Debito Pubblico Italiano

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domenica 1 agosto 2010

Quote Latte: emblema del fallimento marxista e delocalizzazione delle vacche

L'annosa questione delle quote latte torna prepotentemente a farsi sentire in questi giorni di caldo fine Luglio anche se a dire il vero nel momento in cui scrivo il clima si sta raffreddando, ma solo quello meteorologico. Perchè quello politico è invece caldissimo, di più rovente. La crisi dell'economia globale entra di prepotenza sempre più anche nelle vite italiane con un'Italia che non si muove sui binari giusti. Riesce a tenere i conti grazie alle indiscusse competenze di chi c'è, ma non riesce a tenere la rotta poichè il carrozzone politico già pesante in precedenza è oramai insostenibile.

Le quote latte, così come molti altri tipi di quote di produzione agricola e in certi casi persino industriale, ove alle quote si aggiunge anche l'eliminazione dei sussidi, sono ovvia derivazione della politica marxista del socialismo intenazionale. Si stabiliscono quote per il "controllo" dei prezzi, ma è proprio questo controllo di stato a impoverire il mercato sempre di più, inoltre la corruzione endemica nonchè una disarmate politica ignorante, è cieca di fronte i veri resposabili del crollo del mercato ossia la produzione illegale di latte tramite latte in polvere... se è vietato spacciare il latte in polvere per latte genuino c'è una ragione. La ragione non è solo salutare ma economica, stoccando latte in polvere è possibile in un solo anno immettere tonnellate di latte in più rispetto gli allevamenti con il risultato di un crollo repentino del prezzo del latte cosa che è puntualmente accaduta. Anche per questa ragione il latte in polvere appartiene ad una categoria di mercato molto diversa dal latte fresco o cmq sia naturale.
Inoltre bisogna considerare anche la repentina immissione nel mercato di produttori di latte dall'est europa nonchè persino da fuori l'europa...... per altro le assurde e confuse normative e direttive UE, non permettono alla dogana e finanza italiana di fare i doverosi controlli sulle importazioni di prodotti europei per esempio per vedere se il latte prodotto in germania da una nota ditta è effettivamente naturale o piuttosto come altrettanto ben noto è fatto in polvere.

In definitiva la vita per gli allevatori non è per niente facile già di per sè nel contesto del disordine ( altro che ordine ) globale che viviamo. Nel merito il fanatismo disarmante che guida i globalisti lascia senza parole.
E' vero in Italia non si produce abbastanza latte e quindi siamo costretti ad importarlo dall'estero. Ma una saggia politica limiterebbe le importazioni dall'estero, sfruttando l'alta domanda interna primo per rialzare un pò il prezzo del latte, secondo per incentivare e lasciare che cresca lo sviluppo agricolo che da sè equilibrerà e stabilizzerà il prezzo di tale bene. Infine bisogna considerare la ciclicità delle produzioni agricole che da secoli e millenni dal tempo dei Sumeri almeno porta annate migliori di altre e quindi surplus agricoli. Il problema del surplus è presente tutt'oggi, ma viene attualmente affrontato in Europa secondo le teorie socialiste marxiste che pure hanno portato alla fame e morte per fame decine e decine di milioni di persone nelle nazioni comuniste dove è stata applicata.

La regola d'oro dell'agricoltura ben nota sin dall'antichità è che l'agricoltura va incentivata nei periodi di scarsa produttività stoccando ( non buttando ) il surplus nelle annate migliori per i periodi peggiori e/o per chi ne ha bisogno. Oggi invece si manda tutto al macero coi risultati che vediamo. Associazioni come la food bank ( banco alimentare ) e simili, cercano fra le altre cose di intercettare oltre l'invenduto anche tale surplus destinato al macero, tuttavia alla fine l'UE concretizza la maggioranza delle sue attività benefiche nella sottrazione degli aiuti dal mercato già esistente creando un certo giro di soldi fra l'altro e ovvia dipendenza dagli aiuti e dai fondi UE esattamente come in Unione Sovietica. 
Sotto certi aspetti questo è un aiuto dato alle aziende alimentari e tira su i prezzi, ma onestamente certi prezzi come pasta, pane e in genere grano ecc che stanno salendo in tutto il mondo per una sempre maggiore scarsità e difficoltà di produzione anche per questioni meteo o di biocarburanti, beh sarebbe meglio calmierarli

Ovviamente quindi viviamo in un mercato imbrigliato, specialmente in Europa, e con notevoli difficoltà di sviluppo. Per esempio che senso ha buttare al macero tonnellate di frutta e poi comprare dagli agricoltori la frutta da dare in beneficenza e che cmq non è mai quanto quella mandata al macero ?? Leggasi aiuti europei... l'anno scorso notavo come l'Europa abbia mandato ai banchi alimentari ecc. centinaia di tonnellate di latte in più con serie difficoltà per lo smaltimento da parte degli stessi enti benefici. La UE probabilmente vuole così tirare su il latte, ma onestamente non è questa la strada, visto che agli stessi allevatori in precedenza gli ha tagliato le gambe con la questione delle quote, multe ecc. e francamente a poco serve quanto fatto in questo modo.


E' curioso notare poi come questo è esattamente quanto accadeva e tutt'ora accade nelle economie comuniste con le dovute approssimazioni. Nel senso che contadini e allevatori dipendono dallo stato nei sistemi socialisti, come ad esempio nell'attuale Turkmenistan dove il neo regime torna ad applicare politiche comuniste de facto, tutti devono dare tutto allo stato, ricevendo in cambio sempre di meno....
Il marxismo, basta leggere e studiare cosa diceva Marx, prevede la soppressione degli incentivi agricoli e l'apertura dei mercati globali con l'abbattimento delle dogane di cui l'UE è capostipite con tutti i tragici fallimenti testimoniati ancora una volta dalla storia.
Il neo-marxismo europeo pone quindi le quote latte, poi compra una parte della produzione a prezzo politico ovviamente, e lo dà in beneficenza. Complessivamente l'allevatore è cmq in perdita. Bisogna inoltre considerare che pochissimi allevatori sono in grado di rispettare le quote. Oltre a chiedersi perchè mai dovrebbero visto che siamo, ehm dovremo essere in libero mercato, non possono rispettarle se vogliono sopravvivere e pagare le relative multe equivale nella maggioraza dei casi a chiudere l'attività.. Ecco perchè al contrario di quanto afferma la propaganda UE, chi le ha effettivamente pagate è una minoranza specialmente in Italia dove al contrario ha pagato lo stato, ossia se vogliamo vederla così, lo stato ha dato un incentivo ai produttori di latte italiani il cui mercato è stato invaso dall'importazione di latte a basso costo dall'estero e non mi riferisco alla normale importazione per il latte UHT oltre la nostra capacità produttiva. 

In altre parole quindi oltre la delocalizzazione degli stabilimenti assistiamo anche alla delocalizzazione delle vacche per insostenibilità del mercato interno.... è questa la follia del socialismo internazionale di Marx. Un qualcosa che va contro millenni di storia economica e infatti si è sempre rivelato un tragico ed epocale fallimento.
Gli aiuti di stato non valgono mai quanto il libero mercato che è immensamente superiore, ricordate  per esempio i 90 miliardi di euro di capitalizzazione persi alla borsa di Milano e di cui parlavano un paio di articoli fa. Molto meglio quindi rimuovere definitivamente le quote e liberalizzare completamente il mercato, fornendo anche assistenza nei casi limite di fallimenti e quindi riconversione della propria attività in qualcos'altro: libertà quindi anche di fallire un cardine essenziale del Capitalismo di libero mercato. Oggi invece la libertà di fallire è molto scarsa in quanto significa perlopiù la rovina delle persone. Nel Capitalismo di libero mercato come è stato negli USA per decenni prima di questo globalismo, la libertà di fallire non era il fallimento delle persone, ma solo delle relative attività e nella maggioranza dei casi non significava altro che la fine di un' attività e l'inizio di un'altra.
Questa cosa era stata capita anche dai Sumeri, ossia che l'indebitamento eccessivo portava alla stagnazione dell'economia e così ogni 7 anni i debiti nei confronti dello stato erano condonati ossia annullati. Anche altre monarchie come ad esempio il dodge di Venezia o l'aristocrazia Fiorentina capì la necessità di accrescere la ricchezza complessiva a beneficio di tutti, aiutando le associazioni mercantili e la nascita delle prime banche di investimento... ovviamente anche prima di loro Federico II a Napoli e Palermo sancì l'inizio del Rinascimento Italiano.

Per tutte queste ragioni le banche Americane  e anglosassoni in genere, epoca Reagan/Tacher, pilotavano il fallimento di tutte le attività private in caso l'attività andasse in questa direzione, limitando fortemente le perdite e concretizzando la libertà di fallimento. La politica marxista globalista vede questo come incentivo ( ai privati ), cosa che vieta e quindi ha contribuito a creare veri e propri mostri globali, buchi neri dell'economia mondiale come Leheman Brothers, il crack Irlandese o il debito Greco. Come quindi potete capire il capitalismo non c'entra niente con la creazione di questi mostri economici.
Ancora adesso dove ci si riempe la bocca di accuse a Wall Street ricalcando la propaganda comunista degli anni '50 e '60 in Korea e Vietnam, de facto si evita a tutti i costi il fallimento delle aziende generando immensi buchi neri economici.
E' doversoso ricordare nel merito infatti  il fallimento pilotato della Northern Bank inglese, con largo anticipo nel 2007-2008 fra le ire della UE e della BCE che ha risparmiato agli UK almeno sin'ora, di essere travolti dalla crisi globale nonostante gli svarioni socialisti dei laburisti che ora però cominciano a pesare a causa del debito pubblico generato.
L'amministrazione Obama con la scusa quindi di voler controllare i mostri economici generati dalle  sue stesse teorie socialiste derivate dal marxismo e applicate sempre più alla finanza globale, pone i mercati sotto sempre maggiore controllo statale..

Torneremo cmq in seguito sulla questione della riforma di Wall Street, un pericoloso precedente per la limitazione della libertà.