Debito Pubblico Italiano

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giovedì 22 novembre 2012

Fondi UE: tagliare o non tagliare ?


La verità è che hanno ragione entrambe, sia paesi come Germania, Francia e UK che chiedono tagli, sia paesi come Portogallo e Italia che si sono immolati sull'altare dell'austerity dell'ideologia europeista e che ora sull'orlo del crack finanziario vorrebbero indietro qualcosa.
Il punto però come scriviamo oramai da anni, sono gli errori commessi in questo caso da paesi come Portogallo e Italia come nel caso del governo Monti e i 40miliardi di euro all'anno stanziati per il fondo Europeo del MES che hanno precipitato il paese in una violenta politica di austerity sulla falsa via di Grecia e Spagna con un imminente crack immobiliare il cui spettro si aggira già nelle istituzioni finanziarie Italiane e il cui allarme lo abbiamo lanciato già in passato dato il crollo degli acquisti immobiliari da parte di privati cittadini degli anni scorsi, denotando quindi l'accrescimento di una bolla speculativa immobiliare di origine finanziaria principalmente come assets bancari e assicurativi..

Stanziare così tanti fondi per l'Europa e peraltro senza precisi meccanismi di controllo democratico, l'abbiamo sempre considerato un suicidio oltre che una palese violazione di sovranità e tutela democratica. Certamente è stato un approccio iperidealistico da parte di europeisti alla Monti e Barroso per capirci, quello di pensare di ottenere poi qualcosa in cambio, magari qualcosa in più di quanto versiamo per poi scoprire che a fronte di 40miliardi stanziati la UE non voleva darci neppure qualche milione per i terremotati dell'Emilia e questo perché ovviamente Germania, Francia e UK che hanno i loro problemi non sono mai stati stupidi su certe questioni, ergo non hanno mai approvato a cuor leggero politiche a loro avverse, al contrario del sud Europa ed era facile prevedere come fatto da noi, tale esito.

Noi come Nigel Farage e altri abbiamo sempre detto che non avrebbe funzionato, le diverse necessità e nature delle nazioni e popoli Europei avrebbero portato a questo tipo di stallo e sia chiaro, la volontà dei popoli Europei al riguardo è nota da anni e anni. Del resto perché i lavoratori tedeschi a fronte di lavoro e sacrifici dovrebbero accettare volentieri di pagare più tasse per la Grecia o per l'Italia degli “sprechi” ? Quando poi hanno già i loro problemi, idem per Francia e Inghilterra...
E' bene dirlo che il problema non sono gli stati nazione, ma l'incredibile arroganza con cui tali idealismi e politiche vengono calati sulla testa di milioni di persone. Se l'Europa fosse stata meno centralista e più federalistica svincolando maggiormente le nazioni membro verso politiche economiche maggiormente nazionalistiche e/o in ogni caso promuovere una politica di crescita economica più omogenea, sarebbe stato più facile oggi allearsi per fronteggiare insieme la crisi e circoscrivere in ambito G7 l'aggressiva crescita Cinese. Avremo condiviso la nostra forza, oggi invece grazie all'EU o EURSS e dubbie politiche della Troika condividiamo solo la nostra debolezza e i nostri debiti.

D'altrocanto però va anche considerato che a fronte della crescita Cinese pesano altrettanto le divisioni Europee che hanno contribuito a destabilizzare il sistema monetario internazionale e indebolire l'Occidente a partire da De Gaulle e la sua guerra finanziaria agli USA tracciando una via profonda verso la caduta del sistema monetario di Bretton Woods che va quindi ascritto fondamentalmente a De Gaulle e non come molti erroneamente fanno a Nixon, questione su cui ci riserviamo di tornare in seguito.



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