Pubblichiamo un'
interessante intervista tenuta durante l'anteprima della
trasmissione “UltimaParola” del 7 Giugno 2013 all'economista
Antonio Maria Rinaldi, docente alla D'Annunzio di Urbino-Pescara e
alla Link Campus di Roma. Di seguito al video ne commentiamo i punti
salienti.
Cambio vero a 1000
lire: In effetti fu de facto proprio così, e così perlomeno era
il cambio percepito dalla popolazione. La fregatura sul cambio fu
colossale ed emerge non solo da ciò che la gente percepiva, ma da
una mossa finanziaria vera e propria nei tempi precedenti volta ad
aumentare il cambio di ingresso nell'Euro, complice anche le
fluttuazioni della Sterlina ma vedasi al riguardo anche le
movimentazioni finanziarie di Soros.
In ogni caso come
spiegavamo anche ma non solo, nell'articolo di analisi
sull'Austerity o Default
http://indipendenzaitaliana.blogspot.it/2013/02/austerity-o-default-essenzialmente.html,
i parametri europei che seguiamo ci fanno uscire con un cambio 1 a 1
con l'Euro. E' insensato parlare di ritorno alla lira pensando al
vecchio cambio, sarebbe davvero un crimine e una rapina degna di alto
tradimento e guerra. E infatti come dicevamo nell'articolo citato non
lo dicono neppure alcuni dei principali economisti tedeschi, ma
questo vale per tutti i paesi dell'Eurozona. Il ritorno ad una moneta
nazionale, tipo euro Italiano, sarebbe 1 a 1 per poi fluttuare
liberamente. Come spiegato meglio in suddetto articolo possiamo
ipotizzare una svalutazione naturale, per questioni economiche e di
mercato di circa il 20-30% senza nessuna azione da parte della banca
centrale italiana, per cui nessuna stampa di denaro. Oltretutto
sinceramente non è che ci sia solo la stampa di denaro per stimolare
e spingere il cambio in una direzione o nell'altra... anzi nell'epoca
dei cambi fluttuanti e del Forex vi sono anche altri mezzi che
solitamente sono utilizzati in primis le politiche sui tassi.
Purtroppo anche se non ci
piace l'eccesso di monetarismo, proprio in quanto facente parte di un
certo sistema monetario internazionale, va riconosciuto l'importante
ruolo delle banche centrali nella difesa valutaria. Esempio su tutti
la difesa del dollaro contro la Cina, ma che in ogni caso merita un
discorso più approfondito.
Un punto nodale della
crisi dell'eurozona e di cui parliamo dal 2009 in pratica, è la
politica dei tassi che ha gonfiato l'eurozona come un pallone,
generando una bolla inflattiva monetaria. Il “capolavoro” del
male, fu la politica di Trichet che alzò i tassi di interesse della
BCE 2 volte in piena crisi nel 2011, “roba da plotone di
esecuzione”, commenta Rinaldi e in effetti negli anni scorsi arrivò
a mettere in ginocchio l'intera eurozona con un cambio di 1,6 sul
dollaro. Probabile anche in questo caso l'influenza cinese.
Una questione molto
interessante uscita di recente riguarda alcuni studi usciti da
Harvard che dicevano che il limite di sostenibilità del debito fosse
al 90%; di recente però un laureando ha dimostrato che c'era un
errore di calcolo nel foglio Excel, che tutti hanno pagato... Rinaldi
suggerisce con un battuta di magari mandargli qualche bravo studente.
Noi invece invitiamo a riflettere su strani errori e omissioni che
riguardano la politica globalista e che hanno toccato anche le dubbie
teorie sostenute dall'IPCC a favore del Global Warming di origine
antropica, questione venuta sempre più alla luce negli ultimi anni
in modo clamoroso e di cui ci siamo occupati anche noi in una lunga
analisi tempo fa:
http://indipendenzaitaliana.blogspot.com/2010/04/carbon-tax-quanto-costera-allirlanda-il.html.
Che fosse intenzionale anche questa svista per forzare politiche
comunitarie ? Non lo sappiamo, ma del resto se pensiamo a come sia
stata creata l'Eurozona sostenendo i conti e i bilanci con
movimentazioni finanziarie, ad esempio come ha fatto Goldman Sachs
con la Grecia e non solo, beh di forzature al riguardo ne abbiamo più
di una...
Il punto centrale
dell'intervento di Rinaldi è che non possiamo continuare ad
affidarci alla cosidetta Crauti Economy, verso la quale in ogni caso
sottolinea Rinaldi sfugge quali siano i presupposti economici. Ossia
non è possibile conciliare la crescita con il pareggio di bilancio
attuando la riduzione del debito praticamente solo tramite la
pressione fiscale data la recessione economica in corso e senza
ammazzare il paese. I fatti e i dati si commentano da soli. Una
politica fiscale che risulta quindi depressiva e ci spedisce
direttamente nella curva di Laffer. Ossia si arriva ad un punto
in cui la pressione fiscale è così alta che un ulteriore aumento
risulta depressivo e porta una diminuzione degli introiti fiscali.
Considerando il contesto geopolitico attuale, ci siamo già da un po'
in questa zona.
In ogni caso però sempre
considerando il contesto geopolitico, anche in ciò che è stato
fatto negli anni scorsi, risulta una progressiva depressione
economica, particolarmente accentuata sia dall'aumento di pressione
fiscale dell'ultimo governo Prodi che in seguito dall'incapacità del
successivo governo Berlusconi nel 2008 di affrontare con maggiore
efficacia la crisi a causa di divisioni interne che di fatto hanno
paralizzato l'azione di governo, situazione che è bene dirlo è
notevolmente peggiorata dopo la caduta dell'ultimo governo
Berlusconi.
Questo da un punto di
vista nel mero rapporto fra bilancio, spesa e introiti fiscali. Per
una maggiore e più approfondita analisi sullo stato dell'Italia in
cui il sottoscritto annunciava con un certo anticipo la crisi di
deficit in cui andava incontro la nazione, rimandiamo a:
Le prime avvisaglie in
ogni caso potevano già cogliersi nel 2010 e riteniamo che poco sia
stato fatto per fronteggiare tale situazione che invece va
peggiorando con una grave emorragia industriale e quindi
occupazionale e di circolazione della ricchezza all'interno della
morsa del Credit Crunch.
Notizia
particolarmente grave che riferisce Rinaldi è che l'ex ministro
Riccardi del governo Monti, avrebbe detto che Monti alla notizia
degli esodati e degli italiani costretti a pagare più tasse si beava
perché lui si faceva bello con Angela Merkel. Speriamo anche noi che
non sia vero e che possa essere smentita quella che in tal caso
sarebbe una semplice bega e polemica politica. Come dice Rinaldi,
noi, gli italiani e le nostre famiglie hanno bisogno di sapere,
perché diversamente sarebbe un gravissimo comportamento politico
davvero da corte marziale.
Una domanda egualmente
cruciale è se si può parlare di nazioni quando oggi ci
sono ormai grandi catene industriali su scala Europea, Cinese ecc.
Ragionare quindi su larga scala, rende superfluo il concetto di
nazioni ?
Secondo noi assolutamente
no, per tante ragioni di cui discutiamo dal 2009 ormai. Inoltre non
riteniamo affatto che le grandi catene industriali nazionali siano
tali da dover necessariamente travalicare i confini nazionali. Se
pensiamo anche solo a nazioni come l'Italia dove c'è tutto il
centro-sud che può crescere notevolmente è comprensibile la
fallacità di tale questione. Inoltre è facile fare un confronto
anche dal punto di vista demografico, 300 milioni di Europei e 350
milioni di Americani e Canadesi contro 1,3 miliardi di persone solo
in Cina. Considerazione che ne apre ben altre, ma sufficiente a
capire quanto vi sia ancora spazio di crescita. E' piuttosto una
questione di risorse e assets geopolitici.
La risposta di Rinaldi
e che condividiamo in buona sostanza, è che ovviamente sono
considerazioni da discutere. Ma che se non abbiamo la capacità di
prendere per buone queste cose, ossia le grandi catene industriali
nazionali, come gli altri paesi fanno con una migliore classe
dirigente, beh ci spiace ma non possiamo neppure divenire una colonia
tedesca. A questo punto dice Rinaldi è preferibile sbagliare da
Italiani, anche perchè abbiamo visto che sbagliare con gli altri è
molto peggio...
Del resto come abbiamo
più volte sottolineato anche noi e in modo particolare nell'articolo
Austerity o Default, abbiamo produzioni di nicchia che hanno una loro
collocazione sui mercati globali e che possiamo sfruttare. Questo ci
conferisce un certo avanzo primario e una bilancia commerciale non
così avversa. Non a caso infatti attualmente in Eurolandia sotto
questi aspetti, siamo secondi solo alla Germania il che non è una
cosa da poco.
Rinaldi continua
dicendo che in sostanza ci siamo aggancianti ad un meccanismo con
regole non proprie dell'Italia, e per il quale ormai, il pagamento
per restare nel club dell'Euro è ben superiore ai vantaggi che ne
derivano. Per cui o si rinegoziano tali costi oppure è meglio
andarsene. E' una semplice questione di rapporti costi/benefici
Giustamente è da
chiedersi se Globalizzazione significa chiudere le industrie in
Italia e portarle all'estero. Perché purtroppo la globalizzazione ha
detto questo. Ma a questo punto si sfoga Rinaldi, chi se ne frega
della globalizzazione e continuiamo a produrre in Italia. Almeno
diamo lavoro agli Italiani.
MES: Il MES ci spiega
Rinaldi è un'evoluzione dell'ultima forma di fondo salvastati.
Un'assurdità, una pazzia. Sempre in omaggio alla CrautiEconomy, che
in pratica non permette alla BCE di svolgere il suo vero ruolo, ossia
prestatore di ultima instanza, come del resto fanno le altre banche
centrali del mondo tipo la FED e la Bank of Japan.
Il MES, dal punto di
vista economico, in sostanza è un fondo di soccorso per i debiti
pubblici in difficoltà, tipo Spagna, Portogallo, eventualmente
Italia, Cipro, Grecia ecc. ecc. Ma come si alimenta questo fondo ?
Naturalmente con ulteriore debito pubblico fatto dai vari paesi...(
vedi ad esempio la critica di Farage quando prestavamo alla Spagna al
3% ciò che il mercato ci prestava al 7%...) Essendo l'Italia un
forte contributore del MES ossia il 3°, per stare dietro alle fobie
inflazioniste dei tedeschi, dobbiamo aumentare il debito pubblico di
circa 125 miliardi di Euro, di cui al momento già stanziati
45miliardi dallo scorso governo Monti e su cui naturalmente paghiamo
anche gli interessi. E perché tutto questo ? - Continua Rinaldi-
“Perché abbiamo messo in piedi la catena di Sant'Antonio, ossia
facciamo debiti per costituire un fondo per poi pagare altri debiti.
Questa è follia, è follia pura. A questo punto stampate e fatela
finita, perché alla fine questi conti li paghiamo noi.”
Siamo perfettamente
d'accordo, è come disse Nigel Farage il miglior metodo per spedire
al fallimento anche l'Italia, poi la Francia e infine la Germania.
Per altro approposito
di inflazione, per la cronaca l'inflazione in Italia ad Aprile del
2013 è scesa nientemeno che all'1,1 %. A nostro parere fatica
anche a tenersi su e c'è molta confusione fra agflazione e
inflazione, per non parlare poi della cosidetta inflazione “reale o
percepita” che è poi quella che colpisce concretamente il mercato
dei consumi interni.
Nel merito poi possiamo
dire che la terribile inflazione, che vediamo invero essere piuttosto
bassa in Italia, è previsto secondo l'attuale tendenza che scenda
ancora di più, con uno 0.5% per Dicembre 2013, 0,3% per il Gennaio
2014 e lo 0% di inflazione da Marzo fino a Maggio 2014. Dopodichè
stimiamo entreremo forse finalmente in deflazione come l'economia, il
mercato e la domanda grida ormai fino a restare senza voce o meglio
senza più moneta. Possiamo dire in effetti che secondo le proiezioni
attuali basate sulla situazione attuale, Italia si fermerà o quasi a
Maggio 2014. Perché ? Perchè la deflazione a questo punto non è
una correzione guidata dalla banca centrale come auspichiamo da anni,
ma ahimè spinta e causata dal peggioramento economico e crollo dei
consumi.
Negli anni scorsi 2009 e 2010 quando eravamo inondati di Euro ad alto cambio e il prezzo del greggio decollava a fronte di delocalizzazioni e calo del potere d'acquisto, chi scrive, scrisse che se non si fosse attuata una politica monetaria deflazionista, quest'ultima sarebbe giunta con maggiore violenza a causa del crollo dei consumi come infatti sta succedendo. E questo a causa in sostanza di grandi squilibri macroeconomici tutt'ora in corso.
Negli anni scorsi 2009 e 2010 quando eravamo inondati di Euro ad alto cambio e il prezzo del greggio decollava a fronte di delocalizzazioni e calo del potere d'acquisto, chi scrive, scrisse che se non si fosse attuata una politica monetaria deflazionista, quest'ultima sarebbe giunta con maggiore violenza a causa del crollo dei consumi come infatti sta succedendo. E questo a causa in sostanza di grandi squilibri macroeconomici tutt'ora in corso.
L'alternativa ? A
questo punto di forte Credit Crunch aumentare in qualche modo la
base monetaria del nostro paese e sarebbe auspicabile lo facesse una
Core Economy tramite opportune riserve, Germania se avesse voluto
assumere questo ruolo o ancora meglio gli USA che lo hanno fatto per
tutto il mondo libero.
Da un punto di vista
tecnico probabilmente come abbiamo sempre detto sarebbe utile
pilotare o meglio seguire la tendenza deflazionista, almeno per un
po' lasciando che il mercato e l'economia attui da solo le correzioni
al ribasso a seguito delle grandi manovre di espansione monetaria
degli anni scorsi. Quando però questa si accompagna ad un contesto
di Credit Crunch e a causa di tali squilibri macroeconomi, la degenerazione del benessere sociale che ne
deriva, suggerisce di considerare diverse strade e diversi strumenti
di politica economica fra cui, ma non solo, l'uscita dall'Euro e il
ritorno ad una moneta nazionale.
Links:
p.s. C'è un evidente ritardo
nel parlato del video. Non dipende da noi, non sappiamo cosa abbia fatto il montatore e speriamo non l'abbiano mandata in onda così.