Debito Pubblico Italiano

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martedì 12 luglio 2011

Spread BTP/BUND: L'Italia sfonda il granitico muro dei 300 punti



Per una volta speravo che le previsioni fatte da chi vi scrive, potessero rivelarsi sbagliate, invece purtroppo così non è stato. Solo pochi giorni fa delineavamo su queste pagine un' analisi della situazione economica dell'Italia sul sentiero e sull'orlo della bancarotta nazionale, con ben pochi margini di manovra e un' urgenza sempre più improcrastinabile delle riforme necessarie per adottare realmente il libero mercato: http://indipendenzaitaliana.blogspot.com/2011/05/italcrack-litalia-sul-sentiero-della.html
Prima di proseguire raccomandiamo di leggere l'articolo citato per contestualizzare e comprendere meglio la situazione.
Nel quadro di quanto li spiegato, pesano sicuramente gli attriti all'interno dello stesso governo degli ultimi giorni di cui evidenziamo due punti fondamentali.

Il primo riguarda il difficile lavoro di Tremonti per cercare di tenere i conti a posto e rassicurare gli investitori, che però si scontrano con una blanda manovra che non taglia sprechi e privilegi come ci si aspetterebbe dopo piogge di attriti e critiche al ministro Tremonti, che a dire il vero si lascia andare anche alla propaganda su presunti stati di salute dell'Italia che come evidente non ha e che concretizzano il fatto che la spesa non diminuirà in modo sostanziale, che i tagli e le tasse graveranno come una patrimoniale su una cittadinanza già in forte difficoltà concretizzando un' acutizzazione della crisi economica in Italia e non un miglioramento, denotando in questo contesto un pericoloso freno alla crescita come già osservato dall'FMI. Non per caso la manovra infatti ancora non era stata varata, mentre ieri a fronte della fuga degli investitori anche il Presidente Napolitano è corso ai ripari chiedendo il varo urgente della manovra che ahimè temo non sarà sufficiente. L'Italia che rifiuta il libero mercato, che difende una casta di ipercompensi a politici, manager e A/D chiedendo poi cassaintegrazione e contributi statali e privilegi e spesa pubblica e che non vuole difendere il suo mercato e la sua economia contro la concorrenza sleale di Cina ed Est Europa, precipita quindi come ovvio nella spirale del debito sovrano.

Un servizio TV della CNBC, fra i canali leader globali di analisi Finanziarie ed Economiche, denota infatti come per l'Italia a questi livelli di spread è previsto un aumento della spesa a 222 Miliardi di Euro entro fine anno a causa dell'aumento degli interessi sul debito. Se prendiamo come dato i circa 100miliardi di interessi sul debito in precedenza  di cui spesso parlava anche Berlusconi da un pò di tempo e che corrisponde all'interesse sul debito che l'Italia pagava sino a non molto tempo fa, alla previsione di 222 miliardi richiesto dai sottoscrittori a fronte dell'aumento di rischi e del crollo dei mercati abbiamo  circa 100-120 miliardi in più entro la fine dell'anno. La manovra di austerity appena varata e spalmata su 3 anni è di “appena” 47 miliardi..... ci si chiede da dove prenderanno i soldi per tagliare almeno 100-120 miliardi di euro di spesa.....

Edit: L'aumento attuale di 100 punti base con il nostro debito secondo le dichiarazioni di Emma Marcegaglia corrisponde ad un incremento di 16 miliardi di Euro, circa 1/3 della manovra attuale bruciato in pochi giorni..
Tuttavia, aggiungiamo, secondo gli analisti di JP Morgan le banche Italiane avranno bisogno di almeno 53miliardi di Euro per rifinanziare l'obbligazionario delle banche a due anni che è crollato in questi giorni.
Oltre questo dato l'aumento dello spread che ha sfondato quota 300, secondo Jefferies International l'interesse sul rifinanziamento potrebbe salire per il 2011 dal 5% stimato dalla manovra al 6% nel qual  caso corrisponderebbe ad un ulteriore aumento di circa 35miliardi di Euro.
Complessivamente abbiamo quindi una stima di almeno 100 miliardi in più entro la fine dell'anno che si aggiungono ai 100-120 miliardi di interessi sul debito precedenti.

La mancaza di investimenti e riforme e una politica chiusa e stagnante è il vero responsabile della crisi del debito sovrano in cui l'Italia precipita sempre più e quindi in ultima analisi dei tagli draconiani e della manovra a cui siamo sottoposti. Non a caso infatti il piazzamento dei titoli di stato dell'Italia a 2 anni sono quotati anche peggio della Spagna... infine forse vanno esaurendosi anche le liquidità immesse dall'FMI e dalla UE nel 2008-2009 e che in mancanza di riforme e rilancio concreto dell'economia, concretizza invece il ritorno o piuttosto l'arrivo nel nostro caso della crisi con tutti gli "interessi", fra essi l'aumento esponenziale del debito come previsto da molto tempo anche su queste pagine.

In questo burrascoso contesto un paio di giorni fa Berlusconi si lascia andare ad infelici dichiarazioni sul conflitto Libico delineando una frattura sostanziale nel governo dopo giorni di tensioni e un certo attrito del capo del governo con gli USA e con la NATO stessa ( che oltre ad essere i nostri migliori alleati, e a sostenerci le spese militari, ci sostiene anche il debito pubblico nonché l'economia e l'industria ) Appena il giorno dopo con Tremonti messo alle strette e sul punto di dimettersi, l'instabilità di governo sempre più marcata, fa schizzare in alto lo spread BTP sui Titoli Tedeschi oltre il 220%, poi a 280% e oggi oltre il muro granitico dei 300 a 332 delineando una situazione come quella del Portogallo e della Grecia. Nello stesso tempo i CDS ( Credit Default Swap, le assicurazioni degli stati sul debito sovrano in pratica, di cui abbiamo parlato anche in passato sulla grecia ), schizzano verso l'alto  del 9.17% a 242 punti poiché aumentano le probabilità di insolvenza dell'Italia, rimandiamo al precedente articolo per capire come la questione sia concreta e la speculazione non c'entri davvero niente o comunque ben poco. Piuttosto preoccupante poi il confronto con i CDS della Leheman Brothers quando portò le carte in tribunale....

La situazione Italiana è quindi gravissima, secondo alcune analisi il default si dovrebbe evitare poiché almeno metà dei titoli di stato è in mano agli Italiani, tuttavia come delineavamo nel precedente articolo è questa una situazione sempre meno sostenuta a causa del progressivo indebitamento privato degli Italiani e il crollo del risparmio.
E l'altra metà invece ? Sul mercato è in buona parte posseduto da USA, varie nazioni Europee e il fondo di investimento della Libia con la quale siamo in guerra e dei cui possedimenti fu però previsto il congelamento e con una Cina sempre più aggressiva che bussa ai mercati dei titoli europei........... Un mercato già in forte apprensione e sul chi va là, poi messo in guardia dalla conferma delle agenzie di rating di quanto già tutti sapevamo benissimo. Il modo ingannevole di certa politica fanfarona, affossa ancora di più la situazione e aumenta notevolmente la sfiducia degli investitori che accorti dei loro lauti investimenti, migrano altrove.


L'Italia, ripetiamo ancora una volta, lontani i tempi di Pratica di Mare, in altre parole paga quindi lo scotto di una cattiva politica estera ed economica con l'unica alternativa di spingerci sempre più nelle braccia di regimi come quello di Gheddafi, oligarchi come Putin o dei comunisti Cinesi cosa che francamente crediamo sia da evitare non fosse altro per una geopolitica fortemente avversa e quindi lesiva per le nostre stesse imprese e non da ultimo quindi anche a danno della nostra indipendenza e libertà. Possiamo quindi anche commerciare a mutuo beneficio con queste realtà, ma fino ad un certo punto.

Riteniamo quindi che la crisi in Italia non sia tanto né una questione di contagio, perché altrimenti ci sarebbe stata da tempo, né tantomeno colpa della speculazione in sè, ma di problemi intrinsechi dell'Italia come del resto evidenziavamo nel precedente articolo citato.

Restiamo per altro piuttosto basiti nel sentire e leggere parole e dichiarazioni anche dai nostri governanti contro i mercati e gli investitori ( gli speculatori.... ) che ricordano in modo molto preoccupante le parole di persone come Hugo Chavez quando la politica socialista che faceva scappare gli investitori a gambe levate, portò al collasso la prospera economia petrolifera Venezuelana.



Alcune Fonti di approfondimento: