Debito Pubblico Italiano

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lunedì 20 dicembre 2010

Crisi Irlanda: fallimento dell'Euro. Come e dove nasce la crisi irlandese.

Perchè gli aiuti Europei non risolvono la crisi, ma in certi casi l'aggravano ?


Prima della crisi del 2008-2009 l'Irlanda è uno dei paesi più virtuosi dell'Europa, uno dei cuori industriali Europei incluso il settore delle alte tecnologie. I conti pubblici Irlandesi sono in surplus anche quando la Germania è in deficit e con un debito bassissimo del 25% sul PIL a fronte del 65% della Germania. Il virtuoso stato dell'Irlanda è evidentemente ben fuori dalle nazioni spendaccione accusate dalla Merkel e verso le quali vorrebbe prendere più seri provvedimenti. Ed è inoltre la dimostrazione evidente che non servono superstati per essere in buona salute, al contrario delle teorie globaliste degli ultimi 15 anni almeno.

Come e dove nasce la crisi dell'Irlanda ? E perché gli aiuti Europei non risolvono la crisi come testimonia il mercato che non sembra curarsi molto di tutto questo ? E' davvero tutta colpa dei “cattivi speculatori” ? E perché mai la politica irlandese si muove sempre di più verso il rifiuto degli aiuti Europei a tal punto che si spacca e crolla il governo irlandese ?

Sono tutte queste le domande che dovremo seriamente porci per comprendere più in profondità come l'economia funziona perché da queste domande dipende infine il fatto se domani avremo un lavoro che ci realizzi e un giorno una pensione o faremo le file per il pane. Domande che si guardano bene di lasciarci fare.

Ufficialmente l'Irlanda entra in crisi a causa della cosìdetta bolla immobiliare. Ossia le banche irlandesi si sarebbero sempre più indebitate a causa di avventate speculazioni nel campo immobiliare fino al punto che ad un passo da colossali fallimenti il governo irlandese è stato costretto ad intervenire per il salvataggio delle banche.
Ciò che mi incuriosisce sempre di più sono come già ricordato nei passati articoli anche in merito la crisi Greca, come ogni volta si accusino le bolle immobiliari.. eppure l'Euro era forte e solido tuonavano da Bruxelles, ma anche da Berlino, mentre crollava la borsa Americana... sarà che pure la bolla Americana ha anche altre origini ?? Almeno in parte è così.

In realtà nei prossimi minuti vi dimostreremo come non ci sia stata nessuna bolla immobiliare in Irlanda ma solo una svendita nazionale per assumere l'Euro ed entrare nella UE senza che l'Irlanda ne avesse peraltro alcuna necessità.

La prima cosa ad impattare sull'economia Irlandese sono le politiche comunitarie per la regolamentazione dei bacini di pesca e di caccia. Il Trattato di Lisbona prevede la condivisione dei bacini di pesca e in virtù della sua futura adozione, le direttive comunitarie della UE si muovono in tale direzione, provocando in sostanza un aumento delle licenze di pesca nelle varie nazioni a favore per giunta di cittadini di nazionalità diversa..
L'Irlanda come del resto anche la Grecia e il Portogallo vantano da sempre una forte industria ittica, difatti fra le prime a collassare tanto in Grecia quanto in Irlanda. Forti dei loro bacini grandi e fruttuosi essi rendevano molto bene al minore numero di pescatori e industrie ittiche di tali nazioni, essendo ovviamente la loro popolazione di numero minore.

Un'altra motivazione molto importante è la cessione a Bruxelles del seggio WTO e con esso il diritto di poter rinegoziare trattative commerciali con le altre nazioni allo scopo di proteggere il proprio mercato interno. In altre parole l'Irlanda, come la Grecia e il Portogallo a seguito degli accordi WTO ed UE, sono costrette a subire l'invasione di prodotti ittici extra-Europei a basso costo e spesso frutto di concorrenza sleale, senza poter fare nulla. E' quindi per tute queste ragioni che presto l'industria ittica Greca e Irlandese collassa fragorosamente nonostante le grida disperate di migliaia di lavoratori e cittadini contribuenti che chiedono da tempo un cambio delle politiche agricole e nell'indifferenza più completa della Leadership della UE che come previsto dal Trattato di Lisbona, per giunta prevede ed attua l'applicazione socialista/marxista della soppressione dei sussidi all'agricoltura e alla pesca in nome dell'abolizione delle dogane commerciali e dell'assegnazione di quote produttive per il controllo dei prezzi... ( teorie di Marx sul socialismo Internazionale ).
Il botto fragoroso delle relative industrie ittiche è ancora forte nella memoria dei cittadini Greci e Irlandesi. Fra l'altro le stesse politiche comunitarie porteranno all'iper sfruttamento anche dei nostri ricchi bacini di pesca a tal punto che la UE emetterà l'insensata direttiva per vietare la pesca di telline e quant'altro andando a compromettere seriamente un'importante nicchia del mercato ittico Italiano che non aveva mai sofferto a causa dell'eccessivo sfruttamento marino prima dell'aumento esponenziale delle licenze di pesca a seguito delle succitate politiche comunitarie. Ne abbiamo parlato anche noi non molto tempo fa in un articolo interamente dedicato alla questione. In altre parole pur di mantenere inalterata la loro visione Europea condannano a morte interi comparti industriali.

In effetti vediamo come la stessa identica cosa accade anche in altri settori. L'Irlanda come anche il resto del continente ha sofferto la concorrenza sleale e la delocalizzazione verso Cina, India ed Est Europa. Siamo stati invasi da prodotti molto al di sotto del prezzo di mercato e questo ha man mano fatto saltare il mercato e l'industria. Di conseguenza le aziende europee vengono obbligate a concorrere con le aziende cinesi e sono sempre più costrette a sottopagare i dipendenti oppure a trasferirsi altrove con le conseguenze di cui più volte abbiamo parlato. La grande potenza industriale dell'Irlanda oggi compra circa l'80% delle sue merci da posti come la Cina.
Anche l'Irlanda quindi ha visto crollare i suoi introiti fiscali derivanti da industria e commercio a fronte di aumenti per le spese di assistenza sociale quali indennità di disoccupazione, pensioni ecc.

Il colpo di grazia che porterà ad un crollo a spirale sempre più ripida per l'economia irlandese che come vediamo già affronta avverse condizioni di mercato, viene dall'ingresso e adozione dell'Euro. Da questo momento l'Irlanda rinuncia alla sua indipendenza in tema di politica economica monetaria quali ad esempio il tasso di cambio. 20 anni fa c'era già stata una sonora cantonata sull'argomento e per ragioni economiche molto ben precise in quanto le nostre economie, come testimoniato dalla differenza delle nostre valute, sono molto diverse.
L'Irlanda viene quindi costretta ad adottare gli assai più bassi ed esigui tassi di cambio della Banca Centrale Europea con la conseguenza che la maggioranza degli investitori defluirà dall'Irlanda non più attratti da un tasso di cambio maggiore, non per cattiveria ovviamente, ma per pure e semplici leggi di mercato, e questo include fondi di investimento di grandi dimensioni come Hedge Funds sia di tipo finanziario che di finanza immobiliare il che denota un crollo del mercato immobiliare e quindi del relativo valore di mercato.
Inoltre col crollo dell'industria Irlandese crolla anche il settore finanziario che investe nel campo immobiliare come le banche e vari istituti finanziari sostenuti dall'attività dell'industria e del commercio Irlandese. Molti istituti finanziari investono in immobili non per vizio, ma per tutelare e solidificare le loro nature patrimoniali sul lungo periodo, in quanto il mercato immobiliare è fra i più sicuri e durevoli nel tempo a bassa volatilità e con molteplicità di reddito e rendimento derivante oltre che dalla vendita anche dall'affitto. L'investimento immobiliare non è un male, ma anzi una trave portante dell'economia globale con New York considerata capitale e banca mondiale dell'investimento del mattone.

Come possiamo vedere quindi l'unico vero responsabile della crisi Irlandese è l'adozione dell'Euro e come vediamo l'unica vera colpa dell'Irlanda è quella di essere stata una nazione con un'economia troppo più avanzata e in buone condizione del resto di Europa e quella di aver avuto in un particolare frangente storico molto delicato una classe politica incapace che ha svenduto i propri interessi nazionali.


L'Euro non ha portato per niente stabilità all'economia europea e anzi ha devastato quelle di alcune nazioni, persino quelle di fortissime economie come l'Irlanda, figuriamoci altre più deboli come la Grecia. La cosa più grave è che tutto questo era prevedibile da parte di chi per lavoro oltre che per studio, conosce o almeno dovrebbe conoscere questi meccanismi e leggi economiche di cui parliamo ossia proprio la classe finanziaria e politica internazionale. Invero chi doveva lo sapeva, a parte forse i politici di facciata, ma hanno deciso di sacrificare il tutto sull'altare dell'ideologia globalista.

E' per questo che chi scrive sposa pienamente le parole che Nigel Farage co.leader per il gruppo Freedom and Democracy dirà all'europarlamento pochi giorni fa rivolgendosi alla Commissione Europea e la leadership globalista che c'è dietro:

“Ma chi diavolo vi credete di essere gente ?!”

Chi si credono di essere per agire in modo così indiscriminato sulla testa dei popoli, sacrificandone la libertà e il benessere in nome di un fanatico Euro-sogno ? Idem per un nuovo ordinamento globale dello stesso tipo imposto dall'alto e di cui paghiamo il caro prezzo della destabilizzazione sociale ed economica globale.

Di seguito vi offriamo una migliore traduzione dell'intervento di Farage, rispetto alcune già circolanti, più alcune ulteriori e importanti notizie in coda al filmato:


domenica 28 novembre 2010

Korea del nord e/o Cina lanciano ICBM in California; attacco alla Korea del sud un test della risposta americana in vista della prossima guerra in Asia



Non avevo neppure finito di pubblicare l'articolo sulle tensioni crescenti in asia che la sera stessa una notiza passata del tutto in sordina da noi, ha riempito i notiziari di tutti gi Stati Uniti d'America e fatto il giro di mezzo mondo, ossia il lancio di un missile balistico al largo della California a circa 30 miglia di sconosciuta origine. Il lancio piuttosto evidente è stato visto da milioni di cittadini e ripreso dalle TV della California. Nei primi minuti e nei primi momenti a caldo, il NORAD, il controllo del traffico aereo e il controllo Aerospaziale degli USA hanno negato che si trattasse di un loro lancio o di un esercitazione militare. Alcune quantomai fantasiose ipotesi hanno cercato di attribuire l'indiscutibile scia e sagoma di un ICBM a ( sic ) la scia di un aereo. Inutile dire che il Pentagono piuttosto imbarazzato ha preferito non dico avvalorare, ma simpatizzare per questa tesi consci che comunque questa brutta figura è meglio di quella che vede farsi lanciare un missile balistico ( di quelli che possono essere armati con testata nucleare ) sotto il naso.











C'è da dire che cmq il Pentagono ha detto il vero che gli USA non hanno mai corso nessun pericolo in quanto il missile non era diretto verso il territorio Americano nel cui caso sarebbe subito intervenuto lo scudo missilistico di difesa; non sappiamo dove è caduto né è vi è alcuna notizia al riguardo, ma è ragionevole supporre che si sia disintegrato o si sia autodistrutto in aria durante il volo o sia stato intercettato in qualche modo.

I motivi per cui è certamente un missile balistico sono diversi. La velocità di salita era troppo alta per un aereo normale e la scia degli scarichi denotava una potenza di gran lunga superiore a quella di qualsivoglia jet militare.

Robert Ellsworth ex deputato segretario della Difesa, ha riconosciuto subito la figura di un ICBM lanciato da un sottomarino come chiunque può appurare guardando un video di un lancio di test.

Ha ipotizzato però che si trattasse di un lancio dimostrativo da parte USA. Noi tendiamo a scartare questa tesi così come in genere scartiamo l'idea di un'esercitazione militare per varie ragioni.
La settimana prima era stato condotto un lancio missilistico di esercitazione per testare le tecnologie che verranno implementate nella nuova versione dello scudo stellare ossia potenti raggi laser oltre a missili intercettori che in verranno montati su strutture a terra, aerei e satelliti. Quest'evento ha avuto ampia risonanza mediatica sia prima che durante che dopo quando il potente raggio laser montato su un aero militare ha distrutto l'ICBM di test.
In questo caso tutto questo non è avvenuto.

La verità è che sicuramente l'ICBM è stato lanciato da un sottomarino al largo della California resta solo da capire da chi e perchè.
Russia Today non è proprio una testata giornalistica che considero sempre affidabile, ma se possono mettere in imbarazzo il Pentagono rivelando cose che non vogliono far sapere, lo fanno volentieri e difatti alla notizia hanno dato ampio rilievo chiamando in causa anche loro specialisti che del resto hanno confermato la tesi del deputato Ellsworth ossia il lancio da parte di un sottomarino:





L'ipotesi più credibile è che sia una dimostrazione piuttosto aggressiva nei confronti degli USA per dire che sono in grado di farlo ed è largamente ipotizzabile che si tratti proprio della Korea del Nord, il braccio armato della Cina. Per altro la Korea del Nord ha già lanciato un ICBM sopra le teste dei giapponesi anche se in quel caso fu annunciato.
C'è una ragione molto specifica al riguardo

Di seguito un video tratto dal canale youtube del senatore Ron Paul che spiega fra l'altro nei commenti come negli ultimi tempi i Cinesi ( e quindi anche la Korea del nord ) sembra abbiano realizzato un tipo di sommergibile particolarmente silenzioso.




Da vedere anche questo incluso l'articolo citato all'inizio di come un sommergibile Cinese recentemente sia spuntato dal nulla nel mezzo di esercitazioni navali Americane:





Ciò che è noto da tempo è che la Korea del nord è in possesso, tramite la Cina, invero di un particolare tipo di minisommergibile. La sua dimensione gli permetterebbe di penetrare la griglia di difesa sottomarina di sonar attivi degli USA, in quanto verrebbe scambiato con la fauna marina e allo stesso tempo arrivare in modo silenzioso abbastanza vicino le coste USA.
Dal momento del lancio, le griglie sonar e i satelliti intercettano subito chi e dove ha lanciato e sottomarini di pattuglia di classe Los-Angeles e classe Seawolf possono rapidamente intercettare il sottomarino ostile. Se fosse più grande sicuramente sarebbe intercettato in tempo breve, come accaduto col Kurk affondato durante un conflitto con gli USA nel tentativo Russo di forzare la griglia difensiva USA in modo simile a quanto visto e su cui specie in Italia non s'è fatta parola, mentre ampie inchieste e proteste si sono avute persino in Russia dove tutti hanno visto la carcassa recuperata del Kursk e su cui vi erano le tracce e anche il buco generato dall'impatto di un siluro. Oggi è stata smantellata completamente e non è più possibile indagarvi sopra. Interessanti documentari trasmessi dalla TV Svizzera ne parlavano anche quest'estate.

Il motivo per cui abbiamo tardato a pubblicare questa notizia era di cercare di capire cosa stesse succedendo e inquadrare meglio analiticamente da un punto di vista geopolitico la cosa. Poi col passare dei giorni chi scrive è rimasto sconcertato dal totale black-out mediatico nel nostro paese mentre il mondo vive fortissime tensioni internazionali. Le TV Italiane sono piene di robaccia, trasmissioni inutili fanno ascolti record mentre nessuno parla di un missile balistico lanciato a poche miglia da Los Angeles.

E poco tempo dopo cosa succede ? La Korea del nord attacca la Korea del sud bombardando un isola presso il confine. Molto e troppo blanda la risposta del Sud che crea un pericoloso precedente a tal punto che è stato sostituito il ministro della difesa. Difatti in questi casi la risposta standard prevista dai trattati militari di guerra internazionale è una ritorsione contro la base da cui è partito l'attacco. In altre parole il sud avrebbe dovuto bombardare la base d'artiglieria della Korea del Nord. Il precedente è grave perchè potrebbe autorizzare chiunque a compiere incursioni di questo tipo, anche se il cambio del ministro dovrebbe essere un messaggio chiaro.

Il fatto che dietro vi sia la Cina è anche ovvio confermato inoltre dal comportamento piuttosto aggressivo della Cina di questi giorni che sfida le esercitazioni Americane con Seul presenti in zona e già programmate ed è piuttosto troppo restia a frenare e condannare il suo alleato. Vero tuttavia che gli USA hanno invitato diverse portaerei di grande potenza di fuoco come la George Washington pronte quindi ad intervenire in caso di guerra effettiva.

E' come una partita a scacchi, la Cina come parlavamo nell'articolo precedente minaccia di attaccare il Giappone per la conquista delle isole Senkaku con i loro giacimenti petroliferi e l'aumento di forze navali cinesi al confine Giapponese rende la cosa piuttosto evidente.
Ricordiamo che le isole Senkaku furono conquistate dal Giappone alla Cina verso la fine dell'800. Conquistate poi dagli USA nel 1945 furono donate al Giappone. Negli anni '70 furono scoperti importanti giacimenti petroliferi e da allora la Cina ha iniziato progressivamente a rivendicarne il possesso. Con l'industrializzazione massiccia e la crisi endemica di risorse della Cina la questione diviene sempre più incalzante e la minaccia serissima e concreta.

Allo stesso tempo la Cina arma la Korea del Nord, il braccio armato cinese, per compiere il lavoro sporco al posto suo con minisommergibili di nuova concezione, probabilmente coinvolti in qualche modo anche nell'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon di cui abbiamo parlato in un altro articolo.

Gli Usa hanno risposto che difenderanno i loro alleati in asia, mentre Cina e Korea del Nord si preparano alla guerra contro Giappone e Korea del sud e per questo lanciano un ICBM fuori Los Angeles per minacciare Washington. L'attacco alla Korea del sud è quindi un test per misurare la risposta americana dopo la minaccia nucleare cinese alle porte della California e che non esita a schierare alcune delle sue più potenti unità navali nel mar Giallo oltre quelle già schierate durante la visita del Presidente Obama. Oggi le esercitazioni programmate hanno avuto inizio, fra le minacce di Pyongyang che frattanto spara ancora colpi di artiglieria che però nonostante il terrore della popolazione rimangono all'interno delle esercitazioni nord koreane. A poco servono inoltre le spiegazioni del Presidente Obama che le forze navali lì schierate non sono contro la Cina. Tecnicamente è vero, ma in realtà tutti sanno cosa sta succedendo ossia contenere l'espansione sempre più aggressiva della Cina.

Mentre tutto questo accade le principali TV della nazione Italiana si occupano di gossip e degli ascolti di trasmissioni inutili con i politici che litigano per le poltrone e l'UE ad un passo dal collasso istituzionale ed economico, ma su questo torneremo presto in seguito con un altro discorso esplosivo di Nigel Farage sulla crisi irlandese, il crollo dell'Euro e dell'economia Europea in nome di un fanatico EURO-sogno. Stay Tuned !

martedì 9 novembre 2010

L'aggressività Cinese minaccia lo stile di vita Occidentale: Obama mostra forza alla Cina

In questi giorni Obama sta facendo un costosissimo tour nel sud-est Asiatico a spese del contribuente americano gravato da una crisi paragonabile solo a quella del 1929 e per cause per altro simili ossia la globalizzazione come altre volte abbiamo ricordato nei passati articoli. Obama è stato molto criticato poichè ovviamente il Presidente USA non può andare così lontano solo con un auto, ma ovviamente con una degna scorta militare aero-navale. Tuttavia fa di più forse questa volta e si porta dietro un'interna flotta che costa circa 200milioni di dollari al giorno. Di primo acchitto viene solo da criticare una scelta simile, tuttavia tenendo presente l'articolo precedente a la crescita dell'aggressività cinese che va sempre più verso la scarsità di risorse ed energia, ecco come da un punto di vista geopolitico la mossa di Obama assume un enorme significato. 

La Cina da diverso tempo non fa altro che minacciare il Giappone e fra la sordina dei TG nazionali, c'è stato un significativo aumento della flotta Cinese al confine col Giappone che ha risposto in modo simile. La Cina ricordiamo che è un regime comunista/socialista, nonstante la sua apertura dei mercati rimane sempre tale, ed è piuttosto metodica e cinica nell'acquisizione delle risorse con poca curanza anche di quelli che sono i diritti umani ( in cina ci sono campi di concentramento di cui non si parla mai ). Obama ha ricordato alla Cina che il Giappone rimane un alleato ( nonstante vogliano buttare a mare gli Americani da Okinawa, alcuni pensano che una guerra non gli sia bastata ai socialisti giapponesi ), e che l'America difenderà il Giappone... "da un aggressione Cinese".

A questo aggiungiamo anche le forti pressioni e minacce su Taiwan e abbiamo il quadro completo. E' ipotizzabile anche che la Cina non lo faccia direttamente, ma tramite il braccio armato cinese della Korea del Nord, ruolo che potrebbe sempre più concretamente assumere con l'ascesa del figlio del dittatore Koreano.
Ad ogni modo il messaggio è chiaro, l'unico modo di giustificare la presenza di una flotta americana ai confini della Cina in previsione di un attacco cinese senza allarmismi eccessivi, è quello di portarci il Presidente in persona in gita da quelle parti. E infatti non a caso uno dei temi del tour di Obama è proprio il contezioso fra Pechino e Tokyo.

E' anche una dimostrazione di forza e un'avvertimento, l'America nonostante la crisi, rimane la superpotenza dominante capace di spostare in breve tempo ai confini della Cina una flotta navale di grosse dimensioni.
In futuro potremo assistere sempre più a manovre di questo tipo. Di recente ricordiamo anche le grosse esercitazioni aero-navali tenute insieme alla Korea del sud, contro la minaccia della Korea del Nord ma pur sempre ai confini con la Cina.
Dal canto suo la Cina si espande in Africa per l'approviggionamento delle risorse e come scrivevamo tempo fa, è questa la ragione principe dello sbarco di 3mila marines di stanza in Costa d'Avorio oltre che la lotta al narcotraffico, probabilmente sostenuto dalla Cina contro gli interessi occidentali nella zona. Idem per Darfur, Etiopia e forse anche Somalia su cui di recente è intervenuta l'Unione Africana guidata dalla Libia di Gheddafi  rafforzati dai finanziamenti occidentali, per strappare il controllo di Mogadiscio ai terroristi.

L'espansione Cinese minaccia lo stile di vita occidentale per varie ragioni, in primis nel mercato del lavoro in cui sempre più aziende vengono forzosamente messe in concorrenza con la concorreza sleale e il mercato illegale cinese ponedole quindi di fronte due uniche soluzioni: da una parte l'abbassamento dei diritti dei lavoratori occidentali e quindi dei costi standard del lavoro al di sotto della soglia di sostenibilità, causando quindi una contrazione dell'economia e dei consumi che chiamerebbe una politica deflazionaria che invece non arriva e porta quindi l'economia ad avvitarsi sempre di più; dall'altro lato porta il fenomeno della delocalizzazione e deindustrializzazione verso l'Est. 
E' inutile dirlo, l'industria oltre all'occupazione genera anche le principali fonti di introiti fiscali per una nazione ed è impossibile sostituirli con la sola spesa pubblica men che meno in una nazione come l'Italia o il continente Europeo con endemica necessità di importazione energetica dall'estero, salvo per il nucleare che è più gestibile anche sotto questo punto di vista.

Continuiamo in altre parole ad importare povertà dalla Cina a cui stiamo dando tutti i nostri soldi e la nostra ricchezza per poterci controllare meglio, in altre parole il suicidio della civilità cosìdetta "Occidentale" sull'altare delle fanatiche ideologie globaliste avente radice nel Socialismo Internazionale di Marx.
Basti pensare che il Prodotto Interno Lordo cinese è al 70% costituito da export verso le nostre nazioni, che la Cina va incontro a gravi problemi di inflazione del mercato interno, dovuto alle politiche socialiste/comuniste che si illudono di poter controllare il mercato in modo artificioso, ad esempio con il blocco dei prezzi e del tasso di cambio, per capire la gravità della situazione.
La Cina va anche incontro una sempre maggiore scarsità di risorse ed energia dovute alla sua corsa all'industrializzazione massiccia. Voci di corridoio infatti denunciavano un piano segreto da parte di alcuni capi militari cinesi, per una guerra di espansione e rafforzamento della Cina sullo scacchiere globale nei prossimi 10-20 anni. 
Certamente la Cina nella prossima decade andrà verso una progressiva destabilizzazione a causa della scarsità di risorse e questo potrebbe portare il governo a dichiarare una guerra per mantenere il controllo del paese ed evitare una guerra civile oltre che conquistare tali risorse. La minaccia della Cina quindi è concreta e neppure è una soluzione divenire più o meno schiavi o proni della Cina per questa ragione che arriva in questi giorni nientemeno che a minacciare neppure tanto velatamente tutte le nazioni occidentali che parteciperanno alla cerimonia di consegna del premio nobel per la pace ad un dissidente cinese accusato di eversione, in altre parole un esponente della lotta per la difesa dei diritti umani in Cina, accusando tale lotta e tutti coloro che la sostengono di destabilizzazione.....

Ecco perchè urgono politiche maggiormente protezioniste, la questione cina prima o poi esploderà e se saremo impreparati le conseguenze potrebbero essere piuttosto gravi e ledere la libertà nel mondo.

Di sicuro oltre alla protezione dei nostri mercati e delle nostre economie, da sviluppare è l'industria mineraria spaziale nel nostro sistema solare, oggi alla portata della tecnologia moderna e vera risoluzione definitiva dei problemi di approviggionamento a cui la nostra civilità va incontro. Via maestra il nucleare a fissione prima, a fusione poi attraverso vari stadi sino al terzo stadio, quella definitiva mediante la raccolta di Helio-3 abbondante in natura come presso i giganti gassosi che possono fornire energia a tutta la terra per migliaia e migliaia di anni..... per far questo occorre al solito incentivare l'impresa privata spaziale e essenzialmente liberalizzare completamente il mercato spaziale e i diritti di estrazione mineraria a cui varie compagnie internazionali hanno già rivolto l'attenzione e già chiesto permessi alle Nazioni Unite.


mercoledì 29 settembre 2010

Giappone, Cina e Russia: Il triangolo petrolifero del mare Cinese Orientale

E' di questi giorni la notizia di un comandante di un peschereccio cinese trattenuto in Giappone per aver violato lo spazio territoriale Giapponese e per aver speronato due motovedette della Guardia Costiera Giapponese per le quali il Giappone ha richiesto il risarcimento danni. La questione non è nuova come la notizia mediatica potrebbe far sembrare. In realtà da tempo le isole Senkaku, più o meno desertiche, sono in forte disputa territoriale con la Cina. La cosa risale alla seconda guerra mondiale quando tali isole furono conquistate dagli USA e poi donate insieme ad Okinawa al Giappone. Le leggi di guerra e il diritto internazionale quindi assegnano in modo inequivocabile tali isole al Giappone. Tuttavia si dà il caso che nei loro pressi vi siano giacimenti di petrolio e gas vergini scoperti negli anni '70 che da quel momento vengono rivendicati dalla Cina che in precedenza non si era mai interessate di tali isole, giacimenti rivendicati seppure in modo meno violento anche da Taiwan e infatti come dicevamo non è la prima volta che vi siano episodi del genere. Per esempio anche se pochi lo ricordano, ma l'8 Dicembre del 2008 due navi da guerra cinesi di pattuglia e ricognizione violarono lo spazio territoriale giapponese arrivando a circa 6 KM dalla costa delle isole Senkaku. La Guarda Costiera intervenne subito verso le 8 del mattino e nonostante i ripetuti inviti ad allontanarsi le vedette cinese lasciarono le acque solo verso le 13 del mattino. Altri episodi simili si sono susseguiti nel tempo e il peschereccio cinese è solo l'ultimo di una lunga serie.

Come da diverso tempo diciamo anche noi su queste pagine questo è solo un classico esempio dell'aumento dell'aggressività del regime cinese sempre più affamata di risorse. Per altro il suicidio globale che ha trasferito in Cina la spina dorsale dell'industria "occidentale" fa sì che il regime cinese si faccia sempre più aggressivo e pretenzioso. C'è da dire che circa il 55% del PIL cinese è sostenuto dall'export verso i nostri paesi,, difficile che voglia vederlo crollare in una guerra, tuttavia la situazione gli concede una certa leva politica e diplomatica che il regime utilizza in modo sempre più aggressivo generando non poche preoccupazioni.
E difatti gli USA hanno da subito garantito il sostegno all'alleato Giapponese, tra virgolette in caso di conflitto.

Quello che preoccupa ulteriormente in quest'ottica è cmq la recente visita di Medvedev alle isole sud orientali della penisola del Kamchacta a pochi KM dalle isole contese in cui il presidente Russo annuncia che quell'area è di loro interesse..... area in cui la stessa Russia ha un contezioso con il Giappone per alcune isole a causa di un trattato di cessione territoriale da parte del Giappone arreso mai firmato dalla controparte sovietica; pochi mesi fa la stessa Russia aveva reclamato l'area del polo Nord, ricca di petrolio e gas, come Russa e da pochi giorni è stato inaugurato l'oleodotto che porterà il petrolio Siberiano verso la Cina. 

A livello geopolitico abbiamo quindi una Cina sempre più aggressiva che non si fa remore a minacciare e enunciare  pretese, dall'altra una Russia altrettanto aggressiva nel controllo delle risorse energetiche globali su cui si fonda essenzialmente l'intera economia Russa dipendente dall'export di gas e petrolio e in gara con gli USA per conservare questo primato che gli garantisce il potere di influenza nell'aumentare i prezzi di gas e petrolio in accordo con l'OPEC onde potersi sostenere. Come osservavamo anche nell'articolo sulla Deepwater, le trivellazioni del Golfo del Messico e lungo le coste USA, renderanno gli USA meno dipendenti all'import Venezuelano, questo porterà al crollo il regime di Chavez che dipende dall'export di petrolio verso gli USA e con molta probabilità riporterà la democrazia in Venezuela ricollocando le riserve petrolifere Venezuelane nell'orbita di influenza Statunitense. Queste ultime unite alle riserve dell'Alaska e del Polo Nord così come la ripresa dei pompaggi dei pozzi del Nord Iraq per servire l'Europa, permetteranno al prezzo del greggio attualmente in mano all'oligarchia dell'OPEC, di scendere competendo anche nei rifornimenti verso la Cina. La Russia ovviamente fa di tutto per evitarlo cercando di mantenere il suo status quo, i prezzi alti gli permettono di sopravvivere e fare offerte di favore alla Cina assicurandovi una certa influenza. 
A dimostrazione di questo fatto, ricordiamo  come durante la crisi finanziaria a seguito del crollo della Leheman il prezzo del greggio scese da 120 a 30 dollari al barile in una settimana. La domanda petrolifera ed energetica industriale globale rimase ovviamente pressocchè immutata a testimonianza di come il prezzo del greggio sia drogato dalla speculazione finanziaria e soprattutto dalle politiche rialziste delle oligarchie russe ed arabe dell'OPEC.

Infine per il Giappone che altresì dipende dall'import di petrolio le isole Senkaku rappresentano una possibilità per avere una certa indipendenza energetica, fondamentale in caso di conflitto. Tale fatto unito alla ovvia necessità di difendere i propri spazi territoriali, ha portato il Giappone alla dichiarazione di stanziamento di un distaccamento dell'esercito in modo permanente sull'isola.


links:



domenica 19 settembre 2010

Bomba sulla torre Eiffel: il fallimento sociale del progetto Europeo


L'immigrazione incontrollata all'origine del fallimento Europeo

E' così che si conclude la politica multiculturale socialista europea, con un'allarme bomba nella torre Eiffel e nella metro di Parigi nel momento in cui il parlamento parigino vara leggi contro l'integralismo islamico. La politica socialista europea di immigrazione incontrollata, la mancanza di controlli severi ai nostri confini, l'eccessiva crescita della UE che ha inglobato nell'area Schengen nazioni socialmente instabili come Romania, Ungheria, Kosovo, Slovenia, Bosnia ecc. ha portato negli anni una crescita indiscriminata di popolazioni affatto integrate con le nostre culture che neppure hanno desiderio di farlo in molti casi e ha fatto sì che le periferie delle nostre città in tutta Europa si affollassero in questo modo di culture apertamente in contrasto con le nostre come la determinazionie di enclavi musulmane integraliste nel cuore dell'Europa. Certo c'è anche chi studia e lavora, ma l'instabilità sociale delle relative nazioni più l'eccessivo tasso di immigrazione verso le nostre nazioni ha generato e tutt'ora genera degrado e tensioni socio-culturali.

Qualche giorno fa il commissarrio alla giustizia europea Vivianne Reding, ha definito grave il comportamento della Francia riguardo l'espulsione di Rom e altri immigrati illegali che vivono in campi abusivi.  Lo scambio di accuse ha portato la Reding ad esagerare con le accuse verso una grande nazione come la Francia da sempre garante di diritti e democrazia, come ha giustamente fatto notare lo stesso Sarkozy e come un pò tutti hanno sottolineato.

Ciò che è  grave onestamente sono le pretese e le minacce che i cittadini subiscono sistematicamente da chi sta letteralmente invadendo il suolo Europeo delle nostre terre e delle nostre case. Coloro che dovrebbero essere ospiti o tutt'al più concittadini, si comportano sempre più spesso come padroni e pretendono di conquistare consensi a suon di bombe e rivolte violente per le strade. Barroso definisce inacettabili le discriminazioni etniche contro i Rom e condanna Sarkozy dimenticando forse che proprio Sarkozy è di origine Ungherese figlio di immigrati a tal punto che l'Ungheria  stessa conscia della cosa, appoggia Sarkozy.

Ciò che è inaccettabile è la discriminazione verso i cittadini ( nonchè contribuenti ) che vedono sempre più ledere i propri diritti.

Il fatto è che quando era il protettorato tedesco della Grecia a lamentarsi dell'eccessivo tasso di immigrazione che non riusciva a sopportare, nessuno gli dava retta e l'Italia era la solita Italia. Ma quando è la Francia a porre la questione beh le cose sono diverse. Teniamo anche a ricordare il vecchio detto che senza soldi non si canta messa. L'UE fa molte chiacchere ma decisamente poco di concreto, basta guardare le somme ridicole che l'UE destina alla FAO sostenuta in pratica per la maggior parte dagli USA. In quest'ottica infatti è comprensibile la richiesta di Gheddafi di fondi per prendersi "cura", si spera, degli immigrati, poichè è fuori ogni dubbi che erogare servizi sociali, a cominciare dal mangiare, vestire e dormire ad una mole così grande di persone richieda grandi sforzi economici, per cui sarebbe il caso di mettere da parte l'ipocrisia.

Il vero scontro in realtà non è solo su tematiche di pura etica, ma geopolitiche. L'UE  infatti, oltre la coltre di burocrati non eletti del politburo dei commissari UE, dovrebbe fare capo ai presidenti delle varie nazioni europee che, almeno sulla carta, presiedono la UE nel Consiglio Europeo. Il violento scontro fra Barroso ed un membro del Consiglio Europeo che sempre sulla carta dovrebbe avere più autorità di Barroso dimostra che de facto non è così. Infatti la UE è una costola della commissione Trilaterale e de facto i presidenti nazionali hanno un potere di influenza piuttosto relativo, così come de facto i parlamenti e i governi nazionali sono privi di reale potere politico indipendente, in quanto sono soggetti agli accordi e alla politica comunitaria UE.

Gli equilibri di strasburgo sono piuttosto complessi, Barroso accusa il fatto che esistano 27 nazioni e non una sola. Onestamente chi scrive crede che più che un'accusa è un banale dato di fatto ignorato da chi come lui, in nome del Socialismo internazionale vuole constringere 27 nazioni e popoli molto diversi fra loro che non parlano neppure la stessa lingua, a stare tutti insieme sotto lo stesso tetto. Il sogno dell'Europa unita e in pace è un sogno molto bello, che ho potuto vivere e comprendere a fondo andando in posti come il ponte di Strasburgo sul Reno, confine  militare per secoli e teatro di battaglie oppure a Basilea, città che si estende sui confini di 3 nazioni. Noi però crediamo come i grandi pensatori europeisti della Repubblica Ceca che l'Europa unita non passerà attraverso la mortificazione delle diversità europee che al contrario ne rappresentano la ricchezza. Noi crediamo che le diversità culturali e caratteristiche nazionali e territoriali dei popoli Europei vadano tutelate e salvaguardate e questo significa anche controllare i flussi migratori.

Se poi la si vuole dire tutta, il principio di libera circolazione in Europa fu pensato per le nazioni storicamente fondatrici della CEE, come Francia, Germania, Inghilterra e pochi altri. E' ovvio che nel momento in cui si annettono le neo colonie europee dell'est qualcosa salta.

Il commento migliore sulla questione Rom lo dà ancora una volta Nigel Farage che in sostanza denuncia come il problema Rom nasca dall'apertura delle frontiere, dall'aver fatto entrare in area Schengen tali nazioni che non erano pronte e dalla mancanza di una seria politica sull'immigrazione e integrazione. Inoltre osserva Farage come osservavamo anche noi, che se un Presidente eletto di una nazione democratica non ha neppure il diritto di dire chi può entrare nella sua nazione,  ecco che capiamo quanto è grande il potere della UE, un potere del tutto incostituzionale ovviamente e su cui andrebbe ovviamente espresso un Referendum di cessione della sovranità nazionale all'Europa. Qualcosa che cmq i cittadini hanno bocciato e su cui molti non sono d'accordo. Nessun problema, risposta sbagliata per la UE che va avanti lo stesso.....


Cosa succederebbe, chiede Farage, se dieci milioni di persone venissero qui perchè hanno il diritto di muoversi all'interno della UE ?
La prospettiva di queste politiche, continua Farage, è che molti milioni di persone vengano da questi paesi più poveri e instabili verso le nostre nazioni più ricche.  Oltretutto aggiungo nazioni che l'UE sfrutta per monodopera a basso costo, nonstante il caro vita  e che sta mettendo in crisi la nostra economia.

Cosa succederebbe se un milione di rumeni venissero in Inghilterra in 18 mesi.. o in Italia diciamo noi... non sorprendetevi se le persone cominciano a preoccuparsi.


venerdì 10 settembre 2010

Bruciare un libro giustifica violenze contro di noi ?



Dalle parole di Frattini verso la giusta condanna del rogo di 200 copie del Corano in un atto dimostrativo da parte del reverendo Jones in Florida giunge un'allarmante riflessione sulla debolezza di tutto il mondo Occidentale e che dimostra cmq a priori alcune se volete "ragioni "di questo discutibile atto dimostrativo. Bruciare un testo, fosse anche il Corano, può giustificare violenze di massa contro di noi ? Ovviamente no. Per quanto condannabile, e chi scrive come molti di voi che leggono condanniamo la bruciatura del Corano, beh è altresì vero che non è accettabile nessuna forma di giustificazione di nessun tipo verso atti di reazione violenta del genere. Se reagiscono così per un libro bruciato cosa dovremo fare allora noi verso tutte le violenze che i Cristiani subiscono nei paesi islamici come nel Sud-est asiatico ? Dovremo bombardare nuclearmente l'Indonesia o il Nord dell'India per gli assalti alle Chiese, per le croci e i Vangeli bruciati e i preti e suore uccisi brutalmente e le persecuzioni e persino omicidi verso coloro che dall'Islam si convertono ad altro credo o cmq vogliono vivere in modo diverso e meno integralista come tante donne perseguitate ??? ?

Ovviamente no e questo dimostra la differenza fra la nostra cultura e quella di chi reagisce in questo modo in molte enclavi islamiche di mezzo mondo. Questo dimostra come l'Occidente deve tirare fuori i propri "attributi" e avere il coraggio di condannare prima di tutto le reazioni violente, avere il coraggio di dire che tali persone non devono avere nessun tipo di rapporto con noi, politico, istituzionale, sociale, culturale ed economico, che non hanno diritto a niente nelle nostre nazioni se non al carcere. Sento mezzo mondo condannare un reverendo per la sua libera espressione, nessuno che condanna violenze inaudite da parte del mondo islamico contro la nostra libertà. Bisogna tagliare molti ponti con le economie degli stati fondamentalisti, anche se ci fanno comodo ci portano via ogni libertà come è ampiamente chiaro da quanto vediamo oggi. Tali nazioni dovrebbero decidersi una volta per tutte se vogliono relazioni con noi o meno. Da parte nostra non dovremo tollerare più certe ipocrite politiche sia da parte nostra che loro.

Guardate come si sono ridotte nazioni come l'Inghilterra orgogliose della libertà di espressione e oggi con la paura di criticare ogni cosa che possano fare gli islamici fosse pure Bin Laden fra poco, in modo simile la Francia che però grazie al governo Sarkozy quantomeno ha promosso azioni come il bando del Burka e ha preso una coraggiosa politica di espulsione che andrebbe estesa anche in altri casi vista l'immobilità e l'inutilità della UE in materia di politica sociale, economica e quant'altro. Le politiche multiculturaliste di stampo socialista sovietico sono state sempre un disastro e rischiano di portare ad inevitabili scontri civili. Ciò che possiamo dire è che chi vuole uno stato islamico non dovrebbe venire in Occidente, così come chi lo vuole Cristiano non dovrebbe andare in India.

Fermo restando la libertà di religione e di culto, ogni nazione dovrebbe conservare e difendere la propria libertà e la propria storia e cultura evolvendo verso la democrazia e la libertà e il diritto nel caso non sia sufficiente.
Se accettiamo di ridurre la nostra libertà di espressione abbiamo già perso e hanno già vinto loro. Per cui ribadiamo con forza prima di tutto la condanna verso le reazioni violente del mondo islamico, non sono accettabili e vanno respinte con tutta la forza e il potere del mondo cosìdetto "Occidentale", che include ovviamente anche nazioni orientali più liberali sotto questi aspetti.
Per il resto sposiamo anche il discorso di Obama in cui volge un raro apprezzamento verso le politiche di Bush nel dire che il nostro nemico non è l'Islam, ma i terroristi e il fondamentalismo. E' vero, ma anche il mondo islamico, incluso i relativi governi, dovrebbero sforzarsi di più nel condannare tali atti, purtroppo dobbiamo constatare che, forti anche dei finanziamenti in tal senso delle nazioni arabe, cresce l'integralismo islamico e sono sempre meno le voci moderate alle quali cmq ci uniamo, mentre le nostre città sono assaltate e assediate dal fondamentalismo islamico crescente.

In virtù anche di questo nonostante le buone intenzioni, è da ritenere inopportuna una Moschea a Ground Zero sulle rovine delle Torri Gemelle rase al suolo da un attacco islamico-fondamentalista di Al-Qaeda e che tutto il mondo vedrebbe come la Moschea eretta sulle rovine di Constantinopoli in cui per la prima volta comparvero i minareti come simbolo di conquista e controllo politica. Troppo forte è tale associazione e il dolore ancora presente per quella tragedia e con forza rispondiamo a Obama e l'Imam moderato che l'ha proposta che la libertà religiosa può essere rispettata lo stesso spostando il progetto almeno qualche isolato di distanza in un'altra zona. Devono sforzarsi di capire, cosa penserebbero se noi erigessimo una Chiesa rulle rovine eventuali della Moschea di Al-Aqsa o simile ?

Ciò che però sarebbe bello e opportuno è un memoriale eretto a Ground Zero e offerto dalla comunità islamica di NY e d'America in ricordo delle vittime dell'11 Settembre 2001 e contro il fondamentalismo islamico. Sarebbe da proporre questo anzichè insistere con la Moschea.


link:


lunedì 6 settembre 2010

Fini, Marx e la massoneria globalista 2

Volente o nolente ignoranza di imporanti equilibri geopolitici

Integriamo con queste ulteriori considerazioni tratte dall'ultimo discorso di Fini tenuto a Mirabello in occasione della festa del tricolore. Mirabello città simbolo della destra Italiana in quanto luogo da cui Almirante celebrava la nazione. Collegamento però contestato dalla maggioranza dei più fedeli della destra e di Almirante che non mancano di esporre il proprio disappunto anche in occasione del discorso precedente da Rutelli. Alternativa quella Finiana che oltre a portare il merito di una "concorrenza" che in politica fa sempre bene come nel mercato,  denuncia però la volente o nolente ignoranza di importantissimi e fondamentali equilibri geopolitici indissolubili da qualsivoglia politica alternativa di governo in quanto la situazione Italiana dipende fondamentalmente da essa molto prima che dalle scelte dei singoli politici e dal governo nazionale.
Lasciando da parte il dibattito interno, il gossip elettorale e la campagna elettorale appena iniziata ci concentriamo su alcuni di quei punti che, insieme a quanto detto nell'articolo precedente, lasciano capire come il vero cambiamento politico non verrà con Fini così come non verrà con questo governo se non continua a rivendicare una maggiore indipendenza nazionale. Essenzialmente il suo discorso si colloca in area centrista verso il terzo polo e più di una persona lo ha definito il nuovo De Mita, politico italiano della prima repubblica molto famoso per le sue polemiche.

Fini quindi anche qui continua nella sua politica globalista, cita la Germania e come anche Draghi auspica la nostra imitazione della Germania. Ben ha osservato in sostanza ieri Tremonti  al forum Ambrosetti di Cernobbio sulla crescita industriale come tale affermazione non sia altro che la scoperta dell'acqua calda ( dichiarazioni da bambini avrebbe detto il ministro Tremonti secondo quanto riportato dai media, ma il senso è quello ). In altre parole certe affermazioni lasciano il tempo che trovano, sono dichiarazioni semplicemente sensazionalistiche che ignorano le vere cause e le vere questioni geopolitiche che sono alla base della situazione politico-economica Italiana e non solo.
Secondo Fini inoltre se anche la Germania trema di fronte la Grecia, come potremo quindi pretendere di andare da soli e affrontare da soli tale crisi ? La questione è semplice se non si sposa la propaganda social-globalista. 
La Germania trema  di fronte la Grecia  perchè la Germania spende 1/4 del suo Pil solo per la spesa sociale, Pil che si ripaga dall'export verso il resto dell'Europa non diversamente da come faceva l'Inghilterra colonialista di fine '700 in America. La Germania trema perchè il suo conto lo paga mezza Europa verso cui fondamentalmente oggi esporta in quanto l'export cinese, tanto promosso anche dalla UE sta tagliano fuori l'export globale delle altre nazioni. La Germania trema perchè se le altre nazioni europee diminuiscono l'import di beni e servizi dalla Germania, questa andrà in crisi peggiore dell'attuale. Ecco il risultato della politica socialista in Germania ossia l'indebolimento strutturale dello stato sociale e dell'economia tedesca. Non a caso come più volte abbiamo ricordato, Tremonti nel suo ottimo libro, Rischi Fatali, denuncia come fu la Germania di Schroder in accordo con Prodi e d'Alema a fare pressioni perchè paesi come l'Italia entrassero nell'Euro in quanto diversamente la nostra moneta sarebbe stata troppo competitiva. Sì, un'Italia competitiva, una Grecia competitiva non era nei piani del socialismo germanico e della UE. La Grecia quindi da una crescita economica del 3,5% l'anno, viene lasciata invadere da pesanti flussi migratori, colonizzata con la prigione dell'Euro e ridotta a protettorato tedesco. In modo simile altre nazioni come Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda ecc. subiscono i nefasti effetti delle politiche UE incentrate sull'Euro e sulla Germania dei socialisti europee che mandano all'aria anni di crescita tedesca ed europea sotto il governo di Helmut Khol.
In altre parole la crescita della potenza industriale Italiana e non solo, non trova i favori della Germania socialista che ha puntato tutto sull'export in Europa e aumentato in modo sconsiderato la spesa sociale.
Queste sono le ragioni per cui l'Italia oggi non è come la Germania, non perchè non si vuole, ma perchè ci sono forti interessi, equilibri e pressioni internazionali che minano lo sviluppo dell'intera penisola, perchè l'Italia al centro del Mediterraneo come ben capi a suo tempo Enrico Mattei,  come era nelle intenzioni anche di Napoleone e non solo lui, ha tutte le carte per tornare ad essere superpotenza nel mediterraneo come la Roma dell'antichità.

Fini cita ancora il modello tedesco per il mercato del lavoro. E' doveroso però ricordare che la flessibilità nel mercato del lavoro, la compensazione di liquidità sui licenziamenti e la promozione del lavoro flessibile come in Germania e nel resto d'Europa, in Italia è stata ostacolata principalmente dai sindacati e dalla politica di sinistra che dai tempi di d'Alema e poi Prodi gli ha regalato i co.co.co. e il precariato. Una certa parte della destra conservatrice italiana ci ha provato, con la Riforma Biagi, ma si è scontrata con forti resistenze di sindacati e manifestazioni di piazza. oltre che l'assassinio dello stesso Biagi. Chi scrive pensa però che avrebbero dovuto continuare con quella stagione di riforme poi colpevolmente abbandonate o quasi nonostante una grande maggioranza parlamentare.

Concludendo Fini per le ragioni sin qui esposte non costituisce una reale alternativa per l'Italia, non con quanto detto sin'ora, il suo abbraccio oserei dire totale delle politiche globaliste ed europee rivelano una mancanza di proposte e idee concrete per il rilancio dell'Italia pressata da una geopolitica Europea a dir poco ostile, l'appiattimento su posizioni neutre e in definitiva una posizione piuttosto opportunistica.
Seppure alcune sue idee possano essere senz'altro condivise come il rispetto della legalità,  la sua posizione in totale manca di sostanza ed evita di toccare le questioni più importanti per il rilancio del paese, in poche parole fumo negli occhi per un elettorato che in questo modo non riuscirà mai a cambiare il suo status nazionale in quanto le vere questioni sono dibattute altrove su un piano più alto. Fini più che all'elettorato è rivolto alle elite globaliste.

domenica 5 settembre 2010

Fini, Marx e la massoneria globalista

 Commento al discorso di Fini al raduni di Alleanza per l'Italia, neo partito di Rutelli del 4 Settembre 2010



Il discorso di Fini è ambivalente, da un lato parla di cose piuttosto giuste come la necessità di limitare lo scontro politico ad un sano confronto di idee per il bene comune del paese, dall'altro però porta idee lontane dai valori tradizionali della destra e del popolo conservatore e che tenta di mettere in bocca agli Italiani dando a loro le colpe di una mancata integrazione, come se dovessimo essere noi ad integrarci con gli immigrati che vengono qui e non il contrario. E' certamente vero che il confronto internazionale e gli scambi culturali e commerciali portino reciproco giovamento. Ma che forse in Italia siamo carenti di scambi culturali e commerciali ?  Nonostante i problemi che pure abbiamo evidenti, non direi proprio. Così come certamente non mancano ai Francesi, agli Inglesi, ai Tedeschi, agli Americani, ai Canadesi, agli Australiani e così via. Semplicemente tutto questo non significa però rinunciare alla propria identità, alla propria cultura ecc. Seppure avessimo una federazione liberale globale, come un giorno probabilmente avremo, è legge naturale degli uomini da centinaia di migliaia di anni, il ritrovarsi e raggrupparsi con i propri simili.

In realtà più che decidere fra la globalizzazione e chissà che cosa visto che c'è quasi una censura su ogni possibile alternativa alla globalizzazione, a questa globalizzazione, la scelta è fra i ghetti e gang sul modello Los Angeles oppure l'autodeterminazione dei popoli sul modello della Costituzione degli Stati Uniti, di cui pure Los Angeles fa parte ad ogni modo, che riconosce livelli importanti di autonomie e indipendenza anche alle comunità locali. Comunità locali indipendenti che si ritrovano federandosi intorno la bandiera e la costituzione USA per il comune interesse. Comune di chi ? Delle comunità locali, dei popoli e degli individui come indicato dalla costituzione, l'opposto della marxista aleatoria definizione di collettività e quindi del collettivismo moderno a cui assistiamo oggi.

Fini si chiede se la patria sia solo la terra dei padri  ? Se possa mai essere solo legata al territorio ? La patria è anche dove si è nati e soprattutto dove ci si integra e dove si rispetta il paese, dove ci si indentifica con la cultura di quel paese essendo quindi anche la nostra.
Se io voglio andare a vivere in una nazione, voglio potermi e dovermi meritare la cittadinanza di quella nazione perchè sia la mia patra, non voglio che sia un regalo. Sarò un cittadino di quella nazione, non un colono. Sudarmi la cittadinanza, significa accettare la cultura di quella nazione. Significa rispettarne l'identità, significa andare in quella nazione rispettando le persone che ci stanno, amando la sua cultura, farla mia, divenendo uno di loro pur senza necessariamente rinnegare le mie origini e la mia essenza, ma facendo di essa una nuova patria. Diversamente più che un cittadino, sarò un colonizzatore nel senso peggiore del termine o meglio un conquistatore.

I confini poi esistono, non fosse altro per la geografia naturale che da secoli ha determinato i confini fra i vari popoli europei e non solo. Basti pensare a cose come le Alpi o il Reno e il Danubio..
L'autodeterminazione dei popoli è un diritto fondamentale dell'umanità conquistato nei secoli e che certamente nessuno vuole sacrificare sull'altare della globalizzazione; è solo per questo che l'UE zoppica non perchè manca di coraggio, ma perchè è lontana dalla gente. E forse, paradossalmente, è persino meglio che sia così, caudicante perchè diversamente sarebbe una dittatura violenta e repressiva come è sempre accaduto nella storia con l'imposizione di certe ideologie più o meno vicine al socialismo internazionale di cui parlava Marx e prima ancora di lui entro certi gradi le logge massoniche del grande oriente del rito Menphis, tradizionalmente piuttosto anti-cristiane e anti ebraiche, che pure Marx conosceva e di cui frequentava i salotti, logge che pure spinsero nel nome di fanatiche ideologie i massacri della Rivoluzione Francese, le rivolte della comune di Parigi e così via... in modo diametralmente opposto a quanto accadde negli Stati Uniti dove infatti vi era una maggiore influenza dei valori Cristiani e dove seppure massoneria vi fu, fu quella del rito Scozzese antico, tradizionalmente filo-cristiana e giudeo-cristiana e dove pure ci si battè per la libertà,  i diritti e l'indipendenza di una nazione di individui.

Capire queste cose è fondamentale per capire le forze all'origine dello scontro nell' ambito della politica globale del 3° millennio. Seppure non vogliamo addentrarci nel discorso massonico è utile a capire perchè certe idee vengono sentite come molto più vicine alle ideologie di Marx piuttosto che della destra conservatrice tradizionale e anche l'elettorato meno addentro alla politica non potrà che sentire qualcosa che non va in certi discorsi.

E' ovvio ed è giusto adattarsi a quelle che sono le necessità dei tempi moderni, ma che tale necessità non sia erroneamente scambiata con la maschera della degenerazione sociale e culturale. La storia che è maestra di vita, ci ha già insegnato molte volte cosa questo significa e come abbia portato persino al crollo della più potente e avanzata civiltà dell'antichità all'origine della civiltà moderna: Roma.
In conclusione quindi, fra i cartelli di denuncia mostrati al suo discorso sul pesante allontanamento di Fini dalla sua stessa origine politica e quindi dal pensiero dell'elettorato di centro-destra, vien da chiedersi se il discorso di Fini sia rivolto realmente ai cittadini e al popolo, o piuttosto alle elite globaliste.

domenica 1 agosto 2010

Quote Latte: emblema del fallimento marxista e delocalizzazione delle vacche

L'annosa questione delle quote latte torna prepotentemente a farsi sentire in questi giorni di caldo fine Luglio anche se a dire il vero nel momento in cui scrivo il clima si sta raffreddando, ma solo quello meteorologico. Perchè quello politico è invece caldissimo, di più rovente. La crisi dell'economia globale entra di prepotenza sempre più anche nelle vite italiane con un'Italia che non si muove sui binari giusti. Riesce a tenere i conti grazie alle indiscusse competenze di chi c'è, ma non riesce a tenere la rotta poichè il carrozzone politico già pesante in precedenza è oramai insostenibile.

Le quote latte, così come molti altri tipi di quote di produzione agricola e in certi casi persino industriale, ove alle quote si aggiunge anche l'eliminazione dei sussidi, sono ovvia derivazione della politica marxista del socialismo intenazionale. Si stabiliscono quote per il "controllo" dei prezzi, ma è proprio questo controllo di stato a impoverire il mercato sempre di più, inoltre la corruzione endemica nonchè una disarmate politica ignorante, è cieca di fronte i veri resposabili del crollo del mercato ossia la produzione illegale di latte tramite latte in polvere... se è vietato spacciare il latte in polvere per latte genuino c'è una ragione. La ragione non è solo salutare ma economica, stoccando latte in polvere è possibile in un solo anno immettere tonnellate di latte in più rispetto gli allevamenti con il risultato di un crollo repentino del prezzo del latte cosa che è puntualmente accaduta. Anche per questa ragione il latte in polvere appartiene ad una categoria di mercato molto diversa dal latte fresco o cmq sia naturale.
Inoltre bisogna considerare anche la repentina immissione nel mercato di produttori di latte dall'est europa nonchè persino da fuori l'europa...... per altro le assurde e confuse normative e direttive UE, non permettono alla dogana e finanza italiana di fare i doverosi controlli sulle importazioni di prodotti europei per esempio per vedere se il latte prodotto in germania da una nota ditta è effettivamente naturale o piuttosto come altrettanto ben noto è fatto in polvere.

In definitiva la vita per gli allevatori non è per niente facile già di per sè nel contesto del disordine ( altro che ordine ) globale che viviamo. Nel merito il fanatismo disarmante che guida i globalisti lascia senza parole.
E' vero in Italia non si produce abbastanza latte e quindi siamo costretti ad importarlo dall'estero. Ma una saggia politica limiterebbe le importazioni dall'estero, sfruttando l'alta domanda interna primo per rialzare un pò il prezzo del latte, secondo per incentivare e lasciare che cresca lo sviluppo agricolo che da sè equilibrerà e stabilizzerà il prezzo di tale bene. Infine bisogna considerare la ciclicità delle produzioni agricole che da secoli e millenni dal tempo dei Sumeri almeno porta annate migliori di altre e quindi surplus agricoli. Il problema del surplus è presente tutt'oggi, ma viene attualmente affrontato in Europa secondo le teorie socialiste marxiste che pure hanno portato alla fame e morte per fame decine e decine di milioni di persone nelle nazioni comuniste dove è stata applicata.

La regola d'oro dell'agricoltura ben nota sin dall'antichità è che l'agricoltura va incentivata nei periodi di scarsa produttività stoccando ( non buttando ) il surplus nelle annate migliori per i periodi peggiori e/o per chi ne ha bisogno. Oggi invece si manda tutto al macero coi risultati che vediamo. Associazioni come la food bank ( banco alimentare ) e simili, cercano fra le altre cose di intercettare oltre l'invenduto anche tale surplus destinato al macero, tuttavia alla fine l'UE concretizza la maggioranza delle sue attività benefiche nella sottrazione degli aiuti dal mercato già esistente creando un certo giro di soldi fra l'altro e ovvia dipendenza dagli aiuti e dai fondi UE esattamente come in Unione Sovietica. 
Sotto certi aspetti questo è un aiuto dato alle aziende alimentari e tira su i prezzi, ma onestamente certi prezzi come pasta, pane e in genere grano ecc che stanno salendo in tutto il mondo per una sempre maggiore scarsità e difficoltà di produzione anche per questioni meteo o di biocarburanti, beh sarebbe meglio calmierarli

Ovviamente quindi viviamo in un mercato imbrigliato, specialmente in Europa, e con notevoli difficoltà di sviluppo. Per esempio che senso ha buttare al macero tonnellate di frutta e poi comprare dagli agricoltori la frutta da dare in beneficenza e che cmq non è mai quanto quella mandata al macero ?? Leggasi aiuti europei... l'anno scorso notavo come l'Europa abbia mandato ai banchi alimentari ecc. centinaia di tonnellate di latte in più con serie difficoltà per lo smaltimento da parte degli stessi enti benefici. La UE probabilmente vuole così tirare su il latte, ma onestamente non è questa la strada, visto che agli stessi allevatori in precedenza gli ha tagliato le gambe con la questione delle quote, multe ecc. e francamente a poco serve quanto fatto in questo modo.


E' curioso notare poi come questo è esattamente quanto accadeva e tutt'ora accade nelle economie comuniste con le dovute approssimazioni. Nel senso che contadini e allevatori dipendono dallo stato nei sistemi socialisti, come ad esempio nell'attuale Turkmenistan dove il neo regime torna ad applicare politiche comuniste de facto, tutti devono dare tutto allo stato, ricevendo in cambio sempre di meno....
Il marxismo, basta leggere e studiare cosa diceva Marx, prevede la soppressione degli incentivi agricoli e l'apertura dei mercati globali con l'abbattimento delle dogane di cui l'UE è capostipite con tutti i tragici fallimenti testimoniati ancora una volta dalla storia.
Il neo-marxismo europeo pone quindi le quote latte, poi compra una parte della produzione a prezzo politico ovviamente, e lo dà in beneficenza. Complessivamente l'allevatore è cmq in perdita. Bisogna inoltre considerare che pochissimi allevatori sono in grado di rispettare le quote. Oltre a chiedersi perchè mai dovrebbero visto che siamo, ehm dovremo essere in libero mercato, non possono rispettarle se vogliono sopravvivere e pagare le relative multe equivale nella maggioraza dei casi a chiudere l'attività.. Ecco perchè al contrario di quanto afferma la propaganda UE, chi le ha effettivamente pagate è una minoranza specialmente in Italia dove al contrario ha pagato lo stato, ossia se vogliamo vederla così, lo stato ha dato un incentivo ai produttori di latte italiani il cui mercato è stato invaso dall'importazione di latte a basso costo dall'estero e non mi riferisco alla normale importazione per il latte UHT oltre la nostra capacità produttiva. 

In altre parole quindi oltre la delocalizzazione degli stabilimenti assistiamo anche alla delocalizzazione delle vacche per insostenibilità del mercato interno.... è questa la follia del socialismo internazionale di Marx. Un qualcosa che va contro millenni di storia economica e infatti si è sempre rivelato un tragico ed epocale fallimento.
Gli aiuti di stato non valgono mai quanto il libero mercato che è immensamente superiore, ricordate  per esempio i 90 miliardi di euro di capitalizzazione persi alla borsa di Milano e di cui parlavano un paio di articoli fa. Molto meglio quindi rimuovere definitivamente le quote e liberalizzare completamente il mercato, fornendo anche assistenza nei casi limite di fallimenti e quindi riconversione della propria attività in qualcos'altro: libertà quindi anche di fallire un cardine essenziale del Capitalismo di libero mercato. Oggi invece la libertà di fallire è molto scarsa in quanto significa perlopiù la rovina delle persone. Nel Capitalismo di libero mercato come è stato negli USA per decenni prima di questo globalismo, la libertà di fallire non era il fallimento delle persone, ma solo delle relative attività e nella maggioranza dei casi non significava altro che la fine di un' attività e l'inizio di un'altra.
Questa cosa era stata capita anche dai Sumeri, ossia che l'indebitamento eccessivo portava alla stagnazione dell'economia e così ogni 7 anni i debiti nei confronti dello stato erano condonati ossia annullati. Anche altre monarchie come ad esempio il dodge di Venezia o l'aristocrazia Fiorentina capì la necessità di accrescere la ricchezza complessiva a beneficio di tutti, aiutando le associazioni mercantili e la nascita delle prime banche di investimento... ovviamente anche prima di loro Federico II a Napoli e Palermo sancì l'inizio del Rinascimento Italiano.

Per tutte queste ragioni le banche Americane  e anglosassoni in genere, epoca Reagan/Tacher, pilotavano il fallimento di tutte le attività private in caso l'attività andasse in questa direzione, limitando fortemente le perdite e concretizzando la libertà di fallimento. La politica marxista globalista vede questo come incentivo ( ai privati ), cosa che vieta e quindi ha contribuito a creare veri e propri mostri globali, buchi neri dell'economia mondiale come Leheman Brothers, il crack Irlandese o il debito Greco. Come quindi potete capire il capitalismo non c'entra niente con la creazione di questi mostri economici.
Ancora adesso dove ci si riempe la bocca di accuse a Wall Street ricalcando la propaganda comunista degli anni '50 e '60 in Korea e Vietnam, de facto si evita a tutti i costi il fallimento delle aziende generando immensi buchi neri economici.
E' doversoso ricordare nel merito infatti  il fallimento pilotato della Northern Bank inglese, con largo anticipo nel 2007-2008 fra le ire della UE e della BCE che ha risparmiato agli UK almeno sin'ora, di essere travolti dalla crisi globale nonostante gli svarioni socialisti dei laburisti che ora però cominciano a pesare a causa del debito pubblico generato.
L'amministrazione Obama con la scusa quindi di voler controllare i mostri economici generati dalle  sue stesse teorie socialiste derivate dal marxismo e applicate sempre più alla finanza globale, pone i mercati sotto sempre maggiore controllo statale..

Torneremo cmq in seguito sulla questione della riforma di Wall Street, un pericoloso precedente per la limitazione della libertà.

mercoledì 7 luglio 2010

Deepwater Horizon: la caduta di Obama fra spie russe, scalate ostili, la guerra in Iran e la crisi economica Cinese

Nei prossimi due mesi importanti avvenimenti e decisioni condizioneranno gli assetti geopolitici delle principali potenze globali.


Non molto tempo fa avevamo ipotizzato il coinvolgimento di spie russe nel favorire operazioni di sabotaggio della piattaforma Deepwater Horizon. 
Sembra una spy story di altri tempi, fra intrighi internazionali e importanti interessi globali.  11 spie russe di alto profilo, ma si stimano esserne presenti molte di più almeno un centinaio,  sono state arrestate dall'FBI proprio durante i colloqui  del G8-G20 con Medvedev in apparente contrasto con la  politica Obamiana di riavvicinamento alla Russia.

L'FBI non si lascia intimidire dalle circostanze e dimostra come varie coppie in questione erano infiltrate in settori chiave degli USA, usando nomi falsi incluso quelli di persone decedute e testimonianze di persone che avevano conosciuto i sospetti come l'ex findanzato di tale oramai famosa Anna Chapman. Si parla di dati inerenti la sicurezza militare USA e la difesa nucleare strategica il che lascia capire la gravità della cosa. E' solo a questo punto che l'amministrazione Obama dichiara di esserne a conoscenza dopo numerose speculazioni sul fatto se Obama ne fosse a conosceza o meno. Certamente un monito anche per Obama a non fidarsi dei Russi.
Oggi il Cremlino rilancia e offre in cambio dei 10 un ricercatore Russo esperto in armamenti nucleari e condannato a più di 10 anni di carcere per spionaggio per conto della CIA. La cosa per altro ricalca pienamente il comportamento tipico della guerra fredda.

Allo stadio attuale non possiamo affermare che tali 11 spie siano certamente coinvolte con il disastro della piattaforma del Messico, tuttavia per sabotare cose come le valvole Blowout Preventer ecc. erano sicuramente necessarie l'infiltrazione di spie di altro profilo con agganci importanti nella società Americana per poterle sabotare a priori poco prima dell'installazione o cmq favorire in qualche modo atti di sabotaggio sulla piattaforma. Tali valvole infatti vengono sottoposte oltre che ad una rigida progettazione, ad altrettanto rigidi test prima di essere vendute al cliente che le richiede; sono tecnologie con livelli di sicurezza critici e non è semplice metterci mano in modo non autorizzato. Certamente non è semplice farlo a 1200 metri di profondità; oltretutto ricordiamo che la rottura delle valvole di per sè non poteva far saltare il pozzo da solo una volta chiuso in cima. A questo punto qualcuno potrebbe  ricordare la tesi dei mini-sommergibili koreani ed eventuali squadre di guastatori stranieri per sabotare la piattaforma.

Sempre in questo quadro mi ha piuttosto colpito la morte di due operai delle squadre di pulizia, uno affogato e l'altro suicidatosi in circostante tutt'altro che chiare, per quanto incidenti separati. Non so perchè ma quando ho sentito la notizia ho pensato proprio alle squadre di guastatori sottomarine che spuntano improvvisamente dall'acqua uccidendo i due operai, uno con un colpo di arma da fuoco, l'altro trascinandolo in acqua.... qualunque cosa avessero scoperto ora non potranno raccontarla di certo. Troppo complottista o troppio spionistico alla 007  ? Forse però considerando come persino la CNN abbia denunciato la censura mediatica su quanto realmente accade nel Golfo mi sento autorizzato a fare anche questo tipo di ipotesi estreme finchè almeno non venga dimostrato il contrario e ad ogni modo identificando tali ipotesi come tali ossia estreme.

Bisogna considerare inoltre che la BP è avversaria della Gazprom di Putin che da diversi anni sta cercando di cacciare dalla Russia arrivando anche ad arrestare un paio di anni fa l'AD di BP in Russia con l'accusa di spionaggio. Ritengo l'accusa maggiore siano i prospetti geologici un pò sulla falsariga delle accuse farsa fatte in questi giorni dal governo cinese che ha condannato un geologo americano in precedenza autorizzato ad 8 anni di carcere per spionaggio sui prospetti geologici cinesi...
A quanto pare nessuno vuole far sapere quanta energia ha ancora realmente in casa propria e questo la dice lunga sugli attuali assets geopolitici. Riguardo la BP bisogna anche considerare che la politica di Obama, le continue accuse e richieste di risarcimento, per quanto al momento non ledano realmente il patrimonio di BP, ledono cmq l'umore del mercato che ha portato importanti cedimenti sul titolo arrivando ad esporre BP a scalate ostili a tal punto da suscitare le ire del neoeletto premier Britannico sull'eccessivo attacco alla BP il cui tracollo porterebbe anche ad un significativo danno dell'economia britannica ( ma anche Americana ). A tal punto che Obama ha dovuto rassicurare l'Inghilterra che l'attacco non è diretto agli UK ma solo alle responsabilità di BP.

Per capire la serietà della situazione basti evidenziare gli interessi del mondo arabo verso l'entrata del 10% nel capitale di BP*. Per quanto detto in questi due articoli sulla Deepwater e gli interessi geopolitici che vi ruotano intorno, è piuttosto chiaro come sia forte interesse della finanza araba dell'OPEC di entrare in modo consistente nel capitale di BP in modo da limitare non solo l'attività di prospezione OFF-SHORE negli USA ma anche quella di produzione di greggio così da impedire l'indipendenza petrolifera degli USA e poter mantenere elevato il prezzo del greggio a loro vantaggio come discusso nel precedente articolo. E' quindi chiaro come l'accanimento di Obama contro BP stia esponendo la BP ad acquisizioni geopoliticamente ostili il che potrebbe essere un disastro anche peggiore di quello del Golfo per l'intera economia Occidentale e globale. Le accuse verso Obama di essere eccessivamente globalista, troppo in relazione con i Russi e le sue neanche tanto velate origini e amicizie verso ideologie islamiche discutibili e il comunismo paramilitare degli anni '60, lasciano non pochi dubbi sulla sua volontà circa il destino di BP. Certamente spingere BP, uno dei principali colossi petroliferi di tutto il mondo Occidentale, nelle mani di Arabi e/o Russi nel nome di una fanatica ideologia del socialismo internazionale ( marxismo ) che seguiva Obama da giovane e verso cui ha ammesso anche recentemente di averne simpatie, indebolisce l'indipendenza non solo di USA e UK ma di tutto l'Occidente, indebolendo l'intero "mondo Occidentale" nei confronti di un' eventuale politica aggressiva o aggressione militare da parte della Cina, della Russia o di alcune nazioni Arabe, tanto più considerando come tali nazioni ci stanno aggressivamente cacciando fuori da tali settori strategici nei rispettivi paesi. In altre parole l'aggressività cinese sarebbe molto meno contrastabile con il controllo energetico Occidentale in mani più o meno Orientali men che meno in nazioni affatto democratiche.... è quel genere di situazioni che ha portato alla 2a guerra mondiale.

Non è un caso che anche all'interno dello staff di Obama e del Congresso ci siano forti malumori, uno di questi è il suo capo dello staff della Casa Bianca Emanuel Rahm dal quale ci si aspettano fortemente le dimissioni probabilmente a seguito delle elezioni di Novembre come annuncia il Telegraph di Londra in un recente articolo*. Rahm, dal forte pragmatismo incaricato di mettere in pratica il programma presidenziale e accusato insieme alla Presidenza di portare avanti una continua campagna elettorale invece di governare, in pratica denuncia un forte scontro con gli eccessivi idealismi nella cerchia interna di Obama. Non solo altre fonti all'interno del Congresso e citate sempre nell'articolo del Telegraph, riportano come tutti siano coscienti del fatto che la Presidenza Obama non sia funzionando, che ci siano molti problemi. Basta pensare ad ogni singola proposta di legge del governo Obama che ha attraversato un vero e proprio calvario al Congresso, dal sistema sanitario, al settore energetico, alla riforma finanziaria. Si è persino considerata l'opzione di un impeachement, sfiducia, verso il Presidente Obama. Tuttavia il funzionario intervistato, presente dall'era di Bill Clinton, ritiene che ciò non avverrà per questioni di immagine, non sarebbe molto "bello" e quindi Obama dovrebbe passare le elezioni di metà mandato a Novembre. Il problema maggiore è lo scontro fra il pragmatismo di Obama e l'idealismo della cerchia interna di Obama. Potrebbe non essere del tutto colpa sua, ma  tant'è e questo è ciò che si percepisce nell'aria dei corridoi di Washington e non solo.

La dura critica del comandante in capo della NATO in Afghanistan, generale McChrystal pubblicata sulle colonne del Rolling Stone e per la quale è stato licenziato, si inserisce quindi in un periodo di forte difficoltà per l'eccessivo idealismo dell'amministrazione Obama. Confrontando la sua politica con l'idealismo più o meno comunista dei suoi anni di gioventù, diviene sempre più chiaro come la Presidenza di Obama rischi di somigliare sempre di più a quella di Carter, passato anche lui da una bellissima campagna e un grande consenso, ad essere il più criticato e odiato presidente della storia. Per altro la Presidenza del democratico Carter, promossa dalla stessa cerchia globalista che ha promosso Obama, è famosa per vari disastri fra cui l'abbandono dell'Impero Persiano alla mercè del terrorismo islamico, barrattandolo con Saddam Hussein in Iraq............ la Presidenza Obama sin'ora ha ottenuto l'inasprimento del terrorismo islamico, l'indebolimento della NATO e dell'America nel tentativo troppo idealista di mettersi allo stesso tavolo con altre nazioni che invece stanno approfittando della situazione... del resto di che meravigliarsi ? Anche le campagne pacifiste degli anni '50 e '60 nonostante le buone intenzioni di molti che vi parteciparono, erano orchestrate da Mosca e dai partiti comunisti con lo scopo neppure tanto velato, di indurre al disarmo l'Occidente. Alla stessa stregua, oggi si cerca di disarmare "l'Occidente" non solo militarmente, ma anche economicamente e culturalmente. La deriva estremista della Turchia sempre più vicina al regime di Teheran e il mancato colpo di stato per ripristinare la democrazia, è una delle prove di come la riduzione dell'influenza Americana spinge certe nazioni a fare amicizie "sbagliate" verso visioni estreme. Persino il Giappone ora reclama la storica base di Okinawa e vuole buttare a mare gli USA. Cioè rendiamoci conto di costa sta succedendo nel mondo. Questo è il nuovo disordine mondiale non ordine, e tutto è fuorchè democratico.

Mentre viene scritto quest'articolo in Costa Rica ci sono circa 7mila marines Americani sbarcati e supportati da navi da guerra per ufficialmente combattere il narcotraffico. E' possibile, è un grave flagello che sta assumendo proporzioni eccessive e che finanzia il terrorismo internazionale, ma voglio solo far notare come non molto distante vi sia l'Angola con le truppe dell'esercito Cinese. In poche parole si tratta di una difesa strategica delle risorse dell'Africa oltre che di lotta al narcotraffico. La Cina diviene sempre più aggressiva e probabilmente non è la sola e diviene sempre più imperativo proteggere militarmente le risorse strategiche di varie nazioni incluso l'Africa. Sono persuaso che in qualche modo assisteremo a sempre maggiori interventi come questo. L'aggressività dell'intelligence cinese e russa non prospetta niente di buono, è solo grazie ad organismi come il G8 o il G20 che sin'ora si è evitato un conflitto ma dall'ultimo fallimento del G20 sembra che almeno qualche "conflitto minore" sia sempre più inevitabile.
Del resto anche l'occupazione in Afghanistan quando Al-Qaeda è a ridosso del confine Pakistano, più all'interno del Pakistan a dire il vero, lascia capire quanto la questione non riguarda più solo Al-Qaeda ma gli assets geopolitici globali.
Sicuramente è sempre più prossimo una qualche sorta di confronto militare con l'Iran, contro il quale è probabile vi siano già confronti armati lungo il confine Irano-Afghano nelle enclavi talebane a sud, roccaforte dell'estremismo islamico che ha invaso l'Iran 30 anni fa e c'è solo da sperare che Obama non abbia barattato cose come la BP in cambio dell'appoggio al conflitto in Iran. Peraltro circolano sempre più informazioni, in particolare dall'area medio orientale, circa il dispiegamento di una flotta navale USA nel Golfo del Messico, pronta a colpire gli obiettivi nucleari Iraniani. Riteniamo plausibile tali informazioni visti gli svolgimenti recenti e visto come i servizi di intelligence hanno diffuso allarme su come l'Iran abbia in possesso tutto quanto gli serve per assemblare due missili nucleari in 2 anni, forse anche meno considerando l'alto numero di centrifughe veloci per l'arricchimento militare dell'Uranio in possesso del regime dei Mullah di Teheran.

Lasciano inoltre anche piuttosto perplessi recenti dichiarazioni di Obama nel definire gli USA una nazione non più Cristiana, nel promuovere forse un'eccessiva apertura per l'islamizzazione  come il richiedere alla NASA di cooperare maggiormente con le nazioni islamiche aiutandoli a condividere ricerca e sviluppo. Tutto questo quando sta per dichiarare guerra ad una nazione islamica che con tali tecnologie sarà ovviamente in grado di costruire dei missili a testata nucleare e quando si parla di de-nuclearizzare il Medio Oriente, beh suona quantomeno grottesco e ilarico. Sarà forse per accontentare qualche amico della finanza araba ?? E dicevano di Bush. Obama in un anno e mezzo ha speso più di tutti i precedenti governi degli USA in più di due secoli, le prospezioni sul debito Americano in futuro mostrano come stia uccidendo le future generazioni e in egual modo l'Indipendenza Americana.

Non è chiaro come Obama sceglierà di muoversi, messo che prenda una decisione concreta. É uno scialbo, per quanto a tratti divertente, Obama nel 4 Luglio; non riesce più a incantare come un tempo e in sostanza ricicla un discorso poco sentito e certamente poco suo eccetto forse nel voler ancora una volta sottolineare un classismo che l'America ha sempre certato di mettere da parte riunendosi e riconoscendosi unicamente cittadini degli Stati Uniti d'America. 
Esibirsi in abiti informali e civili non è una buona idea, dato che gli impedisce fra l'altro di partecipare alla commemorazione dei caduti nel cimitero di Arlinton, nè indurre a fare altrettanto un paio di "eroi" di guerra rende molta giustizia a quei ragazzi che sono sì e no notati dalla gente lì e da chi seguiva in TV. Probabilmente se avessero visto le numerose mostrine e le medaglie sull'uniforme, non avrebbe cambiato la persona, ma avrebbe aiutato a capire maggiormente per quale ragione erano lì sopra, rendedogli certamente un maggiore onore, dato che indossare quelle cose è costato non poco a quei ragazzi. Non è quello il motivo per cui lo fanno, ma è un modo per testimoniare della loro dedizione e coraggio ed è giusto e doveroso onorali permettendo loro di vestire in alta uniforme e non di sembrare dei camerieri lì vicino..
Obama vuole lanciare un messaggio di semplicità e condivisione, Obama vuole essere un uomo comune, ma lui NON è un uomo comune, lui è il Presidente degli Stati Uniti d'America e se questo non gli va bene dovrebbe dimettersi.
Peraltro l'America non è mai stata, non è e non sarà mai una terra comunista come il suo vestir "comune" vuole forse indurre.

Tornado alle cause dell'eplosione della piattaforma Deepwater Horizon, alcuni studi della commissione di inchiesta attualmente dimostrerebbero che era volontà di BP velocizzare la trivellazione diminuendo il flusso del MUD di cui parlavamo la volta scorsa e questa è l'attuale accusa. Tuttavia, trivellazione velocizzata o meno, vogliamo ricordare come in realtà il pozzo fosse stato chiuso, la trivellazione finita e i misuratori di pressione del tutto in regola come confermato dalle primissime testimonianze di cui parlavamo nello scorso articolo e sempre troppo poco citate. Il solo fatto che da quasi un mese da quel pozzo esce petrolio conferma il fatto che la trivellazione era già finita. In questo stadio non c'era quindi nessuna trivellazione da velocizzare. Ancora una volta c'è una campagna mediatica fuorviante su quanto stia lì realmente accadendo. Ricordiamo a questo proposito l'importante denuncia della CNN sul black out mediatico e la censura dell'informazione su quanto accade nel Golfo del Messico....

Di rilievo anche un' analisi pubblicata su AsiaNews che conferma quanto previsto anche su queste pagine, ossia l'entrata della Cina in una profonda crisi economica che mette a rischio nientemeno che le principali Banche Cinesi. In quest'ottica l'analisi spiega come un conflitto nel Golfo o il crollo della BP potrebbero avere serie ripercussioni sull'economia Cinese, soprattutto aggiungiamo se tutto questo mette a freno l'export petrolifero dall'Iran verso la Cina. Al momento questo pericolo non dovrebbe esserci, ma le minacce Iraniane di attacchi all'Arabia Saudita la cui leadership attraversa seri momenti di difficoltà, scontrandosi con il crescente integralismo islamico e la comunità sciita che in pratica controlla le regioni dove ci sono la maggioranza dei pozzi Sauditi apre scenari inquietanti sul prossimo futuro.

Certamente il dispiegamento di forze in Africa servirà a prevenire e scoraggiare l'allargamento del conflitto. Certamente ciò che realmente bisogna fare è proteggere la nostra economia e la nostra produttività, rinsaldando e rafforzando il blocco della NATO. La Cina crescerà con o senza di noi e faremo bene a rafforzare la nostra economia, industria ed esercito per evitare di essere travolti dall'allargamento socialista della Cina. Da parte sua il socialismo alla base dell'UE è già fallita sotto tutti gli aspetti, non funziona e non può funzionare, ed è urgente trovare una nuova coesione NATO in Europa per fronteggiare le sfide geopolitiche del nuovo millennio.

* links per approfondimenti:


http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2010/06/23/marea_nera_morti_due_operai_operazione_bp.html

http://intermarketandmore.investireoggi.it/british-petroleum-ombre-sul-futuro-13278.html

http://www.asianews.it/notizie-it/Banche-cinesi-da-ricapitalizzare:-la-Cina-come-la-Grecia-18846.html

http://www.asianews.it/notizie-it/Aumenta-la-pressione-militare-americana-nel-Golfo-Persico-18743.html

http://www.asianews.it/notizie-it/Washington-chiede-il-rilascio-di-Xue-Feng,-arrestato-per-segreti-geologici-di-Stato-18867.html

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/northamerica/7837686/Rahm-Emanuel-expected-to-quit-White-House.html

http://www.foxnews.com/politics/2010/07/06/nasa-official-walks-claim-muslim-outreach-foremost-mission/

http://www.foxnews.com/story/0,2933,595292,00.html

http://www.huffingtonpost.com/zack-exley/rahm-his-critics-and-the_b_454688.html