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mercoledì 9 novembre 2016

President Trump: a Free World Order

di Dom G.


Tutte le perplessità, confusione e angoscia in America nascono, non da difetti nella loro Costituzione o Confederazione, non per mancanza di onore e virtù, quanto piuttosto dall'ignoranza vera e propria della natura della moneta, del credito e della circolazione della ricchezza.

John Adams, 2° Presidente degli Stati Uniti



Un governo popolare senza informazione popolare, o la possibilità di acquisirla, non è che un prologo di una farsa o una tragedia, o forse entrambe. La conoscenza governerà sempre l'ignoranza: E un popolo che intende essere i loro stessi Governatori, deve armarsi con il potere che dà la conoscenza.
James Madison, 4° Presidente degli USA


L'America non è globalismo... Ho intenzione di vincere, non ho mai perso nella mia vita.... Amo questo Paese
Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America



E' il tempo di realizzare che siamo una nazione troppo grande per limitare noi stessi a piccoli sogni.
Noi non siamo come qualcuno ci ha fatto credere, maledetti verso un'inevitabile declino. Io non credo in un destino che cadrà su di noi qualunque cosa facciamo. Io credo in un destino che cadrà su di noi se non faremo niente. Così con tutta l'energia creativa al nostro comando, cominciamo un' era di rinnovamento nazionale. Rinnoviamo la nostra determinazione, il nostro coraggio e la nostra forza. E rinnoviamo la nostra fede e la nostra speranza. Abbiamo tutto il diritto di sognare sogni eroici”, Ronald Reagan





Il globalismo è un fallimento. 

Sarà l'Eccezionalismo Americano a guidare il mondo nel 21° secolo in un Libero Ordine Mondiale.


9 Novembre 2016, Donald Trump è il 45° Presidente degli Stati Uniti d'America.

Grazie America per il tuo coraggio alla ricerca della Libertà e della Giustizia ! Grazie America per il tuo coraggio nel sognare sogni eroici !

Dio Benedica l'America e Donald Trump !

Un Presidente così non si vedeva dai tempi di Eishenower, John Kennedy e in parte Ronald Reagan, il Presidente che personalmente ho sempre sognato di vedere ancora in America







Ho passato gli ultimi 5 mesi su Facebook, social, su questo blog e con gli amici a parlare di come Donald Trump sarebbe diventato il 45° Presidente degli Stati Uniti andando del tutto contro corrente contro i media e contro ogni previsione e sondaggio più blasonato. E già con il mio ultimo articolo qui sulla Brexit e su Nigel Farage, Nigel Farage: un englishman in Bruxelles delineavo il fallimento di queste politiche globaliste, evidenziandolo ancora di più nell'articolo precedente "Dan Pena: Donald Trump scuoterà il pianeta !", su come il Presidente Trump sarebbe stato come un'onda per il mondo intero volto alla riscoperta dell'autostima dell'Occidente. Lo stesso Farage che oggi diventa il politico più influente al mondo dopo Trump lo vedo da sempre già a Westmister come Churchill, e mai come ora ne sono ancora più convinto. Non oggi ma domani dovrà farlo. Lo stesso Churchill non aveva certo voglia di divenire primo ministro, ma dovette farlo ed è stato un grande.

Contro i giornali e la nebbia della propaganda in Italia, in Europa e in parte anche in America, ho sempre creduto in quel grande essere umano che è Donald Trump, non ho mai capito perchè un grande businessman come lui non potesse fare il Presidente, in un'America che apprezza il carattere, la determinazione e la capacità delle persone e di fare impresa più delle apparenze, una nazione che ha già avuto anche i ricchi Kennedy, Ford, Carter, e i due petrolieri Bush e oggi Trump che già 30 anni fa intravedeva come le relazioni internazionali in Occidente fossero molto squilibrate e sbagliate e che avrebbero portato ad un punto di rottura. Non era questione di se, ma di quando. E con oltre 19000 miliardi di dollari di debito pubblico e centinaia di miliardi di dollari di deficit commerciale che hanno devastato il tessuto industriale Americano, così come quello Inglese che sceglie la Brexit e di varie nazioni occidentali, è ormai il tempo del cambiamento. 

Al di là della battute, amico di Reagan e sognatore come lui, grande businessman figlio dell'American Dream e costruttore, con un rateo di successo altissimo, Donald J. Trump ha realizzato alcuni dei più importanti edifici ed opere a Manahattan e costruito Atlantic City salvandole dalla bancarotta negli anni '70 e '80 e rinnovato Chicago. E' uno che dice quello che pensa, pacifista, era contro la guerra in Iraq, ma saldo nella difesa dell'Occidente e dell'American Way of Life e sensibile ad aiutare le persone, nella sua rivoluzione ricorda quella di John Kennedy amante della pace ma ben saldo nel difendere la libertà, e in modo simile qualche giorno fa hanno anche attentato alla sua vita durante un comizio. Clint Eastwood osserva che come Kennedy vuole cambiare e migliorare il paese, e ringrazia i servizi segreti e la polizia per averlo tenuto in salvo. In seguito dirà "Non mi restano molti anni da vivere, ma so che saranno anni grandiosi ".

Diametralmente opposto ad Obama che passa il tempo a litigare con i suoi migliori generali e cacciarli via fra cui Petreus e McChrystal, compiendo epurazioni di circa 200 fra generali e comandanti. Trump incassa invece il sostegno di altrettanti 200 generali degli Stati Uniti fra cui il Generale McInerney ex comandante del NORAD in Alaska che aveva ben previsto nel 2010 come Obama ci avrebbe riportato alla guerra fredda con la Russia ed è mediamente ben visto dai militari che sono stati messi in estrema difficoltà dalle politiche di Obama rendendo anche difficile lo svolgimento del loro lavoro nei teatri di crisi per non voler fornire agli uomini le risorse di cui necessitano. 




Il 1 Marzo 2016 condividevo sui social questo video invitando a conoscere realmente ed ascoltare le parole di Donald Trump, il prossimo Presidente degli Stati Uniti che vuole difendere e restaurare il Sogno Americano.


E soprattutto non ho mai smesso di credere nell'America, in questo splendido paese e popolo che non si lascia intimidire, che ha combattuto e vinto una Rivoluzione contro un impero e due guerre mondiali, e che ancora oggi “The land of the free and home of the brave” mette tutto il suo coraggio nello sfidare il mondo per difendere il Sogno Americano contro il marxismo e socialismo internazionale strisciante, riponendolo li dove gli spetta, nel bidone della spazzatura della storia, e invita chiunque voglia a seguirli ancora una volta in questo incredibile viaggio e impresa Americana.






Non siamo condannati e maledetti verso un inevitabile declino. Basta scusarci per quello che siamo, dobbiamo esserne orgogliosi e non aver paura di ambire al meglio, perchè l'America è in grado di dare e di essere il meglio e con essa l'Occidente grazie al quale nelle sue Rivoluzioni Industriali realizza come mai prima d'ora nella storia planetaria, un incredibile progresso nella qualità della vita della gente. L'American Exceptionalism guiderà il mondo negli anni più difficili di questo secolo dove se ne gettano le fondamenta, come Theodore Roosvelt che sfidando anche lui il suo tempo ha gettato le basi del 20° secolo Americano insieme ai migliori uomini della sua epoca.

Il mondo ha un disperato bisogno di un'America forte. Nel 1940, gli Stati Uniti non erano in Europa, non avevano basi militari in giro per il pianeta, non si immischiavano più di tanto negli affari degli altri, ma erano l'economia e la potenza industriale più forte del pianeta grazie alla loro inclinazione verso la libertà e l'indipendenza e questa cosa fece la differenza quando un anno dopo ce ne fu bisogno. 



Una massima della campagna di Donald Trump è stato puntare sul fatto che non c'è tempo per le sciocchezze e per il politicamente corretto. Ha assolutamente ragione, fra 10 anni nel 2025 la Cina sarà una potenza globale al pari degli Stati Uniti rivaleggiando anche come potenza militare secondo una dinamica che va avanti ormai dal 1996, ma con la differenza che questa volta l'America ha difficoltà a tenere il passo.
"Non si può negoziare con chi dice che
ciò che è mio è mio e ciò che è tuo
è negoziabile", John F. Kennedy
Robert Blackfill, analista geostrategico erede di Kissinger, identifica due punti cardine fondamentali per tenere il passo con la potenza Cinese.

  1. La rivitalizzazione dell'economia Americana.
  2. L'esclusione della Cina da nuovi accordi commerciali nell'area asiatica.



Shangai, Distretto Finanziario
Come World Share GDP la Cina ha già superato gli USA nel 2014, non come ricchezza pro capite in valore assoluto ma come potere d'acquisto a volte si, in quanto avendo le fabbriche lì, comprano di tutto a meno e parliamo di oltre 1,5 miliardi di persone di cui 300 milioni di classe medio alta. Questo causerà molti problemi sul fronte delle supply chains, le catene di produzione industriale, acutizzando molto le cose fra il 2025 e il 2030 finchè non riusciremo a sfruttare meglio gli Oceani e lo Spazio. Nel 2040, ai ritmi attuali, si prevede invece il superamento anche della potenza navale militare Cinese contro quella Americana.
La globale governance che ci hanno messo sulla testa, ha pensato quindi di tassare lo sviluppo industriale occidentale e Americano per favorire la crescita cinese prima di tutto ed evitare una crisi sulle supply chains, e lo ha fatto con la scusa del riscaldamento globale e dei cambi climatici imponendo una vera e propria

forma di tassazione per miliardi di dollari che ha depresso lo sviluppo industriale in America ed Europa. In altre parole Marxismo e capitolazione dell'America alla Cina in nome della pace, ma invero è questa la via che porta alla guerra come ben spiegava Ronald Reagan.

Già oggi la Cina consuma il 50% circa delle risorse di materie prime ed energia mondiali. Per poterli affrontare occorre il consolidamento dell'America e dell'Occidente che altrimenti sarà fagocitato dalla crescita Cinese. Non significa fare la guerra alla Cina, ma è il rischio che si corre se si continua in questo modo, perchè la Cina, e i Brics, ci seppelliranno continuando così, senza contare tutte le questioni inerenti il terrorismo e le molteplici minacce che oggi ci sono in un mondo sempre più nel caos.

Crediamo invece come sempre che la vera libera competizione e libero mercato porterà l'umanita al progresso come lo sfruttamento dei fondali oceanici e definitivamente lo spazio, risolvendo in modo definitivo tali problematiche.




Ci sono due date critiche in cui nel 21° secolo si rischierà un conflitto mondiale, una è intorno il 2030-2040, dopo circa 10 anni di grave recessione Americana e crollo della valuta a partire dal 2020 appunto per la crescita Cinese, crisi finanziarie ripetute e continua svalutazione monetaria della banca centrale per abbattere il debito, secondo le attuali dinamiche. L'altra crisi nel 2070 per il Peak Oil e Gas che può portare ad una crisi energetica mondiale e per questo è vitale lo sviluppo dell'energia nucleare di 4a generazione e di fusione. E la storia di questo secolo si scrive oggi, in questi anni. Non so se riusciremo ad evitare tutti i conflitti regionali dei prossimi anni, ma il consolidamento sarà la via necessaria per affrontare al meglio le difficoltà. All'epoca di Kennedy sapevano a malapena lanciare scatole di metallo nello spazio con un po' di supporto vitale. Andare fin sulla Luna era impresa titanica, eppure John Kennedy diceva che non lo voleva fare perchè era facile, ma proprio perchè era difficile ! Questo è lo spirito Americano che Trump invita ad avere accettando le vere sfide per il cambiamento e per la difesa della Libertà e dell'American Way of Life.




30 anni fa Donald Trump osservava come gli squilibri economici in ambito G7 con gli alleati degli Stati Uniti fossero un problema. Gli USA hanno sempre fatto da perno e base per sostenere le economie dell'Occidente dal dopoguerra ad oggi, ma nel corso del tempo il carico riversato verso gli Stati Uniti è diventato sempre più eccessivo con il conseguente aumento del debito pubblico. La morte di Kennedy portò all'ascesa del socialismo in America sotto i colpi dell'URSS nella guerra fredda che pensò di risolvere i problemi dell'America con il modello statalista portando alla grande crisi economica della fine degli anni '70 dimenticando una grande discorso di Kennedy: “Non chiedetevi cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potere fare per il vostro paese”.



Inoltre ben noti attriti con alcuni governi Europei negli anni '60 e '70 come De Gaulle, portarono presto ad una crisi nei mercati auriferi e alla caduta del sistema internazionale di Bretton Woods che legava le monete internazionali al dollaro e quest'ultimo al cambio con l'oro.
Dopo aver dilapidato ingenti risorse per cercare di sostenere il prezzo dell'oro inutilmente, complice la variazione nell'estrazione mineraria in Sud Africa e il sabotaggio aurifero francese, il sistema di Bretton Woods fu abbandonato del tutto verso una politica monetaria a cambi completamente variabili come quella usata sino ad oggi. Tuttavia questo non risolveva i problemi degli squilibri economici dell'America e degli UK verso altre nazioni. Cosa che aumentava sempre di più il debito pubblico e che ha richiesto sino ad oggi un intervento sempre più massiccio delle banche centrali, che oggi inondano i mercati finanziari di vera spazzatura all'origine delle bolle di questi tempi. Una cosa che forse i giovani rampanti di wall street che navigano sulle ondate delle banche centrali, non vogliono vedere, ma che un vecchio grandissimo finanziere di Wall Street come Carl Ichan, e non solo lui, vede benissimo e per questo sostiene con forza Donald Trump.

Fu in quel contesto di crisi alla fine degli anni '70 che venne Ronald Reagan sulla falsa riga di Trump oggi che nel suo primo discorso da Presidente eletto rimanda al coraggio di sognare, come i sogni eroici di Reagan. Amico di quest'ultimo, Trump osservava che non era certo se candidarsi o meno, avrebbe visto che direzione avrebbe preso il paese, perchè al momento andava nella direzione sbagliata. Prima o poi il debito sarebbe diventato insostenibile e si sarebbe ritorto con forza contro la vita degli Americani. Ancora, non è questione di se, ma di quando. E oggi con più di 19000 miliardi di dollari di debito pubblico, e la Cina che cresce al 10%, mentre gli USA a malapena dell'1%, le cose si sono fatte serie. Centinaia di miliardi di dollari sono riversati da USA e UK per tenere in piedi un sistema internazionale che non funziona, così come non funzionava la politica statalista prima di Reagan ma in un'epoca quella odierna, di gran lunga peggiore e più difficile. E l'America e UK non sono nazioni di poco conto che stanno a guardare il corso degli eventi, ma sono nazioni e popoli che la storia la fanno e cambiano il mondo.


Fu a quell'epoca con la Perestroika che si delineava la visione di un Nuovo Ordine Mondiale post sovietico il cui incipit inizia nei salotti della famiglia Rockfeller in quella che fu poi nota come Società Bilderberg dal nome del primo Hotel in cui si incontrarono intorno gli anni '50. Un modello da realizzare combinando il socialismo con le economie occidentali e soprattutto pensando che la Cina avrebbe aiutato a sfogare questi squilibri diventando un mercato in cui le nostre industrie avrebbero esportato.... e per questo fu promossa e sviluppata in sostanza quell'idea del prof. Caroll Quigley che Bill Clinton aveva imparato anni orsono all'Università, e riportata anche nel testo “Tragedy and Hope” dello stesso professore, un nome ripreso poi non a caso in seguito da Barack Obama in un suo recente libro. La premessa era la crisi derivante dal globalismo per instaurare la speranza di un mondo diverso prendendo il controllo delle nazioni in crisi tramite le banche centrali. Vi ricorda qualcosa ? Secondo le teorie globaliste la crisi derivante dall'abbattimento doganale avrebbe spinto la cooperazione e si vedeva di buon occhio la riduzione del ruolo degli Stati Uniti sulla scena mondiale, come campeggiava anche sul sito internet della Commissione Trilaterale sino ad un paio di anni fa, il tutto con quantomai sinistri paralleli alle teorie marxiste e al piano di sovversione sovietica dell'Occidente, punto sul quale ritorneremo in futuro. Tuttavia comunque la si pensi fu rapidamente evidente nei primissimi anni dell'amministrazione Obama come in realtà in

questo modo il mondo si stava destabilizzando. E fu proprio anche la Clinton ad osservarlo, per quanto poi in seguito il suo operato dal Dipartimento di Stato sulla scia dell'imposizione del loro ordine globale, è divenuto un completo disastro, dalla Libia dove non bisognava uccidere Gheddafi unico leader forte ad aver abbandonato il terrorismo, alla Siria dove probabilmente era meglio se la sbrigasse Putin contro i terroristi essendoci li delle basi russe e all'Ucraina dove invece di negoziare in campo commerciale, si è rovesciato il governo e si sono portate avanti politiche di guerriglia come l'URSS faceva in America Latina. Certo va anche detto che non erano questioni semplici da affrontare e come dice Trump ringraziarla lo stesso per il suo lavoro.

E hanno scritto così gli ultimi 20 anni della politica internazionale, come il NAFTA da cui la Tequila Crisis, la UE e l'Euro da cui la crisi dei cosiddetti PIIGS e il crollo della Grecia, le nazioni periferiche dell'Eurozona, incluso però anche l'Irlanda, poi la Spagna, la Francia e ora l'Italia, il WTO con le note problematiche Cinesi ecc. e in particolare gli anni della grande crisi del 2009 che aveva già decretato il fallimento dell'ordine internazionale. Una crisi che da allora è caratterizzata da schock e volatilità sui mercati a causa di come dicevamo tutta la spazzatura che le banche centrali immettono nei mercati mondiali per tenere insieme un sistema che non si regge più, inseguendo il piano di Quigley, Rockefeller e dei Clinton promosso nei consessi internazionali.


Il 1 Luglio 2007 a Portland, in Oregon, Dennis Kucinich democratico classico di vecchio stampo in corsa per la Casa Bianca, teneva un bellissimo intervento sulla devastazione industriale negli Stati Uniti come a Flint in Michigan a seguito degli accordi del NAFTA e del WTO, che oltretutto include anche nazioni come la Cina. Osservò anche come lo stesso Messico fu colpito da una crisi innescata dal crollo salariale in seguito all'abbattimento doganale con gli USA, la famosa Tequila Crisis. Questo perchè non era richiesto ai produttori andati li nessun rispetto dei diritti. Bisogna invece che negli accordi commerciali si chieda di rispettare i diritti umani, dei lavoratori, la qualità ambientale. Quando tu chiedi il rispetto dei diritti per sottoscrivere accordi commerciali, sottolinea Kucinich, la qualità della vita va su, quando tu non lo chiedi la qualità della vita va giù.  
L'America ancora non lo sapeva, ma ciò che Dennis stava osservando avrebbe portato di lì a poco alla più grave crisi economica e crollo finanziario della storia Americana e mondiale dalla quale dopo 8 anni ancora ci si deve riprendere del tutto. Dennis purtroppo perse la corsa contro Barack Obama che invece era un globalista, ma vi invitiamo caldamente ad ascoltare le sue parole, insieme alle immagini di Flint dove potete vedere con i vostri occhi perchè ad esempio la gente del Michigan ha votato in massa per Donald Trump.



Sono passati con arroganza sopra la testa di oltre 1 miliardo di persone in America e in Europa, perchè ci dicevano che questi accordi economici avrebbero portato sviluppo, crescita, posti di lavoro, che la crisi presto sarebbe passata, che le cose sarebbero migliorate. Siamo all' 8° anno di crisi economica consecutiva e le cose non accennano a migliorare per niente. Il globalismo esasperato ha risucchiato via il tessuto industriale di tutto l'Occidente verso la Cina, ben lungi dal ruolo che gli si era immaginato, con qualche eccezione solo in parte come la Germania che persegue politiche protezioniste usando la UE come scudo e acutizza ancora di più i profondi disagi e ben noti squilibri dell'area del G7. Francamente volendo era prevedibile, qualcuno ci ha provato, ma si è rimasti inascoltati. 


Sino ad oggi, dove un businessman di successo a New York concorrente di Rockfeller, di fronte l'evidente fallimento del globalismo, decide con forza di rilanciare uno spirito di rinnovamento nazionale alla Reagan e osteggiando queste idee, alla Kennedy, alla luce del sole, chiedendo agli Americani il suo sostegno per difendere il Sogno Americano alla ricerca della Libertà e della Giustizia. 

Non instaurando un totalitarismo globale centralizzato lanciato alla conquista del mondo che pretende di controllare tutte le nazioni passando sulla testa di interi popoli, ma secondo uno spirito federalista internazionale rispettando gli uni gli altri le rispettive nazionalità e popoli.

Ed è sempre ancora John Kennedy che osservava quanto questo tipo di politiche elitarie, all'epoca del blocco sovietico, che pretendono di fare meglio ignorando il confronto democratico e agendo nell'ombra giustificandosi per necessità, che censurano la stampa e l'opinione pubblica, che nascondono le proprie mancanze in nome di un presunto bene superiore, fossero in realtà una minaccia alla libertà e un deciso fallimento. Mentre Rockfeller nella sua biografia ricorda il periodo da quegli anni ad oggi ringraziando giornali, tv e personaggi pubblici per aver collaborato con lui nel tenere occulto e nascosto il suo piano globalista, Kennedy poco prima di morire lo rivelava al mondo e ci ammoniva fortemente dal non farci tentare da questa strada profondamente sbagliata e fallimentare come abbiamo visto più di ogni altra cosa negli ultimi 20 anni. Non vogliamo dire che Rockefeller appartenga a qualche setta strana e lo abbia ucciso lui, ma qualche suo conoscente comunista sovietico, alcuni dei quali soleva incontrarsi allo scopo di progettare questa global governance, incluso Castro, certamente si lo uccise per portare avanti il rovesciamento degli Stati Uniti.

E del resto lo stesso Rockefeller scrive:

Per più di un secolo gli estremismi ideologici di entrambe le parti dello spettro politico hanno predominato su ben pubblicizzati incidenti relativi i miei incontri con Castro per attaccare la famiglia Rockefeller a causa della sua eccessiva, smodata influenza che essi sostengono esercitiamo sulle istituzioni economiche e politiche Americane. Alcuni credono persino che siamo parte di una cabala segreta che lavora contro i migliori interessi degli Stati Uniti, caratterizzando la mia famiglia e me come “internazionalisti” ( o globalisti ) che cospirano con altri in giro per il mondo nella costruzione di una struttura economica e politica globale maggiormente integrata – un mondo, se preferite. Se questa è l'accusa, sono colpevole e ne vado orgoglioso”.

E poi passa ad attaccare i suoi critici come populisti che credono nelle teorie cospirative. Lungi dalle fantasie e gli eccessi, critichiamo piuttosto i fatti.

Con Kennedy sinceramente mai e poi mai avremmo assistito a tutto questo e questi politici, da alcune idee di Bush Senior, ai Clinton ad Obama non avrebbero mai avuto tale ascesa politica, non certo in questo modo, né mai avremmo avuto l'ascesa di un certo social globalismo strisciante di questi ultimi 20 anni. Ed è con le sue parole a cui invitiamo attenta riflessione su tutto quanto è successo da Clinton e il WTO ad oggi nel 2016, 20 anni di politiche pensate nel chiuso delle stanze “in occulto”, e calate sulla testa della gente ignorando il confronto democratico con la complicità di diversi media e personaggi pubblici che giustificavano tutto questo in nome di un presunto bene superiore, pronti a censurare ogni opposizione in nome del politicamente corretto, non per caso nota tecnica di censura sovietica. 20 anni di politiche imposte dall'alto per le quali adesso ci troviamo con la merda fino al collo per citare Dan Pena.






some links:



Rockefeller, pagina del libro in cui ne parla