Debito Pubblico Italiano

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venerdì 29 giugno 2012

Vendiamo prodotti non bond !

Invece che vendere bond ( titoli di stato ) e ingrassare il governo, dovremo vendere prodotti e arricchire la popolazione aiutando l'industria locale e riducendo lo stato. Questa in sintesi la soluzione alla crisi. Il relativo incremento del gettito fiscale contribuirà a coprire le spese per gli ammortizzatori sociali.


All'indomani della duplice vittoria sportiva e politica sulla Germania, nonostante il palliativo momentaneo di un intervento dell'FMI e della BCE e quindi eventualmente della Germania sui titoli di stato italiani, e non solo, ancora una volta si manca la vera ed unica soluzione al problema ossia l'enorme deficit commerciale crescente delle nazioni occidentali, causa principe della crisi economica a cui nel nostro paese si sommano ulteriori problematiche.


Ecco quindi che invece che vendere bond, il governo dovrebbe piuttosto strappare contratti commerciali di export di prodotti e servizi italiani, liberalizzando l'economia italiana e riducendo il peso della macchina statale.

Sotto questo punto di vista Berlusconi ci aveva in parte preso, andando ad incrementare proprio accordi commerciali con nazioni estere, purtroppo però aveva scelto partner sbagliati e instabili come la Libia di Gheddafi e il regime di Putin. Molto meglio gli emiri del Qatar nostri forti alleati NATO strategici nel Golfo che hanno investito negli ultimi tempi del governo Monti e ancora vorrebbero farlo, non solo loro a dire il vero.

Dall'altra parte invece i fondi di investimento Londinesi di Putin in Russia scalano Unicredit e la cosa va certamente osservata con attenzione verso eventuali implicazioni. Del resto è normale che le attuali bordate finanziarie abbiano come naturale conseguenza o obbiettivo, la scalata della finanza occidentale da parte di Russi e Cinesi, eventualmente anche arabi che ne colgono l'opportunità.

E' una vera e propria guerra mondiale finanziaria e il “nemico” principale inutile dirlo è la Cina, verso cui la guerra fredda crescente diviene sempre più serrata, altro che governo globale. In tale contesto invero anche i Russi piuttosto che ostili, cercano di cogliere opportunità e giocare nel mezzo e questo nonostante le tentazioni sovietistiche di Putin e del ministro Lavrov che stanno aggravando la situazione in Siria e verso la NATO in più occasioni, l'ultima delle quali tramite la fornitura di armi come elicotteri da combattimento ecc. al governo Siriano.

Nonostante ciò, la Russia non potrà tornare ad essere come l'URSS, non con la Cina che ambisce sempre di più allo status di superpotenza e divora risorse allo scopo. Ecco quindi come la miope politica di Putin oltre a rendere l'economia Russa debole e schiava del mercato di gas e petrolio, la renderà anche vulnerabile alla Cina di domani. Chi chiama in causa i vecchi rapporti fra Cina e URSS lo fa in modo improprio ignorando i grandi mutamenti geopolitici. Probabilmente sarà più come i rapporti fra Cina e Vietnam o qualcosa del genere con il crescente affanno Russo per tenersi buoni i vicini Cinesi....


Tornando in Europa è del tutto comprensibile la resistenza tedesca, ma da dove nasce ?

Noi sosteniamo che la dichiarazione di un default sistemico e annullamento reciproco dei debiti sia la base su cui costruire una nuova economia occidentale. Molte banche, incluso quelle tedesche, sono piene di titoli tossici, assets sballati e costruiti su derivati di crescita, che però non c'è mai stata. Non si possono schiavizzare popoli interi a botte di austerity per questo, non ha senso. Vanno isolati gli assets tossici e lasciar fallire chi deve fallire, proteggendo al contempo l'economia occidentale. Oltretutto consoliderà gli spread e gli investimenti sui bond in quanto con un livello di debito azzerato le nazioni potranno pagare interessi più alti, cosa che certamente attrarrà più investitori, come pure noi facevamo 30 anni fa. Chiaramente invece i debiti di spesa vanno ridotti medianto taglio della spesa pubblica. In tutti gli altri casi l'annullamento ufficiale reciproco dei debiti pubblici sulla base di accordi opportunamente concepiti che ne tengano conto magari in via ufficiosa un po' come alla fine della WWII, è sicuramente la scelta migliore a cui far seguire una maggiore protezione dell'economia occidentale Euro-Americana che dovrebbero convergere verso una sorta di federazione in chiave di contenimento Cinese e asiatica.

Bisogna poi capire che la crisi crescente in Europa alla fine si ritorcerebbe anche contro la Germania stessa. Per capire come la Cina sia all'origine di tutto questo, bisogna tenere presente come guardacaso negli stessi anni dell'inizio della grande crisi economica ossia il 2009, la Germania sia stata letteralmente scalzata dalla Cina come principale esportatore mondiale. In altre parole man mano che l'insensato abbattimento doganale globale designato dalla WTO e quindi dalla governance globale, permetteva una fuga ed emorraggia di investimenti industriali verso la Cina comunista, naturalmente quest'ultima diveniva il principale esportatore globale.


La Germania ha iniziato ad esportare sempre di meno e la spesa sociale tedesca ha preso ad andare fuori controllo rischiando un deficit di copertura, attualmente si stima che la spesa pubblica tedesca, che sostiene anche le aziende e lavoratori tedeschi per competere con la Cina, sia di 7.000 miliardi di Euro !

La Germania dal socialista Schroeder in poi, uno dei padri della UE, dell'Euro e del Trattato di Lisbona, per risolvere la crisi crescente in Germania, ha incentrato le politiche tedesche sullo sfruttamento dell'Eurozona tramite l'Euro e l'indebolimento delle economie periferiche come la Grecia, la virtuosa e forte Irlanda, l'Italia, la Spagna e il Portogallo che hanno aumentato le importazioni tedesche e in parte Francesi, a danno delle proprie che del resto anche loro già si scontravano con la massiva concorrenza, per giunta sleale, delle economie emergenti, Cina in primis.



Il progetto di globalizzazione socialista nato in Europa, ha fatto sì che la Germania colonizzasse e infine distruggesse o quasi l'economia continentale europea, strigendo anche ulteriori rapporti con la Russia, ad esempio tramite il Northstream. Ecco perchè la Merkel a denti stretti infine si è “piegata” a Monti. Il calcolo del fallimento delle economie Europee e quindi grande calo dell'export tedesco incentrato in Europa con stime di 5 milioni di disoccupati tedeschi, ha fatto tremare Angela.

La condivisione del debito però non risolve il problema di fondo, ossia il crollo della competitività Europea e il crollo delle esportazioni con emorraggia di risorse economiche verso l'asia e i BRICS ( economie emergenti ). Comprensibile quindi ripetiamo, la forte resistenza germanica. Del resto cosa succederà quando anche la spesa pubblica tedesca si esaurirà per pagare i conti di quella parte dell'eurozona già in fallimento ?

Ecco perché ribadiamo con forza ancora una volta che il socialismo globale pro statalismo e spesa pubblica sia un fallimento già in partenza come vediamo. Invece di ossessionarsi sulla vendita dei titoli di stato, bisognerebbe tagliare la spesa e le strutture statali e concentrarsi sulla vendita di prodotti e servizi stipulando contratti commerciali di import/export con varie nazioni e curandosi di più della bilancia commerciale, riconoscendo in tutto questo il ruolo del rapporto con una superpotenza partner privilegiato, USA nel nostro caso, che sostenga quindi in modo particolare le economie delle nazioni periferiche con mutui scambi economici.



La crisi infine è bene dirlo, nasce in Europa, un'Europa a corto di risorse strategiche sempre più in mani Cinesi, un'Europa che pensa di gonfiare una moneta tramite guerra valutaria per strappare prezzi migliori su materie prime che non ha, un concetto comunista sulla manipolazione dei prezzi e dell'economia che porta il suo conto, inflazione, calo dell'export e crollo del potere d'acquisto, un'Europa che gioca a fare la superpotenza senza esserlo sfidando anche gli USA con insensate barriere doganali invece pro-Cina. Un'Europa che ora paga il caro prezzo della sua insensatezza, fanatismo utopico global-socialista e ignoranza di molti Euroburocrati.



La verità è che Bush e Rumsfield avevano ragione e azioni militari di ultima istanza per tutelare le risorse strategiche in cambio dell'aiuto alle popolazioni locali, sarebbero costate molto meno.

Nel 2008 la guerra in Iraq dal 2003, costava circa 200miliardi di dollari, spesa più che sostenibile da un'economia Americana in buona forma, provocava un rapido mutamento politico del regime di Gheddafi, un cosistente stop alla politica nucleare iraniana e una ferma considerazione della situazione da parte della Cina che in quel periodo fu molto più blanda.



La crisi globale ed Europea di cui non si vede fine, è costata migliaia di miliardi di Euro, intere generazioni svendute sull'altare della globalizzazione e del debito e se diamo retta al piano ONU di imminente discussione per l'instaurazione del comunismo globale di cui parlavamo negli articoli precedenti, sembra che ne costerà ancora altrettanti. La nostra forza geopolitica ne esce a pezzi, con la Cina che oramai fuori dai salotti ci minaccia apertamente di guerra e noi cosa facciamo ?

Reagan disse che c'era un limite oltre il quale non erano disposti ad andare, che “il prezzo della pace non valeva le catene della schiavitù”.

180milioni di adepti del Falung Gong antica pratica di meditazione cinese che insegna tolleranza, pace e amore, sono sistematicamente perseguitati dal regime di potere cinese con imprigionamenti, torture e a volte si sono segnalati anche casi di morte.

Il regime cinese non è amico, né alleato; non è neppure necessariamente un nemico, ma è geopoliticamente ostile ed incrementa sempre di più la guerra fredda con gli USA e il mondo occidentale e quindi anche noi. La stessa Cina va verso una nuova piazza Tienamen che chiede più libertà e diritti umani, cosa che porta un aumento del costo del lavoro in Cina, ma commerciare con un regime non lo rende necessariamente migliore, ma certamente più forte. Una preziosa lezione della storia che ogni politico dovrebbe andarsi a studiare....
La Cina infine va verso la destabilizzazione per scarsità di risorse a fronte di una politica di crescita per quasi 2 miliardi di persone come più volte abbiamo evidenziato, destando sempre più forti preoccupazioni fra le nazioni del Pacifico e sudest asiatico come l'Australia e le Filippine che rinforzano i legami militari strategici con gli USA. L'economia cinese non è certamente ancora al pari di quella Americana da cui dipende a doppiofilo, ma non sarà sempre così. Rubano tecnologia a ritmo serrato con continue azioni di spionaggio militare ed industriale e forte protezionismo interno ad economia socializzata e piuttosto statalizzata. Laureano circa 1milione e mezzo di ingegneri all'anno superando gli USA come crescita dell'istruzione, così come mercato dell'auto.

Su scala globale la Cina "non fa neppure finta" di chiedere il rispetto dei diritti umani, e commercia con regimi di tutte le specie rafforzando il terrorismo o varie dittature del terzo mondo e non solo senza molta considerazione. Il mondo incentrato sulla Cina si prospetta ad essere quindi un mondo caotico, dove vige la legge del più forte, non del più giusto, dove non ci si preoccupa più di tanto dei diritti civili, dove lo stato di diritto lascia il posto a governi corporativi sprofondando il mondo in una forma di nuovo medioevo tecnologico con corporazioni come feudi e tutt'al più città stato corporative.


Certo con miliardi di dollari di debito affibbiato alla Cina e da cui dipendono non se la passano molto bene. A chi pensa che la Cina controlli l'America, mi piace spesso fare una considerazione.

Se mi presti 100 euro è un mio problema. Se mi presti 100miliardi è un TUO problema.... gli Americani non sono scemi ! Del resto il capitalismo e la finanza l'hanno inventata loro, ma fino a quando sarà così ? Cosa succederà intorno il 2025 ? Riusciremo a fermare il suicidio dell'Occidente ? Stiamo già pagando il conto all'utopia socialista Cinese come le sue colonie, che svaluta la moneta e spende a gogo. Rendiamoci conto che capitali e moneta senza economia reale non valgono niente. Lo vediamo con l'Iran che fa tranquillamente a meno del dollaro e si riempe di prodotti comprati in Yuan e oro visto che oramai fanno tutto in Cina.. Invece di vendere bond e ingrassare ancora di più questi politici, vendiamo prodotti !


Probabilmente nel giro di 10-15, certamente non più di 20 anni, la destabilizzazione Cinese che punta ad eguagliare gli USA economicamente e militarmente nel 2025,  porterà quantomeno una guerra regionale nell'area e la riduzione del peso del governo centrale a favore di un sistema sempre più corporativo. Anche in quel caso ad ogni modo, la Cina sarà un problema per il mondo occidentale. Come spiegavamo in maniera più approfondita, in fondo all'articolo sull'ONU e l'instaurazione del comunismo globale, bisogna piuttosto resistere alle tentazioni di globalizzazione fino allo sfruttamento delle risorse minerarie spaziali.



Alcuni links:




http://www.forbes.com/sites/gordonchang/2012/04/22/the-best-reason-in-the-world-to-buy-gold/

Added:
http://www.asianews.it/notizie-it/Pechino-contro-tutti.-La-Cina-sempre-pi%C3%B9-dura-in-politica-estera-25192.html

http://www.asianews.it/notizie-it/Usa:-per-il-2020-l’esercito-cinese-potrà-“destabilizzare”-la-zona-Asia-Pacifico-22468.html