale e siamo entranti nell'Euro e l'economia è colata a picco invasa da prodotti stranieri e un calo quindi dell'export anche a fronte di delocalizzazioni massicce: non è certamente un caso ! E la Germania ha ripreso la competizione aumentando la spesa sociale pubblica a sostegno dei lavoratori, spesa oramai fuori controllo che si regge sulle esportazioni verso l'Europa, per quanto stiano facendo progressi e accordi anche con USA e Cina. Ecco perché più di tutti teme la fuoriuscita dall'Euro. Tendenzialmente la popolazione Tedesca lo vorrebbe in quanto giustamente non hanno voglia di pagare i debiti degli altri, ma il governo non sa poi come reggere la spesa con il conseguente ed inevitabile calo dell'export tedesco. Nigel Farage ha ad esempio definito più volte la Grecia come ridotta ad un protettorato tedesco e non ha per niente torto, non solo lei forse è in questo stato o quasi....
La Germania è anche una grande nazione di grandi lavoratori come la Francia, non è questo che si mette in dubbio. Ma dubbia è la politica che persegue, per altro a noi impone l'apertura mentre loro incentivano la loro economia, fanno bene ma questo genere di rapporti si chiama colonizzazione. Anche se al momento si sta riprendendo e la cosa di certo fa piacere, essa non è più tuttavia la grande Germania di un tempo e le critiche forti di Kholn al governo Merkel dovrebbero indurci a riflettere seriamente su varie questioni...

Per quanto riguarda l'Italia l'FMI ha ragione pesa la situazione politica, senza crescita l'Italia rischia seriamente la recessione e per farla servono urgenti riforme per liberalizzare l'economia e rendere più snello ed efficiente il settore giustizia. E' questo in effetti quello a cui guardano i mercati. L'estate scorsa, avevamo previsto la crisi di deficit a cui l'Italia andava incontro, e poco tempo prima della crisi dei bond avevamo previsto il crack Italiano secondo come sta avvenendo e come continuerà a meno di decisivi cambi di rotta nella gestione politica.

Vi ricordiamo nel merito il lungo articolo sull'analisi della situazione Italiana pubblicato il 24 Maggio, prima della crisi dei bond Italiani e, ad opinione di chi scrive, all'origine della sfiducia dei mercati verso il nostro paese:



links:


giovedì 8 settembre 2011

Crollo dell'Euro e fallimento degli stati nazione

Il ruolo delle banche internazionali nel fallimento degli stati


Ciò a cui assistiamo in questi giorni non è altro che la conseguenza che abbiamo previsto nei precedenti articoli, man mano che le cose ahimè peggiorano potete confrontarle con quanto abbiamo lì scritto.
Possiamo aggiungere che i mercati e gli analisti di mezzo globo si aspettano il crack della zona Euro e dell'Italia per tutte le ragioni di cui da tempo parliamo su queste pagine e ivi espresse.
Per quanto riguarda l'Italia, invero l'imposizione del pareggio di bilancio è già de facto uno stato di default, ossia abbiamo fatto troppi debiti non possiamo farne altri. Consideriamo però estremamente deleterio fissare questa norma in assoluto, essa dovrebbe dipendere dall'eccesso di spesa, ma non come regola assoluta, in quanto in determinate situazioni uno stato di deficit non eccessivo non è necessariamente negativo, per quanto il sottoscritto ritenga che se può essere evitato è bene farlo.

Detto questo più che mettere in costituzione il pareggio di bilancio, andrebbe messa l'espulsione degli amministratori e politici incapaci, che portano scarsi risultati, andrebbero messi meccanismi di sfiducia popolare di tutte le amministrazioni e gestioni pubbliche e ruoli politici, andrebbe insomma portata la cosa pubblica più a portata del cittadino e meno a quella del ladri.

Tornando all'Euro, per capire la gravità della situazione, basta pensare che le banche centrali si stanno liberando degli assets bancari locali e vari, parcheggiando ingenti somme di denaro presso la Federal Reserve, poiché gli USA nonostante la crisi sono ancora un bene rifugio e punto di riferimento globale come l'oro.

Ma è un'altra la riflessione che è doveroso fare, in primis pensare di unire il mondo “nascondendo i debiti sotto al tappeto” è stata a dir poco una pessima idea e idiozia. Possiamo vedere anche come le banche si sono riempite di debiti, creando bolle di vario tipo, eccessivi acquisti di debiti, eccessiva emissione obligazionaria ed eccessivi investimenti in prodotti derivati andando ben oltre le loro possibilità e mettendo in serio rischio la tenuta finanziaria, anche grazie a riserve frazionarie eccessivamente basse; non ultima la bolla speculativa monetaria sull'euro, una bomba pronta ad esplodere...e che la Svizzera molto sapientemente invece vuole evitare per se stessa. Da quando in questi mesi si è aggravata la crisi della zona Euro, molti capitali si sono spostati verso la Svizzera, rischiando di generare come minimo una bolla monetaria. Si perché l'apprezzamento del franco svizzero non corrisponde all'economia Svizzera, ma è un effetto dello spostamento piuttosto temporaneo di capitali finanziari pronti a defluire appena la zona Euro si ristabilizzi. Gli Svizzeri hanno così inizialmente abbassato i tassi, poi come personalmente avevo iniziato a pensare, sono giunti alla fine a fissare un tasso di cambio massimo, ossia limitare il massimo apprezzamento del Franco pur lasciandolo libero di fluttuare per valori inferiori. Chi scrive quindi è pienamente d'accordo con la decisione dei saggi e scaltri banchieri svizzeri, molto più indipendenti e liberi di quanto pensiamo.
Per le stesse ragioni, l'inflazione che ne potrebbe derivare dal blocco del tasso di cambio, sarà estremamente contenuta poiché l'apprezzamento del franco è effetto tecnico di un flusso monetario e non di scambio di risorse economiche reali come nel caso cinese ad esempio dove invece sta esplodendo l'inflazione.
Ad ogni modo se la situazione di spostamento massiccio di capitali verso il franco Svizzero dovesse continuare è persino ipotizzabile una limitazione della trattazione del Franco Svizzero nei mercati del Forex come atto di difesa forte contro le bolle speculative a causa della debolezza temporanea del resto d'Europa.


La moneta del resto è uno strumento di misura della ricchezza reale, men che meno nell'epoca moderna dove nel caso migliore sono fisicamente costituite da carta e metallo di scarso valore, nella maggioranza dei casi sono numeri digitali e non costituisce quindi un mezzo di scambio in sé... e come tale quindi andrebbe trattata da una politica economica sana. Non è un caso infatti che se da un lato le banche and co. rifilano alla gente dubbie proposte di investimenti, dall'altra parcheggiano ingenti somme di denaro in beni immobiliari, attenzione alle bolle immobiliari presenti anche in Italia, e negli ultimi tempi sempre più oro e assets della Federal Reserve garantiti con la più grande riserva aurea del mondo a Fort Knox.

Ora l'esplosione attuale dei debiti sovrani include al suo interno una consistente quantità dei debiti delle banche. In altre parole, abbiamo pagato soldi alle banche per permettere loro poi di comprare i nostri debiti nazionali e bond esplosi a causa di suddetto salvataggio delle banche. Francamente, c'è qualcosa di dannatamente sbagliato in tutto questo. Un cortocircuito di libertà e democrazia ! In gergo questo passaggio di denaro e debiti, si chiama Aquisizione, degli stati nazione in questo caso, come ben osserva anche Alex Jones. Chi ci segue sa bene che qui ci si basa sull'analisi dei dati economici e geopolitici e non certo teorie più o meno complottiste e posso dire sin da subito che Jones forse a volte esagera e calca la mano, ma tutto sommato è un patriota costituzionalista degli USA e ama la libertà. In questo caso poi se andiamo a confrontare le teorie sul Nuovo Ordinamento Globale del dott. Caroll Quigley, mentore dell'ex Presidente Clinton, che prevede e anzi auspica l'ascesa di un Nuovo Ordine Governativo Globale tramite l'azione delle banche centrali, beh possiamo capire da soli come le osservazioni di Jones e quelle che in questi giorni faceva anche il sottoscritto prima di lui, sono del tutto fondate. In Europa in particolare andiamo fortemente verso il solco tracciato dal Trattato di Lisbona, riassunto della bocciata Costituzione Europea calato sul capo dei popoli Europei, ossia il dissolvimento degli stati nazionali Europei, certamente della loro indipendenza.

In tale contesto è curioso e interessante guardare alla risposta del popolo Islandese, che ha dimesso la sua intera classe politica, ne ha istituita una nuova dal basso tramite internet il più lontano possibile dai partiti, questo perchè si sono rifiutati giustamente di pagare per i debiti che si erano fatte le banche. Detto rapidamente, le banche islandesi si erano caricate di debiti eccessivi oltre i loro limiti, ad esempio emettendo eccessivi prodotti obbligazionari. In Islanda quindi applicando principi del libero mercato, le banche sono state dichiarate insolventi e il debito ristrutturato e poiché lo ha dovuto fare lo stato sono giustamente sono state nazionalizzate. Le forti tensioni internazionali alla fine si sono sciolte come neve al sole come ovvio, e risolte in un mandato di cattura internazionale dell'interpool per i banchieri responsabili.

In Italia il caso Islanda, che è sempre più imitata anche dall'Estonia, è stato un po' politicizzato dalla sinistra, troppo probabilmente e fuori luogo. Tuttavia vi invitiamo ad andare oltre le magliette e le partite di calcio della politica Italiana......

Tornando alle banche internazionali, lasciatemi osservare che se gli stati nazione si riempono di debiti, qualcun altro ci sta guadagnando. La riflessione è d'obbligo pensando all'imminente downgrade che rischiano anche Cina e Giappone al seguito della notizia di prossima convertibilità dello Yuan in Euro e che minerà ovviamente gli assets bancari cinesi già in difficoltà per l'inflazione galoppante. Ma allora dove è finita la ricchezza del mondo ? In mano alle banche e alle corporazioni, i famosi bailouts, ci hanno detto che non potevano fallire..... Ora invece stanno fallendo stati e governi, che rischiano di essere sempre più soppiantati da governi corporativi e simili. Fantascienza ? Francamente spero di sì o quantomeno spero che si cambi decisamente rotta seguendo l'esempio Islandese e magari uscendo dall'Euro se non si è pronti o non si vuole come nel nostro caso insieme a Grecia, Portogallo, Spagna ecc. e questo perché in fondo la caduta economica globale sta andando ovviamente fuori controllo e ben oltre le intenzioni di qualcuno che pretende di controllarla... il fallimento colossale del comunismo oltre che delle politiche bancarie all'alba degli ultimi due conflitti mondiali, evidentemente non bastano ancora.

A conferma di quanto appena detto sulla dissoluzione dei governi a causa degli eccessivi salvataggi, vi sono anche le parole di Michael Cembalest, responsabile degli investimenti di JPMorgan's private bank, che usa questa miniatura con il Lego per spiegare la crisi del debito in Europa e che dice:



"Se questa situazione in miniatura ha del ridicolo, lo è anche la convinzione che continuare ad accumulare debito pubblico e il credito dei privati in Europa possa andare a risolvere la situazione".

Difatti non risolverà niente, l'economia non ripartirà certo in questo modo a causa di evidenti squilibri e debiti eccessivi che devono essere dichiarati insolventi, isolando assets tossici e ristrutturando; chi scrive non è necessariemnte contro il concetto di governance globale, ma se ne criticano seriamente i modi e le politiche perseguite.

Del resto che tutto questo porterà o potrebbe portare alla dissoluzione delle nazioni è, secondo varie fonti, opinione anche del direttore generale della Deutsche Bank J. Akkerman, tra i membri fissi della lobby semi-segreta del Bilderberg ( che costituisce la governance globale e aspira all'instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale ) e che sempre secondo tali fonti, parla deliberatamente in una sua pubblica confessione del “prolungamento artificioso della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali”.

In Europa le popolazioni si sono opposte prima alla Costituzione Europea bocciata nei famosi referendum poi sospesi visti i sondaggi contrari e quindi non arrivati in Italia ad esempio, e poi seguita con sempre maggiori resistenze anche verso il Trattato di Lisbona che rifila la costituzione per vie traverse, famoso il caso irlandese che aveva bocciato anche il trattato....e costretta a rifare il referendum dopo una campagna acquisti annuale da parte della UE.... ecco ora la soluzione del fallimento degli stati Europei, forse come dice Akkerman già pianificata. Fantascienza ? Forse ma è quello che sta succedendo...

Segue infine un' interessante video intervento in inglese di Alex Jones sul tema e in seguito la trasposizione audio in Italiano di un articolo sul caso Islandese:





Il caso Islandese di cui troppo poco si parla:



Links:







martedì 9 agosto 2011

Nessuna crisi finanziaria, curva correttiva ci riporta al 2008. Esplode il debito dell'Italia.



L'inflazione rallenta anche l'economia cinese, commodities sulle materie prime in ribasso

ESPLODE IL DEBITO ITALIA

Quanto sta accadendo nei mercati e in particolare in Italia dove lo spread in questi giorni è arrivato a toccare quasi 400 punti a 380 per la precisione, non è altro che la conseguenza di quanto da tempo parliamo anche su queste pagine. Le motivazioni dell'attuale sfiducia verso l'Italia come le previsioni di quanto sta accadendo sono inoltre scritte nell'articolo:


Che raccomandiamo fortemente di leggere per chi non lo avesse fatto.

Sull'Italia in particolare come anche noi abbiamo scritto in Maggio, si denota l'inefficienza e la debolezza del governo che è la vera origine della persistenza della crisi dei bond Italiani che snobbano quindi tanto la manovra, utile per la cassa sul breve periodo ma non per il paese, che il discorso del capo del governo Berlusconi.

Micheal Spence, premio nobel per l'economia in un' interessante intervista a Bloomberg del 2 Agosto 2011 a cavallo di un discorso riguardo la crisi del debito in USA e in Europa, definisce il governo e il sistema politico Italiano debole e distratto da altre questioni, dimostrandosi quindi lento e incapace di concentrarsi sulla risoluzione dei problemi economici del paese motivo della sfiducia degli investitori verso l'Italia che non credono più nell'abilità del governo di risollevare l'economia nazionale.

Per l'economista della New York University, Nouriel Roubini che predisse con grande anticipo, la grande recessione del 2008, l'Italia avrebbe bisogno urgentemente di un governo tecnico, stimando un 70% di possibilità che l'Italia debba ricorrere ad aiuti esterni come in effetti si concretizza oggi con l'acquisto da parte della BCE, leggasi Germania e Francia, dei titoli di stato Italiani. Non è un caso infatti che nelle ore di ieri anche la borsa di Francoforte ha forti ribassi. Lo stesso discorso vale per l'intervento del fondo di stabilità Europeo che vede come protagonisti sempre Francia e Germania, che dovrebbe probabilmente triplicare il suo fondo, senza necessariamente avere una tripla A e verso cui sormonta, comprensibilmente, l'opposizione crescente dell'opinione pubblica tedesca che già affronta i suoi problemi.

In questa dinamica peraltro salta agli occhi come il contagio, almeno in questo caso, non venga tanto dal fallimento isolato di una nazione, ma dal tentativo di salvare a tutti i costi l'Eurozona comprando i debiti di altri stati e interconnettendo diverse economie, così come fatto negli ultimi 15 anni con la cosìdetta economia globale del debito, piuttosto che isolare, ristrutturare e risolverne le cause.
L'alternativa del resto, ossia stampa di moneta “dal nulla” calerebbe sull'Europa lo spettro iperinflattivo della Repubblica di Weimar in un contesto generale di allarme sull'inflazione già piuttosto concreto a causa di tensioni geopolitiche nel campo di materie prime, energia e alimentazione che ci contendiamo con una forte espansione della Cina che si accompagna ad altrettanta aggressività in un clima da guerra fredda.

Tornando a noi Roubini sintetizza molto bene la situazione Italiana con una frase da incorniciare Non è vero che l'Italia è troppo grande per fallire, può fallire benissimo. Il problema è che probabilmente è troppo grande per essere salvata”, cosa di cui parlavamo anche negli articoli scorsi.
Roubini per altro condanna senza mezzi termini il governo Italiano e senza troppi giri di parole si chiede come davvero possa Berlusconi pretendere che qualcuno gli creda quando accusa i mercati di sbagliare.....
Forse avremo anche un discreto risparmio, continua Roubini, ma il governo e il paese ha perso la fiducia dei mercati. Risparmio per altro in diminuzione come osserviamo da tempo.

Il Governo ha perso il contatto con la realtà e la totale assenza di misure pro-crescita ne è una prova ulteriore. Per l'Italia si profilano scenari pesanti e quel che è peggio è che chi sta al vertice non se ne rende conto”, ammonisce Roubini. In questo contesto “l'unica soluzione è creare subito un Governo tecnico presieduto da un personaggio prestigioso e al più presto andare alle elezioni”.

Nei giorni scorsi il governo Italiano è andato pesantemente sotto sui tagli alla spesa necessari nella finanziaria e su alcune riforme per rilanciare l'economia e la crescita, come l'abolizione degli ordini, vere liberalizzazioni della finanza, del mercato e dell'economia ecc.
Per queste e tutte le altre ragioni, chi scrive è della stessa opinione degli analisti qui presi in considerazione, come peraltro espresso nelle analisi degli articoli precedenti qui proposti, prima della realizzazione di queste interviste.
Del resto tale necessità è sostenuta anche dal commissario degli affari economici e monetari dell'Ue Olli Rehn che ritiene che quello che debba fare l'Italia è: “Liberalizzare l'economia, aprire le professioni e riformare il mercato del lavoro”. Per quanto anche Rehn alla fine come da tradizione degli euroburocrati, piuttosto che riconoscere le loro fallimentari politiche, se la prende con i mercati che non saprebbero valutare l'eurozona.... vabbè.
In questo contesto si tenga piuttosto presente la totale sfiducia verso gli stress test effettuati dall'Europa in particolare sulle banche che non prendono in considerazione i corretti parametri messi in gioco dalle crisi dei debiti sovrani. Poi dicono che gli investitori non si fidano.........

Anche il premio Nobel per l'economia Robert Mundell, intervistato dalla Stampa, tuona contro l'Italia: “Quando l'euro fu introdotto, l'Italia aveva un rapporto del 120% tra debito e prodotto interno lordo. Ora, oltre dieci anni dopo, il rapporto e' lo stesso. Non avete fatto nulla per migliorare una condizione che era gia' drammatica” per poi aggiungere “In piu', nel governo e nel paese non sembra esserci un chiaro consenso sul modo di rispondere alla crisi, e queste divisioni pesano. In un quadro del genere, cosa potete aspettarvi che facciano i mercati ?”. Eh già ce lo chiediamo anche noi....

E anzi a dire il vero lo vediamo, in due settimane ( 10 sedute )Milano è stata travolta dalla più grande ondata di sell-off ( vendite ) della sua storia con perdite complessive a circa -24% che ieri ha raggiunto il -26.5% e la cui discesa perdura anche questa mattina. La sfiducia totale degli investitori trova riscontro anche in sempre più frequenti “problemi tecnici” dei mercati telematici della borsa Italiana, come un'oramai ricorrente sospensione della trattazione degli indici in fase di chiusura, con sospensione improvvisa dei titoli cover warrant, derivati ecc. ecc. concretizzando enormi disagi e perdite a investitori sia privati che istituzionali e senza che né Borsa Italiana né tantomeno l'organo di vigilanza sui mercati CONSOB, siano chiamati in causa da nessuno. Questa sorta di repressione comunista della libertà di mercato, non farà altro che far scappare ancora di più gli investitori che infatti concretizzano un'estrema volatilità della borsa italiana. Inoltre a seguito delle ripetute sospensioni a ribasso delle borse Europee della scorsa settimana, ieri il Lunedì Nero per l'eurozona porta in un solo giorno una perdita complessiva di 198 miliardi di Euro di capitalizzazione, di cui 9 a Milano da aggiungersi alle perdite dei giorni scorsi, 250 miliardi in Europa solo nelle precedenti due sedute..

I BTP a 10 anni Italiani oscillano intorno i 340 punti con il rendimento intorno la pericolosa soglia del 6% che brucia via praticamente l'intera finanziaria, giustificando negli investitori la massiccia vendita di bond italiani a due anni nelle scorse settimane, poiché si stima il fallimento dell'Italia nel 2013-2014, motivo per cui si vuole anticipare la manovra sul pareggio di bilancio al 2013, che però frena la crescita, già quasi ferma, rischiando di alimentare la recessione del paese e quindi l'aumento di spesa pubblica per gli ammortizzatori sociali.....
Nel merito venerdì 5 Agosto, i CDS ( credit default swap ) sul debito sovrano dell'Italia arrivano a toccare i 386 punti base, testimoniando le preoccupazioni del mercato internazionale sulla solvibilità dell'Italia e percorrendo invero una strada simile all'avvitamento economico avuto già da Grecia e Portogallo, con le “perfomance” dell'Italia e dei suoi titoli che sono peggiori di quelli della Spagna.
L'Italia è come fin qui visto, quindi debole sia politicamente che economicamente e questo genera profonda sfiducia, una situazione insostenibile sul piccolo, medio e lungo periodo a meno di interventi straordinari, come auspica anche WSI.

Louise Cooper, analista di mercato presso BGC Partners a Londra del resto afferma che è tutta una questione di credibilità: “ Berlusconi è più interessato ai fatti suoi che ai mercati dei titoli di stato. Litigare poi di fronte al pubblico con il proprio ministro dell'Economia è qualcosa di inaudito”.


NESSUNA CRISI FINANZIARIA

Un'ondata di vendite tale non si vedeva dalla crisi del 2008 e in effetti un ulteriore articolo del Wall Street Italia osserva come la crisi del 2011 sia simile a quella del 2008 scatenata però da Spagna e Italia.
Nel 2009 chi scrive, denunciò su queste pagine l'inefficienza delle misure contro la crisi effettuate e promosse dal G7/8 e G20, prevedendo come la crisi sarebbe tornata con tutti gli interessi una volta esaurite le immissioni di liquidità di FMI e Banca Mondiale, poiché la causa scatenante risiede in problemi strutturali dell'economia reale che non sono stati mai risolti, a cominciare dalle bilance commerciali avverse e la concorrenza sleale cinese... per questa ragione è da ritenerla in effetti la stessa crisi del 2008 mai effettivamente risolta, come versare acqua in un secchio bucato.

In questi termini quindi chi scrive, ritiene che per quella del 2011 dal punto di vista finanziario sia errato parlare di crisi, quanto piuttosto di curva correttiva.

Purtroppo pare che Barnake presidente della Federal Reserve, nell'ultima disperata mossa dei poteri forti globali, pare sia intenzionato a voler intervenire nei mercati con la stessa “droga” che ha rovinato il mondo solo che, per continuare ad usare la stessa parafrasi di WSI, il cavallo è stanco, non beve piu' e quindi, se non stramazza al suolo, quantomeno non galoppera' mai più come prima.

La riduzione del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, contribuisce a smorzare gli effetti della crisi che tuttavia permane a causa degli squilibri qui detti.
E difatti la pioggia di liquidità promessa dal G7 non dà i suoi effetti, non si vede o forse secondo un trader “è già finita”.

Le borse Occidentali sono quindi in caduta libera a vantaggio di beni rifugio come oro e bond Americani, Francoforte ieri chiude a -4%, complice anche l'impegno a comprare bond Italiani che affondano il listino tedesco come quello Francese con Parigi a -3,81%. Milano leggermente migliore ma sempre in caduta libera a -2,72%. Oltreoceano negli Usa il Dow Jones chiude a -3,25% e il Nasdaq invece cola a picco a -6,1% come l'S/P 500. Un po' atteso dopo l'annuncio di declassamento di S/P, anche se forse non così tanto, il tutto avviene proprio mentre dalla Casa Bianca Obama si appresta a parlare della crisi economica, attaccando in modo infantile quanto violento ad opinione di chi scrive, il rating di S/P che peraltro è seguito a ruota dalle avvisaglie di Moody's sulla revisione del debito a lungo termine degli USA.
Il tappare la bocca, insieme alle distorsioni economiche del socialismo di Obama, non aiuterà di certo a risollevare gli Stati Uniti e il mondo Occidentale.

Dal canto suo Warren Baffet, citato anche da Obama, ritiene che gli Usa meritino una quadrupla A e in effetti negli ultimi tempi ha concretizzato uno dei più grandi acquisti di titoli di stato Americani, erano 3 anni che non lo faceva..
Del resto l'economia USA si basa sull'economia privata, non pubblica. Ciò che sta fallendo è la politica di spesa pubblica, quella interventista monetaria che crea bolle espansive e speculative che poi esplodono, quella dei fondi pubblici a destra e manca ecc.
Infine chi scrive come già detto non ritiene questa una crisi, ma una curva correttiva poiché la crisi del 2008 non è mai finita e ne perdurano le condizioni portandosi dietro gli ovvi interessi come l'esplosione dei debiti sovrani.

In questo contesto possiamo osservare inoltre come l'appartenenza alla UE limita molto l'azione dei governi nazionali Europei che non sempre possono effettuare le misure necessarie alla loro economia, come ad esempio una ricerca maggiormente attiva della bilancia commerciale agendo sulle politiche di import/export e la sottoscrizione di contratti economici a tal fine o l'incentivazione di realtà oggettivamente in difficoltà per cause di sbilanciamento commerciale. In ambito UE 27 economie e stati diversi, testimoniano quanto siano cruciali queste limitazioni e quanto sia difficile, per non dire inutile e dannoso, adoperare una politica economica comune, pur all'interno di un mercato comune. Come abbiamo sempre detto l'approccio socialista del superstato Europeo si rivela, come per altro prevedibile e previsto, in tutto il suo fallimento, del resto non è la prima volta.
Sarebbe invece piuttosto utile un approccio federale, come unione di stati indipendenti che mettano in libera concorrenza economica e fiscale, i vari stati membri della UE seppure all'interno di un mercato comune come un commonwealth, un principio che anni prima ha reso grande gli USA, che sono una federazione, e che seppure applicata in forma eccessivamente limitata dagli accordi Europei, ha cmq dato una certa stabilità e solidità all'Europa, poiché costringe le varie nazioni o stati nel caso degli USA, ad essere più indipendenti e virtuosi, stabilità crollata negli ultimi 10-15 anni ( epoca della WTO e UE ). Lo stesso principio di indipendenza e virtuosismo nell'amministrazione e negli scambi economici, abolendo le regioni, si applica su scala locale a province/contee e comuni.

Chi scrive crede che l'interconnettività economica delle nazioni, promossa dalla Commissione Trilaterale sia un grave errore, portato avanti da una cieca ideologia di governance globale a tutti i costi. Per quanto auspicabile e prevedibile un sistema di governance globale nel futuro, che legherà di più anche gli interessi delle nazioni, è da ritenere profondamente sbagliato se non prematuro il modo in cui è tutt'oggi portato avanti.
Per fare un'esempio già citato negli anni scorsi, è stato come costruire una portaerei senza paratie, dove la falla di un compartimento può affondare l'intera portaerei.

La governance globale si sivlupperà naturalmente in un contesto di economia globale che nasce e “dialoga” con un'economia spaziale interplanetaria, ad esempio con lo sviluppo dell'industria spaziale nel nostro sistema solare che risolverà in modo praticamente definitivo i problemi di materie prime ed energia del pianeta.

Nel momento in cui ci si agginge a pubblicare quest'articolo, la bank of America ha perso circa il 20% e infine anche l'economista Roubini come il sottoscritto, dice ad Obama di rassegnarsi poiché ormai la recessione, rispetto al livello di crescita al 2011, è inevitabile. Chi scrive ricordiamo che la identifica, non come una crisi, ma una curva correttiva al 2008, particolarmente violenta a causa delle “droghe” monetarie come abbiamo previsto da tempo quando abbiamo più volte criticato l'accanimento verso una politica monetaria espansiva e inflattiva, invece di una politica deflazionaria e di contrazione e riduzione del volume monetario, politica inflattiva che peraltro come dicevamo prima non risolve i problemi strutturali dell'economia reale. E' questo che sta distruggendo l'euro e in generale mina la stabilità globale. Certi globalisti ispirati da Marx, pensano di poter unire il mondo, comprando i debiti con una moneta gonfiata..... ( manipolazione artificiosa dei prezzi ) Dio ci aiuti !

E difatti gli investitori come anche noi diciamo da anni, notano come tali problemi non siano mai stati risolti, punendo in particolar modo appunto le banche. La ristrutturazione dell'economia passa quindi attraverso le banche, che guidano sin troppo l'attuale governance globale. Finchè non si metteranno in gioco anche le banche e le loro “politiche” responsabili di queste “crisi”, difficilmente ne usciremo.

In Asia continua la discesa dei mercati, sotto la spinta della crescita galoppante dell'inflazione Cinese, oltre il 6%. La Cina da tempo ha vincolato il tasso di cambio dello Yuan sottostimandolo e concretizzando una sorta di incentivo nel tentativo comunista di manipolare e controllare i prezzi che però ovviamente fa levitare l'inflazione interna, per non parlare di concorrenza sleale basata ad esempio su un eccessivo sottocosto del lavoro, che incontra sempre maggiori proteste all'interno della Cina stessa e non solo lì a dire il vero..
Il pericolo quindi dell'implosione della Cina, contribuisce alla destabilizzazione dell'economia, in particolare di quella dei mercati asiatici, ma non solo. Da parte Cinese annunciato che l'inflazione ha raggiunto il suo picco e non dovrebbe più salire... Probabilmente la banca centrale Cinese aumenterà i tassi per frenare l'inflazione, anche se personalmente è possibile dubitare della piena efficacia di questa misura a meno che si accompagni ad una consistente riduzione del tasso di crescita cui dubito persisteranno a lungo in modo pacifico....
Nel merito Richard Cookson, global chief investment officer at Citigroup Inc.'s Private Bank in London, intervistato da Bloomberg 4 giorni fa, osservava infatti come le commodities, vari tipi di investimenti derivati alla base di molti scambi e patrimoni finanziari, possano crollare a ridosso dell'inflazione cinese e che in tal senso vadano riformate e consolidate le banche. A fronte di queste difficoltà si affiancano quindi le critiche di Weidmann della Bundesbank contro l'aquisto di bond italiani da parte della BCE definita accomodante nelle stesse parole di Trichet. Del resto ciò che si può osservare è che di fronte la crisi dei mercati cinesi e asiatici le banche che acquistano anche questi bond potrebbero trovarsi in serie difficoltà.

Le motivazioni sono quelle di cui abbiamo parlato anche in altri articoli, quali la competizione sulle materie prime come i metalli per uso industriale che diviene sempre più serrata su scala globale. Di conseguenza la crescita delle economie emergenti, Cina, India, Brasile, Turchia va incontro un rallentamento causato anche dalla crescente inflazione interna, inflazione che si riflette e origina ulteriormente proprio dalla crescente scarsità di materie prime . Basti pensare che solo la Cina investe circa il 43% del mercato globale delle commodities industriali ( metalli, materie prime ecc. ) che è un'enorme quantità.
Il rallentamento quindi della Cina provoca un'ondata di sell-off nei mercati delle commodities in Asia, portando di conseguenza una destabilizzazione di tutti quegli enti finanziari come banche ecc. che disgraziatamente utilizzano tali commodities di vario tipo per consolidare il proprio patrimonio economico.....

Parentesi: nella mente dei globalizzatori degli ultimi 15-20 anni almeno, forse c'era l'idea e la volontà di legare le banche alle materie prime, per scongiurare la competizione anche militare sulle materie prime, poiché le forti oscillazioni avrebbero colpito le banche e quindi l'economia. Oppure di costruire un'economia globale, che non c'era e non c'è, a debito su un'ipotetica crescita e unità globale futura... Mi sembra evidente che tali sciocchezze si scontrino con tutta la demagogia di chi ha promosso a dir poco utopistiche e dubbie teorie sin troppo filo-marxiste ad opinione di chi scrive che non tengono conto dell'estrema varietà e diversità delle nazioni ed economie sulla terra. E infatti in questo quadro per altro prevedibile, degno di nota e una certà ilarità, sono le preoccupazioni sull'inflazione cinese del noto globalista miliardario fin troppo filo-socialista George Soros, tra i maggiori finanziatori di Barack Obama.
Magari forse si sveglia e capisce che il marxismo non funziona..... Chiusa parentesi.

Per quanto riguarda il mercato degli Equity, la paura di un rallentamento dell'economia ne determina il relativo contenimento sui mercati. La domanda di base è “ci saranno nuove imprese ?” E la cosa fondamentalmente dipende dalle assegnazioni di eventuali commesse a tali imprese. ( I fondi di Equity sono fondi di investimento utilizzati per finanziare le imprese sia private che pubbliche. )
Salta agli occhi come anche questo dato finanziario dipenda dall'oggettiva crescita dell'economia reale e non il contrario. Il deficit strutturale dell'economia reale ne costituisce di fondo la causa e mina in modo molto serio le economie più socializzate basate sulla spesa pubblica come l'Italia.

Sul lungo periodo il mercato alimentare delle economie emergenti, costituirà una fonte di crescita e rialzo del costo globale del cibo poiché è questa la direzione complessiva che lo sviluppo globale sta seguendo. Sul breve periodo invece si ravvisano forti rallentamenti ciclici.

In Europa assetti e connessioni “tossiche” fra governi e banche, rendono piuttosto critico il panorama Europeo. Per sostenere le banche bisogna far leva sulla crescita attraverso regolamentazioni più restrittive che frenano la crescita, ma in un contesto di crescita già di per sé molto basso tale politica diviene ancora assai più critica e di difficile sostenibilità, per non parlare di alcune zone in recessione come negli stati PIIGS che ne sono particolarmente colpiti.
Ad opinione di chi scrive, per questa ragione la strada percorsa è profondamente sbagliata. Vanno isolati gli assets tossici, dichiarati insolventi e ristrutturati cominciando col tempo a risarcire piccoli e medi risparmiatori e investitori che trainano il mercato, anche tramite i fondi, e infine i grandi.

Da parte di Cookson si osserva infine anche come l'acquisto di Bond Italiani e Spagnoli da parte del fondo di stabilità Europeo, aprirà un vaso di pandora che si scontrerà in primis con il consenso politico in Germania. Anche secondo Cookson, come intuibile guardando i dati, tale fondo dovrà essere 3-4 volte superiore il fondo di stabilità usato per la Grecia e questo perché questa crisi del debito non riguarda la Grecia, non dipende da lei, ma riguarda intrinsecamente la Spagna e l'Italia. La politica Europea oltretutto non dimostra di aver capito molto della crisi, Cookson dice che ciò che possono aver capito differisce da qualsivoglia segno di ciò che dimostrano di aver capito sulla crisi. Politici e burocrati si risolvono nello sbattere i calci e strillare sulla crisi senza essere in grado di guardare i veri problemi e risolvere niente. Ciò che si fa infine è quindi troppo poco e troppo tardi.


Alcune fonti e approfondimenti:

Intervista di Bloomberg a Micheal Stern: dal minuto 8 circa, parla in particolare dell'Europa e dell'Italia.
Dal minuto 9:30 Domanda e risposta in particolare sull'Italia, il governo e la sua capacità di affrontare la crisi del debito:











Intervista a Richard Cookson su inflazione Cina e su crisi del debito Europeo: