- DJ Liberty, un figlio della Libertà
Gli
Italiani sono un popolo fantastico capace di ridere e ironizzare sui
terroristi dell'ISIL in Libia che venendo a Roma restano bloccati nel
traffico sul raccordo, sino alle devastazioni di Milano di metà 2015 dove però
l'assist glielo fornisce un quantomai confuso teenager che rilascia
una altrettanto confusa intervista alla TV nazionale. E' splendido e
abbiamo riso con piacere anche noi alle varie ironie del caso.
Tuttavia
non dovremo farci distrarre troppo dalle questioni di fondo. Si
perchè attualmente ci sono rivolte giovanili praticamente in tutto
il mondo. Non sono quindi 4 teppisti figli di papà come diceva Renzi
nel tentativo di placare le tensioni a ridosso del già criticato
Expò, peraltro a Milano ne erano almeno 1000, ma è un problema
figlio di un disagio molto più serio. Né basta il più giovane
Renzi che parte con buoni propositi, ma suo malgrado si arena sui
vecchi e ben noti andanti della politica italiana sino ormai nel 2016 concludere nel peggio della vecchia politica piombando l'Italia nel ridicolo internazionale. E' un tema difficile, ma
abbiamo raccolto la sfida e ne abbiamo iniziato a discutere l'anno scorso in un
difficile articolo sulla frattura generazionale in corso, in
continuazione ad un altro articolo sull'Expò in cui si affrontava la
polemica della classe politica italiana che inveisce contro i giovani che
rifiuterebbero il lavoro.....:
http://global-geopolitic.blogspot.it/2015/05/expo-2015-una-frattura-generazionale.html
Siamo restati quasi un anno ad osservare quanto succedeva, ove vi fossero stati cambiamenti. E non solo non si registrano significativi miglioramenti, ma sotto alcuni aspetti sembra che la situazione si degradi in linea con le seguenti analisi come testimonia ad esempio anche l'emigrazione consistente dall'Italia, solo nell'ultimo anno di almeno 100.000 in via ufficiale. Si perchè in realtà probabilmente sono anche di più che però non hanno ancora cambiato ufficialmente la residenza in quanto in cerca di un lavoro più stabile prima di farlo.
Siamo restati quasi un anno ad osservare quanto succedeva, ove vi fossero stati cambiamenti. E non solo non si registrano significativi miglioramenti, ma sotto alcuni aspetti sembra che la situazione si degradi in linea con le seguenti analisi come testimonia ad esempio anche l'emigrazione consistente dall'Italia, solo nell'ultimo anno di almeno 100.000 in via ufficiale. Si perchè in realtà probabilmente sono anche di più che però non hanno ancora cambiato ufficialmente la residenza in quanto in cerca di un lavoro più stabile prima di farlo.
Francesca è una giovane ragazza del
centro sociale Hobo a Bologna. Immaginiamo che certe idee politiche che segue siano lontane dalle nostre, complice anche una politica più liberista conservatrice oggi quasi inesistente in Italia, tuttavia non è lontano il disagio
socio-economico di cui si lamenta nello sfogo di quest'intervista.
Prima di giudicarla male, ascoltatela con attenzione e riascoltatela
se necessario. Francesca è una giovane ragazza che si lamenta di
quello di cui in pratica si lamentano tutti i giovani dai 16 ai 40
anni. Precarietà, disoccupazione, giovani costretti a fare lavori di
scarsa qualità sottopagati o addirittura gratis, mancanza di
prospettive per il futuro e infine..... mancanza di rappresentanza
democratica.
Siamo teppisti solo
perchè non vogliamo accettare tutto questo ? Beh si allora siamo
tutti teppisti, conclude Francesca.
Crediamo sinceramente che continuare a chiamare i giovani idioti, choosy e sfaticati finirà per fargli esplodere in faccia il problema.
Un
problema di cui però analisti di alto profilo internazionale sono
assolutamente coscienti e che affrontano con assoluta serietà al
contrario della politica nostrana. Bisogna anche ammettere che
sebbene la difficile presidenza Obama si possa criticare su altri
aspetti, va invece elogiato il tentativo dell'establishment Americano
di dialogo e di comprensione del disagio giovanile, sia esso quello
in America che altrove fermo restando la condanna per atti di
gratuita violenza.
Il
documento che andiamo ad analizzare nel merito è stato redatto da
Guy Ryder, direttore generale dell'ILO ( International Labour
Organization, ossia l'organizzazione internazionale del lavoro, agenzia dell'ONU ) e
presentato e discusso al G7 2014 tenutosi a Bruxells. Il documento è ancora del tutto degno di attenzione come dimostra anche l'aggravarsi delle tensioni internazionali.
« I
Mercati del lavoro in giro per il mondo sono in grave difficoltà.
Con le previsioni di un debole, irregolare e incerto recupero della
crescita dell'economia globale nel 2014 e successivi probabilmente, le
prospettive di una rapida e sostanziale inversione di rotta sono
proibitive. Sono necessarie azioni da parte dei leader globali e
misure proattive da parte dei politici di ciascun paese per cambiare
ritmo e direzione e fare del recupero dell'occupazione una priorità
globale e una realtà nazionale.
No all'apprendistato a basso costo. I giovani combattono per il lavoro |
Le
prospettive per il mercato del lavoro per i giovani si sono
deteriorate quasi in ogni regione del mondo, con i cambiamenti più
evidenti attualmente in corso nel Medio Oriente e Nord Africa. Nel
Sud Europa, la disoccupazione giovanile ha raggiunto proporzioni che
non si vedevano dalla Grande Depressione ( del 1929 ). Nel mondo
circa 2 disoccupati su 5 ha un età fra i 15 e i 24 anni, per un
totale di 75milioni di uomini e donne in cerca di lavoro.
L'Organizzazione
Internazionale del Lavoro ( ILO ) stima che il gap globale dei posti
di lavoro, ossia la differenza fra ciò che avrebbe prevalso in uno
schema di crescita pre-crisi e ciò che prevale ora, è di 62 milioni
oggi ( di disoccupati in più ) e ci si aspetta che cresca sino ad
81 milioni nel 2018.
La
stima sulla differenza globale dei posti di lavoro è appena la punta
dell'Iceberg. Vi sono molteplici manifestazioni della sofferenza del
mercato del lavoro in giro per il mondo: il cambiamento della natura
della disoccupazione; la deteriorazione della qualità del lavoro e
degli stipendi; la persistenza di alti livelli di “working poverty”
( povertà “lavoratrice”, ossia gente povera con qualche tipo di
impiego ); trends crescenti di diseguaglianza e polarizzazione nei
mercati del lavoro.
Voglio lavorare |
Alcuni
esempi includono la Spagna +27.6% fra l'ultimo quarto del 2007 e il
primo quarto del 2013, gli Stati Uniti +18.8 dalla fine del 2007
all'inizio del 2013 e il Regno Unito +10.9%.
Nel
caso dei paesi ( ma direi che vale anche per le regioni ), a basso e
medio reddito, il rateo di disoccupazione complessiva e la sua
durata, non sono necessariamente gli indicatori migliori per la
sofferenza del mercato del lavoro. La questione è la scala e la
persistenza di impieghi a bassa produttività, che naturalmente è
precedente la crisi degli anni 2008-2009. »
Pensiamo ad esempio al caso del centro-sud Italia, la Grecia ecc. Per quanto un po' tutta l'Italia è entrata ormai in una certa spirale di modalità occupazionale a bassa qualità e disoccupazione. E pensiamo anche ai falsi annunci del governo Renzi e dell'ISTAT sino ad oggi nel 2016 che mascherano per crescita e occupazione quella che è invece è un aumento di meri posti di lavoro del tipo working poverty
Pensiamo ad esempio al caso del centro-sud Italia, la Grecia ecc. Per quanto un po' tutta l'Italia è entrata ormai in una certa spirale di modalità occupazionale a bassa qualità e disoccupazione. E pensiamo anche ai falsi annunci del governo Renzi e dell'ISTAT sino ad oggi nel 2016 che mascherano per crescita e occupazione quella che è invece è un aumento di meri posti di lavoro del tipo working poverty
Un trend destinato a crescere anche grazie alle ultime leggi del governo Renzi come il Job Act che legalizzano il lavoro nero li dove estendono in pratica i contratti di apprendistato a basso costo sino ai 30 anni di età per ora, in linea come vediamo con il deterioramento dell'occupazione e non facendo le riforme necessarie a contrastare tale trend negativo. E che si aggiunge ad un fenomeno crescente di esclusione del mercato del lavoro stabile invece oltre i 30-35 anni a causa delle politiche fiscali italiane. Invece di tagliare spesa e tasse, tagliano gli stipendi e la qualità occupazionale.
« Un
modo per misurare e verificare questo cambiamento è focalizzandosi
sull'incidenza dell'informalità: questi gruppi nella forza
lavorativa, si guadagnano la vita in condizioni precarie o impiegati
su base casuale, senza accesso ai contributi della sicurezza
sociale. »
Vedi
agenzie interinali ormai uno standard in Italia, specialmente ma non
solo per i 30enni in su. Colpisce molto, come è evidente in questa
analisi del G7, come la situazione Italiana sia alla fine in gran
parte da affiancare a quella delle nazioni a basso e medio reddito,
fatta eccezione per alcune poche regioni più ricche del Nord Italia.
Del resto la stessa analisi ha definito la situazione del Sud Europa
come non si vedeva dai tempi della Grande Depressione del 1929.
Questa
situazione è di circa il 30% nei paesi a medio reddito del G-20, ma
in alcuni casi può raggiungere anche l'80% della forza lavorativa.
L'ILO stima che l'occupazione informale, come è definita in questo
caso, si è ridotta in soli 26 su 49 paesi nei quali sono disponibili
statistiche credibili.
« In
aggiunta, i più recenti sondaggi dell'ILO sulla transizione
Scuola-Lavoro in un numero di nazioni Africane mostra che il 50% dei
giovani uomini e donne auto-impiegati ( autonomi, liberi
professionisti ecc. ), sono spesso intrappolati in un tipo di lavoro
informale a bassa-produttività e di sopravvivenza. Uscire fuori
dall'informalità è di grande importanza per i paesi a basso e medio
reddito. »
Questa
situazione si applica ormai perfettamente anche a buona parte
dell'Italia, a cominciare dal Centro-Sud Italia ma non solo, dove
molti e molti giovani si trovano effettivamente in questo stato di
cose. In Italia sono note ormai da tempo le cosìddette sofferenze delle partite iva che rientrano appunto nel campo dell'auto impiego
L'unica differenza la possono fare i genitori tramite il loro lavoro se lo hanno ancora, ed eventualmente un po' delle loro pensioni che spesso con somma difficoltà possono cercare di aiutare i propri figli. Una situazione ad ogni modo che si sta ulteriormente deteriorando in nazioni come l'Italia dove la tenuta del sistema pensionistico è a rischio, complice l'eccessiva pressione fiscale che fa scappare le imprese a fronte dell'annosa questione di elargizioni a pioggia verso soggetti improduttivi.
Ma fatta eccezione di questo, la situazione è pressoché assai simile se non uguale a quella Africana, dove si aggiunge la pressione fiscale e la burocrazia alle p.iva in Italia che è davvero insostenibile. Anche il seguito si adatta perfettamente alla situazione Italiana.
L'unica differenza la possono fare i genitori tramite il loro lavoro se lo hanno ancora, ed eventualmente un po' delle loro pensioni che spesso con somma difficoltà possono cercare di aiutare i propri figli. Una situazione ad ogni modo che si sta ulteriormente deteriorando in nazioni come l'Italia dove la tenuta del sistema pensionistico è a rischio, complice l'eccessiva pressione fiscale che fa scappare le imprese a fronte dell'annosa questione di elargizioni a pioggia verso soggetti improduttivi.
Ma fatta eccezione di questo, la situazione è pressoché assai simile se non uguale a quella Africana, dove si aggiunge la pressione fiscale e la burocrazia alle p.iva in Italia che è davvero insostenibile. Anche il seguito si adatta perfettamente alla situazione Italiana.
“Un'altra
tendenza della sofferenza che c'è è il significativo abbandono del
rateo di partecipazione giovanile globale al lavoro. Attualmente è
del 2% inferiore ai livelli pre-crisi.
Questo
suggerisce che i giovani, scoraggiati da una carenza di adeguate
opportunità di lavoro, abbiano perso speranza, abbandonandone la
ricerca e uscendo fuori dalla forza lavoro. Questo non significa
necessariamente che stiano transitando verso l'istruzione o qualche
modalità di formazione. La percentuale di giovani che non sono né
occupati, né studenti, né in formazione è cresciuta in 30 su 40
paesi.
Ai
giovani che non sono produttivamente impiegati sia nel mondo del
lavoro o dell'istruzione o della formazione, non bisogna permette di
abbandonare le proprie aspirazioni per una vita e un futuro migliori
per se stessi, le proprie famiglie e per le società”.
Segui i tuoi sogni. Cancellato |
Noi come il G7 non stiamo dicendo che è giusto, stiamo analizzando la radice e le cause intime della sofferenza giovanile globale che c'è. E' evidente come abbiamo sin qui visto, esiste anche in Italia e che in alcuni casi si può manifestare in modo alquanto “esplosivo”. Essendo entrambe inclini alla libertà e alla democrazia semplicemente analizziamo i problemi della popolazione per cercare delle soluzioni.
E
troviamo sia poco costruttivo e responsabile un certo atteggiamento
di cerca politica di denigrare la sofferenza giovanile e girarsi
dall'altra parte un po' come la classe aristocratica dell'inizio del
'700. Le grandi rivoluzioni di quell'epoca dalla Rivoluzione
Americana a quella Francese, dovrebbero quantomeno suggerire
qualcosa. E lasciateci anche aggiungere che sono poche le rivoluzioni
avvenute senza almeno un conflitto, uno scontro o una battaglia.
L'analisi
dell'ILO in seguito continua evidenziando come i loro obbiettivi
strategici consistano nel suggerire tutta una serie di politiche ai
propri membri affinchè vi sia una completa inclusione sociale verso
una piena e produttiva occupazione per tutti.
L'ILO
agisce a stretto contatto con governi, datori di lavoro e lavoratori
per condividere una visione comune su come rendere le aspirazioni
collettive per l'ottenimento di un pieno e produttivo impiego una
realtà per tutti.
In
seguito l'analisi poi continua spiegando e ribadendo come l'ILO
agisca per affrontare il problema della generazione di posti di
lavoro di qualità nelle odierne sofferenti economie e ambienti
sociali, agendo sia su scala globale che regionale.
Agisce
anche a livello G20 all'interno di vari lavori di squadra e in
particolare in una Task Force di Impiego che affianchi i leader nella
realizzazione di una forte crescita e impieghi di qualità.
Suggerisce
anche pratiche testate per il recupero giovanile e la crescita a
lungo termine al fine di rompere il ciclo vizioso alla base
dell'abbandono lavorativo. Infine si adopera molto per l'ottenimento
di competenze da parte dei giovani al fine di ottenere un maggior
numero di posti di lavoro di qualità.
In
conclusione lo studio si rivolge alla global leadership in generale,
sottolineando come i leader globali incluso il G7 giochino un ruolo
chiave per la risoluzione di tali questioni, nel merito della
disoccupazione giovanile e quindi di quella generica.
Passo
fondamentale consiste nel riconoscere che la generazione di posti
di lavoro decenti, di maggiore qualità, è al cuore della prosperità
economica reciproca e condivisa, ed è un necessario pilastro per il
recupero.
Inoltre
i leader del G7 dovrebbero focalizzarsi sulla promozione di maggiori
posti di lavoro di qualità, piuttosto che su approcci verso riforme
stringenti e limitative al mercato del lavoro ( vedi ad esempio
lavori sottopagati di più scarsa qualità tipo Cina per dirla in
parole povere, che è poi la strada intrapresa dal Job Act di Renzi ) o specifici programmi di formazione ( vedi business
dei corsi di formazione finanziati dal governo e onestamente spesso
di scarsa utilità effettiva ).
Molteplici
organizzazioni internazionali di rilievo si sono fatte portatrici
dello stesso messaggio, dalla World Bank al Fondo Monetario
Internazionale ( FMI ) e il McKinsey Global Institute.
Alcune
questioni globali comuni stanno emergendo sempre di più. E fra
queste vi è l'urgente necessità di affrontare la debolezza della
domanda aggregata dell'economia globale odierna. Questo può essere
fatto, suggerisce l'ILO, attraverso un approccio più morbido e
sfumato del consolidamento fiscale, iniziative compatibili con
incentivazioni per la promozione prioritaria di quei settori che
generano posti di lavoro, una maggiore istruzione di manodopera
specializzata e un corretto bilanciamento fra la rimozione degli
impedimenti strutturali all'occupazione verso una protezione dei
lavoratori da impieghi di tipo precario.
Può
anche essere affrontata dall'aumento degli investimenti nelle
infrastrutture, promuovendo l'inclusione finanziaria, una migliore
connessione del sistema educativo con il mondo del lavoro e ponendo
particolare attenzione alle condizioni critiche dei giovani.
Dichiarazioni
audaci e persuasive da parte dei leader mondiali, incluso quelli del
G7, sostenute da un piano credibile di azione basato sulla conoscenza
comune collettiva e il consenso convergente nell'affrontare la sfida
globale sui posti di lavoro, può fare molto per galvanizzare
l'opinione pubblica nell'azione.
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