Debito Pubblico Italiano

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giovedì 28 agosto 2014

WTO e la sicurezza alimentare: fungo killer dall'Africa


Ancora una volta le importazioni/immigrazioni indiscriminate, free trade, mettono a rischio la produzione e salute in Italia e in Europa. Cambi climatici possibili, ma siamo onesti non è la prima volta che succede per queste ragioni. Fra alcuni dei casi più noti ricordiamo prima la volta degli ippocastani Cinesi contaminati con parassiti che hanno infettato l'intera produzione nazionale degli ultimi anni, poi germogli di soia nord Africana che causarono un'epidemia grave ad Amburgo, ora il fungo killer Africano che rischia di contaminare l'intera produzione di basilico Italiano. Mentre scriviamo inoltre segnaliamo l'abbattimento di migliaia di Olivi nella regione Puglia a causa di una grave infezione del batterio Xilella, decisione per altro contestata a vario titolo fra cui la mancanza di una strategia di cura e prevenzione. Un batterio presente anche nelle piante ornamentali e frutto del free trade, globalizzazione, tramite l'importazione indiscriminata di piante contaminate e verso cui va posto un urgente freno limitandone e bloccandone le importazioni alle dogane come fa l'Australia, ma anche ancora oggi gli USA e il Canada su certe categorie di merci, per quanto una volta c'era ancora più attenzione. Al problema bisogna aggiungere anche una certa ossessione ingiustificata verso il cosiddetto “biologico” che rende ancora più difficili le cure.

Ci sono gravi carenze di sicurezza sulle importazioni indiscriminate, certe regolamentazioni vanno riviste con la massima urgenza. Tale questione è stata anche al centro di una riunione del WTO a Bali nel Dicembre 2013 sulla regolamentazione del commercio alimentare mondiale dove paradossalmente fu proprio l'India a portare al centro della riunione la sicurezza alimentare. L'India ! I nostri capi di governo dovrebbero solo vergognarsi per non aver posto sufficiente attenzione alla delicata questione mentre le produzioni nazionali sono in grave difficoltà sotto i colpi della concorrenza sleale e con la salute pubblica a rischio.

L'India insieme ad altre nazioni più povere in via di sviluppo del sud del mondo ha portato all'attenzione anche la questione dello stoccaggio alimentare, da usare durante i periodi di maggiore crisi. Una pratica vecchia di millenni, che può essere paragonata all'incentivazione nel settore agricolo. E qui sta lo splendido paradosso di questa contesa, gli incentivi all'agricoltura sono sempre stati un cardine del libero mercato, gli Stati Uniti infatti le adoperano da sempre in quanto garantiscono maggiore concorrenza nazionale e combattono la formazione dei cartelli conseguenti alle periodiche crisi naturali del settore, seguendo quindi i tempi dell'agricoltura. Al contrario invece la soppressione degli incentivi agricoli a favore di quote di produzione come ad esempio in UE, ma discusso anche in altri consessi, è un punto fondamentale della teoria sul socialismo internazionale di Karl Marx. Curioso che proprio l'Occidente si dia, o si proni a subire con tanta facilità, politiche miste fra socialismo internazionale e mercantilismo, come il mercantilismo asiatico ad esempio, ma non è la prima volta che denunciamo queste derive.
I risultati come possiamo vedere e come ammoniamo da anni ormai, non danneggiano “solo” l'economia, ma anche la salute e in primis come ovvia conseguenza la libertà dei cittadini.

Alla fine è come per una recente dichiarazione del governo Italiano sulla questione dell'immigrazione massiva dall'Africa: se non si riescono a prendere decisioni di comune accordo, allora ogni nazione ha il dovere e l'urgenza di fare le sue scelte per tutelarsi.

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