Un documento recuperato
alcuni giorni dopo l'attacco all'ambasciata a Benghasi indica accordi
con un gruppo di milizie islamiste in qualità di forza di pronta
reazione, Quick Reaction Force, in caso di attacco alla missione
diplomatica.
Tuttavia le milizie
Libiche incaricate dal Dipartimento di Stato per difendere la
missione diplomatica in Libia a Benghazi avevano invero chiare
connessioni e simpatie verso Al-Qaeda, mostrando ad esempio ben
visibile la bandiera di Al-Qaeda su una pagina Facebook per mesi
prima dell'attacco mortale.
Il gruppo in questione,
Brigata dei Martiri del 17 Febbraio, era stata ingaggiata dal governo
USA per provvedere la sicurezza della missione diplomatica Americana
in Benghazi, Libia. Se non bastasse quello che è poi successo,
mancano in realtà evidenze che la Brigata dei Martiri abbia in alcun
modo provveduto a rispettare l'impegno di difendere l'ambasciata l'11
Settembre scorso quando fu attaccata violentemente per ore.
Il generale di stanza in
zona è presto salito alle cronache per il violento diverbio con il
Pentagono e con il Presidente Obama, diverbio che gli è costato la
carriera e in cui chiedeva insistentemente di fornire supporto
tattico agli eroici ex Navy Seals presenti all'ambasciata, Tyrone
Woods and Glen Doherty che per ore hanno respinto gli attacchi nemici
salvo poi venire sopraffatti dalle forze ostili, presumibilmente per
esaurimento delle munizioni. Nel corso dell'attacco perderà la vita
anche l'ambasciatore J. Christopher Stevens, torturato e ucciso, e il
funzionario informativo Sean Smith. Stevens fu il maggiore promotore
dell'integrazione a sostegno della popolazione locale verso una
transizione democratica. E' il primo ambasciatore Americano ucciso
dal tempo del colpo di stato delle milizie Islamiste radicali del
1979 in Iran.
La reticenza
dell'amministrazione Obama a fornire chiarimenti circa l'attacco a
Benghazi è piuttosto notevole e forse diventa sempre più chiaro
l'imbarazzo dell'amministrazione.
Le pagine Facebook della
militia erano piene di contenuti che professavano apertamente
simpatie per Ansar al-Sharia, il più duro e rigido gruppo di
estremisti islamici collegato all'attacco mortale verso la missione
diplomatica a partire ad esempio dai loghi ufficiali di Ansar
al-Sharia e una foto di un miliziano con un rpg in mano e la bandiera
di Al-Qaeda durante una manifestazione Jihadista tenutasi giorni
prima.
Poco tempo dopo sulla stessa pagina, fra i vari contenuti legati all'estremismo islamico, si compiangeva la morte di alcuni membri di Ansar al-Sharia.
Poco tempo dopo sulla stessa pagina, fra i vari contenuti legati all'estremismo islamico, si compiangeva la morte di alcuni membri di Ansar al-Sharia.
Il Dipartimento di Stato
USA a tutt'oggi si è rifiutato di fornire commenti sul perché la
Brigata dei Martiri del 17 Febbraio sia stata assunta per proteggere
la missione diplomatica.
Il 23 Aprile, sostenuta
anche da una massiva richiesta negli ambienti militari, una
commissione Repubblicana del Congresso di indagine sull'attacco di
Benghazi, ha pubblicato un rapporto dimostrando come vi fossero
“numerose evidenze” che “la Brigata aveva connessioni
estremiste, ed è stata impiegata nel rapimento di cittadini
Americani così come in varie forme di minacce contro gli assetti
militari degli Stati Uniti”.
Il rapporto della
commissione cita anche come pochi giorni prima dell'arrivo
dell'Ambasciatore Stevens arrivato in Bengasi, la Brigata dei Martiri
avesse avvisato il Dipartimento di Stato che non avrebbero più
garantito la sicurezza dei membri della missione, Stevens incluso,
nel viaggiare attraverso la città.
Eric Nordstrom,
Funzionario per la sicurezza Regionale in Libia a quel tempo, da
Giugno 2011 a Luglio 2012 ha documentato più di 200 minacce alla
sicurezza ed episodi violenti di minaccia verso il personale
Americano in Libia dei quali solo una 50ina in Benghazi.
Nonostante l'alto numero
di minacce, ripetute richieste di incremento per la sicurezza
dell'Ambasciata sono state ignorate dal Dipartimento di Stato per
ragioni non del tutto chiare.
Probabilmente però la
domanda più grande da fare, è perché il Dipartimento di Stato,
sotto la guida dell'amministrazione Obama, abbia deciso di incaricare
un gruppo collegato ad Al-Qaeda per la sicurezza all'ambasciata...
Numerosi cablogrammi
dimostrano ripetute richieste di incremento della sicurezza da parte
dell'ambasciata, tuttavia per qualche ragione il Dipartimento di
Stato ha ridotto la sicurezza e persino distaccato altrove le forze
militari li presenti incaricate della difesa diplomatica in Libia.
Ripetute richieste al
Dipartimento di Stato, hanno ricevuto secche negazioni alla richiesta
di aumento della sicurezza, incluso la permanenza delle squadre
militari.
Una possibile spiegazione
è che l'amministrazione Obama non sentisse più Al-Qaeda come una
minaccia, trovandosi quindi in qualche sorta di imbarazzo nel dover
incrementare la sicurezza a causa loro.
I Repubblicani hanno
denunciato come l'Amministrazione Obama stia cercando con forza di
insabbiare l'intera vicenda.
Secondo Foxnews 4
informatori rispettivamente del Dipartimento di Stato e della CIA,
avrebbero accettato di fornire maggiori informazioni sull'attacco
dall'interno.
Victoria Toesing,
avvocato di uno degli informatori, ha detto di essere stata
minacciata da funzionari della CIA e del dipartimento di Stato se
avesse parlato al Congresso di quanto accaduto a Benghazi. Si tenga
presente che il Congresso, men che meno i membri a supervisione delle
attività di intelligence, gode di svariati nulla osta di sicurezza
di alto livello. Obama in ogni caso all'inizio di questa settimana ha
negato di essere a conoscenza di nessuno che sia stato scoraggiato
dal portare al Congresso la propria parte della storia.
La Repubblicana Darrell
Issa, capo della House Oversight Commitee, ha dichiarato Martedì di
aver mandato nelle scorse settimane, quattro lettere per chiedere di
fornire informazioni agli avvocati degli informatori che sono già in
possesso dei nulla osta di sicurezza necessari per la vicenda.
Nessuna risposta è ancora giunta dall'Amministrazione Obama.
Il rapporto della House
Republicans’ Interim Progress del 23 Aprile che ha indagato
sull'incidente conclude con un avvertimento che dice “Questo
singolo evento si ripeterà a meno che gli Stati Uniti riconoscano e
rispondano alle minacce con cui ci scontriamo nel mondo, e mobilitino
prontamente risorse e assetti di sicurezza per contrastare e
rispondere a tali minacce.”
“Fino a quel giorno,
gli Stati Uniti resteranno in modalità “reazionaria” e c'è da
aspettarsi ancora altre catastrofi come a Benghazi, in cui personale
USA di terra reagisca con prodezza, ma senza essere provvisti di
risorse adatte ad una risposta effettiva” conclude il rapporto.
Il 15 Aprile 2013 durante la Maratona di Boston un
attacco terroristico coordinato con ambienti vicino ad Al-Qaeda
presente anche sul suolo nazionale,
ferisce gravemente 260 persone mediante bombe IED a frammentazione e
causando la morte di 3 persone di cui un bambino di 8 anni.