Ancora una volta le
importazioni/immigrazioni indiscriminate, free trade, mettono a
rischio la produzione e salute in Italia e in Europa. Cambi climatici
possibili, ma siamo onesti non è la prima volta che succede per
queste ragioni. Fra alcuni dei casi più noti ricordiamo prima la
volta degli ippocastani Cinesi contaminati con parassiti che hanno
infettato l'intera produzione nazionale degli ultimi anni, poi
germogli di soia nord Africana che causarono un'epidemia grave ad
Amburgo, ora il fungo killer Africano che rischia di contaminare
l'intera produzione di basilico Italiano. Mentre scriviamo inoltre
segnaliamo l'abbattimento di migliaia di Olivi nella regione Puglia a
causa di una grave infezione del batterio Xilella, decisione per
altro contestata a vario titolo fra cui la mancanza di una strategia
di cura e prevenzione. Un batterio presente anche nelle piante
ornamentali e frutto del free trade, globalizzazione, tramite
l'importazione indiscriminata di piante contaminate e verso cui va
posto un urgente freno limitandone e bloccandone le importazioni alle
dogane come fa l'Australia, ma anche ancora oggi gli USA e il Canada
su certe categorie di merci, per quanto una volta c'era ancora più
attenzione. Al problema bisogna aggiungere anche una certa ossessione
ingiustificata verso il cosiddetto “biologico” che rende ancora
più difficili le cure.
Ci sono gravi carenze
di sicurezza sulle importazioni indiscriminate, certe
regolamentazioni vanno riviste con la massima urgenza. Tale questione
è stata anche al centro di una riunione del WTO a Bali nel Dicembre
2013 sulla regolamentazione del commercio alimentare mondiale dove
paradossalmente fu proprio l'India a portare al centro della riunione
la sicurezza alimentare. L'India ! I nostri capi di governo
dovrebbero solo vergognarsi per non aver posto sufficiente attenzione
alla delicata questione mentre le produzioni nazionali sono in grave
difficoltà sotto i colpi della concorrenza sleale e con la salute
pubblica a rischio.
L'India insieme ad
altre nazioni più povere in via di sviluppo del sud del mondo ha portato
all'attenzione anche la questione dello stoccaggio alimentare, da
usare durante i periodi di maggiore crisi. Una pratica vecchia di
millenni, che può essere paragonata all'incentivazione nel settore
agricolo. E qui sta lo splendido paradosso di questa contesa, gli
incentivi all'agricoltura sono sempre stati un cardine del libero
mercato, gli Stati Uniti infatti le adoperano da sempre in quanto garantiscono maggiore concorrenza nazionale e combattono la
formazione dei cartelli conseguenti alle periodiche crisi naturali
del settore, seguendo quindi i tempi dell'agricoltura. Al contrario
invece la soppressione degli incentivi agricoli a favore di quote di produzione come ad esempio in UE, ma discusso anche in altri consessi, è un punto
fondamentale della teoria sul socialismo internazionale di Karl Marx.
Curioso che proprio l'Occidente si dia, o si proni a subire con tanta
facilità, politiche miste fra socialismo internazionale e
mercantilismo, come il mercantilismo asiatico ad esempio, ma non è
la prima volta che denunciamo queste derive.
I risultati come possiamo
vedere e come ammoniamo da anni ormai, non danneggiano “solo”
l'economia, ma anche la salute e in primis come ovvia conseguenza la
libertà dei cittadini.
Alla fine è come per una
recente dichiarazione del governo Italiano sulla questione
dell'immigrazione massiva dall'Africa: se non si riescono a prendere
decisioni di comune accordo, allora ogni nazione ha il dovere e
l'urgenza di fare le sue scelte per tutelarsi.
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