“Meglio servire
Washington che essere schiavi di Mosca”
Mikheil Saak'ashvili,
Presidente della Georgia
Nel
2008 con l'invasione della Georgia Putin inaugurava il nuovo
espansionismo Russo di stile sovietico, dopo la ripresa dei
pattugliamenti dei bombardieri nucleari russi sull'Alaska e verso gli
USA in stile guerra fredda.
Obbiettivo
principale in Georgia, l'oleodotto e gasdotto Nabucco costruito e
finanziato da USA ed UE per accedere alle ricche risorse del Caspio
in Azerbaijan, Turkmenistan e Kazakhistan bypassando i gasdotti Russi e
collegando anche il Nord dell'Iraq. All'epoca infatti l'ex
governatore ed oligarca del Turkmenistan regione ricchissima di gas ad
Est del Mar Caspio, aveva stretto un accordo con Washington nel
tentativo di cercare vie alternative ai gasdotti russi per la vendita
di gas. La stima delle riserve petrolifere del Caspio è di 25
miliardi di barili, a cui fanno seguito ingenti quantità di gas
naturale. Una quantità paragonabile alle intere riserve di petrolio
del nord Alaska e dei mari del nord messi insieme e che può
rivaleggiare con la produzione di tutto il Kuwait.
Secondo
il Dipartimento Usa dell'energia si prevede un aumento della
domanda di gas del 50% entro il 2025. L'Europa sino a pochi anni fa
importava almeno un quarto del suo fabbisogno di gas dalla Russia, di
cui l'80% passa attraverso l'Ucraina e avente come principale
consumatore la più grande economia Europea ossia la Germania. Le
altre nazioni dipendono per circa il 40% delle importazioni da Mosca.
La Francia ad esempio dal 2006 al 2007 si è basata sulle
importazioni russe soltanto per il 36% a fronte di Slovacchia,
Bulgaria e Repubblica Ceca che dipendono dalla Russia per il 100%,
96% e 79% rispettivamente. Va però osservato che la Slovacchia ha
ancora ricchi giacimenti di gas da poter sfruttare e le pressioni di
Mosca per far entrare Gazprom nel mercato dei gasdotti Europei su
suolo Europeo va probabilmente visto anche in quest'ottica.
Nel
periodo successivo alla guerra in Georgia il governatore del
Turkmenistan è poi deceduto e la situazione attuale è ancora incerta.
L'eventuale
collegamento ipotizzato invece con l'Iran e men che meno con la
Russia lo renderebbe al momento un progetto di Gazprom e troppo
favorevole al regime Iraniano sotto sanzioni per via della sua
politica nucleare che vedrebbe quindi l'opposizione e il ritiro Usa e
UK dal progetto. L'allentamento delle sanzioni sull'Iran a riguardo
delle sua politiche nucleari tentato di recente da Obama cercando un
compromesso con il regime di Teheran, non è per niente visto bene da
Israele e nazioni arabe che si sentono nuclearmente minacciate, per
cui al momento è un'ipotesi tendenzialmente da scartare.
Al
contrario invece la partecipazione della Georgia fondamentale per il
transito verso il Caspio, incontra l'ovvia opposizione Russa.
Per
il passaggio in Armenia invece
bisognerebbe riaprire il confine Turco-Armeno, questione su cui gli
USA hanno lavorato in passato nonostante vi sia il più
fondamentalista Erdogan al potere. Oltretutto lo stato islamico
dell'Azerbaijan potrebbe risentirsi per la riapertura dei confini con
l'Armenia e ritirarsi dal progetto portando nuove tensioni nella
tregua del conflitto Armeno-Azero del Nagorno Karabakh,
regione Azera dichiaratasi indipendente col supporto militare Armeno
a termine del conflitto fra i due stati fra il 1992 e il 1994,
periodo in cui peraltro la Turchia chiuse i confini e ogni rapporto
commerciale con l'Armenia.
Nel
merito infatti si può osservare come l'apparente buonismo del
governo Putin tramite il ministro Lavrov nello spingere
verso migliori rapporti e dialogo la Turchia e l'Armenia abbia invero
inasprito le reazioni di Baku vero obbiettivo della strategia Putin.
Ad esempio il 14 Ottobre 2009 quando il Presidente Armeno e Turco
videro insieme una partita di Football ad Ankara sotto spinta di Mosca, il governo Azero di
Baku firmò per reazione la vendita di 500 milioni di metri cubi di
gas naturale a Gazprom, tagliando fuori quindi il Nabucco e la
Turchia. E questo è il motivo per cui Putin si adopera così tanto
per spingere a migliori rapporti Turchia e Armenia. E di misura
similmente sibillina qualsivoglia altro apparente buonismo di Putin
come in Siria ad esempio, in Libia, Egitto ecc.
L'economia
Armena, che esclusa la Turchia dipende da Georgia e Iran, risultò
oltretutto fortemente compromessa durante la guerra in Georgia che
distrusse ferrovie, strade e porti rendendola di fatto dipendente
dalla Russia.
La
Georgia resta quindi l'opzione migliore nell'area, per quanto la
recente elezione(?) di un oligarca avversario del candidato di
Saakashvili lascia aperte diverse incognite.
La
Turchia invece che in precedenza dipendeva dalla Russia per il
100%, dal 2006 può importare gas Azero grazie ad una parte del
Nabucco sulla tratta Baku-Tblisi-Ceyhan aumentando quindi il profilo
della Turchia come Hub energetico e ponendo quindi le basi della
geopolitica Turca nell'area. Non a caso anche Berlusconi nel
promuovere il South Stream in accordo con Putin e Gazprom, proporrà
il passaggio del South Stream in acque Turche secondo quella che ad
ogni modo è stata vista dall'Occidente in generale come un'eccessiva
compromissione dell'Europa con Gazprom, Gazprom che in egual misura
si stava fortemente espandendo anche in Libia prima della guerra favorita da cessioni di ENI.
La
Turchia ad ogni modo gioca anch'essa un ruolo primario nella
questione dell'accesso alle riserve energetiche del Caspio,
contribuendo inoltre a costruire in futuro più forti relazioni in
Medio Oriente tramite le importazioni agevolate dal Nord Iraq via
Nabucco ed eventualmente un giorno anche dall'Iran, importanza che
il governo Erdogan ha usato negli anni scorsi come leva d'ingresso
nella UE e ponendo quindi ostacoli alla sua realizzazione.
Il progetto alternativo South Stream di Gazprom va da sè che può passare nel Mar Nero solo dalle acque Turche o Ucraine al largo della Crimea così come un eventuale Hub Ucraino. Inoltre una Turchia pienamente integrata nella UE e un'Ucraina altrettanto nella NATO potrebbero concretamente porre fine all'ambizione russa del South Stream.
Il progetto alternativo South Stream di Gazprom va da sè che può passare nel Mar Nero solo dalle acque Turche o Ucraine al largo della Crimea così come un eventuale Hub Ucraino. Inoltre una Turchia pienamente integrata nella UE e un'Ucraina altrettanto nella NATO potrebbero concretamente porre fine all'ambizione russa del South Stream.
L'Azerbaijan
negli anni scorsi ha avuto una grandissima crescita a ritmi del
25%-30% del PIL annuo con il bilancio del governo passato da 3
miliardi di dollari nel 2003 a 12 miliardi nel 2008 e con una
riduzione della povertà fra il 50% e 60% e di fatto l'eliminazione
della disoccupazione. Circa 1 miliardo di dollari sono stati spesi
per la realizzazione di infrastrutture quali strade, ponti e
sottopassi. Inoltre sono state costruite circa 1600 scuole pubbliche
in 7 anni di cui 600 ristrutturate.
L'Azerbaijan
sin dal 19° secolo ha da sempre rappresentato un ruolo di importanza
strategica sia per l'Impero Russo che per l'URSS così come per il
mercato globale ieri come oggi, vedi anche Guerra di Crimea per
l'accesso al Caspio e che attirò anche l'interesse di Hitler che suo
malgrado ne affrettò la conquista distaccando prematuramente le
divisioni da Stalingrado perdendo così la città e il fronte
orientale.
In
esso vi sono numerosi giacimenti di gas sia terreni come Shah
Deniz che off-shore nel Mar Caspio quali il campo di Nakhichevan e
Gunashli. Shah Deniz a detta degli Azeri è il giacimento che gli ha
permesso di essere indipendenti dalla Russia giocando così la carta
energetica.
Come
analizzato in precedenza i rapporti fra Turchia, Armenia e
Azerbaijan sono piuttosto delicati e al centro dell'intera questione.
Il riavvicinamento fra Turchia e Armenia sponsorizzato da Mosca, ha
avuto come effetto l'inasprimento dei rapporti con l'Azerbaijan che
rifiuta ogni apertura con l'Armenia finchè la questione del Nagorno
Karabakh che considera sotto occupazione non sarà affrontata. Quando
fu siglata la vendita di 500 milioni di metri cubi a Gazprom, il
governo Azero disse che poteva essere solo l'inizio.
Mosca
dal canto suo negli ultimi anni ha preso ad armare l'Armenia
mentre si gioca la carta del Nagorno con Baku. Oltretutto la mancanza
concreta di sostegno Occidentale al Nabucco potrebbe convincere
l'Azerbaijan a rivolgersi sempre più a Gazprom. Il ministro degli
affari esteri Elmar Mammadyarov ha detto nel 2009 che “I Russi
hanno fatto un'offerta. Ma ci sono diverse opzioni sul tavolo. Alla
fine della storia è il nostro gas”.
Il
che può anche significare che se l'Occidente si interesserà del
Nabucco e quindi nel Nagorno Karabakh, Baku sarà disponibile a
stringere accordi energetici con USA ed Unione Europea.
Questo
tipo di considerazioni deve aver spinto la diplomazia Europea a
riavvicinarsi alla questione nel Settembre 2013, incontrando la
risposta positiva Azera.
Non
bisogna quindi farsi troppe illusioni sull'interesse apparente di
Mosca nei confronti dei cristiani di Siria e dell'Armenia o di
presunti interessamenti pacifisti del governo Russo. L'unico
interesse di Mosca facendo leva sulla debolezza delle politiche
occidentali e delle rispettive divisioni è quello di inasprire le
tensioni sul Nagorno Karabakh in modo da spingere Baku
verso Gazprom abbandonando il Nabucco e compromettendo così le
forniture energetiche europee. Inutile dire tutto questo cosa
rappresenta concretamente in realtà per i Cristiani Armeni.
Di
logiche simili anche per quanto concerne il Nord Africa oltre che la
stessa Siria.
Il
motivo di così tanto interesse verso i gasdotti da parte di
Mosca sta però essenzialmente nella strategia di fondo dell'intera
governance di Putin. Negli anni della sua ascesa al potere Putin ha
incentrato l'economia Russa su Gazprom e sull'esportazione di
idrocarburi tramite gasdotti e oleodotti russi facendo anche leva
sulle stesse riserve della Russia. Una situazione però denunciata
dagli oppositori di Putin che ha reso l'economia russa eccessivamente
dipendente dall'export di gas e carburante invece che piuttosto
aprire di più il mercato e l'economia agli investitori. Tanto da
costringere la Russia ad infilarsi in certe situazioni acutizzando le
tensioni internazionali come appunto il conflitto in Georgia e
arrivando persino ad una carenza di benzina per eccesso di export.
Le
tensioni sull'Ucraina degli ultimi anni seguono esattamente lo stesso
schema, ossia impedire all'Europa e alla NATO di accedere in maniera
indipendente alle risorse del Caspio interferendo nelle politiche
energetiche europee. Ieri come oggi l'Europa ha un bisogno endemico
di energia e controllare le risorse energetiche di una nazione
significa controllare de facto quella nazione o insieme di nazioni
avendo con sé un grandissimo deterrente strategico da poter
sfruttare in caso di conflitto e tramite il quale quindi esercitare
pressioni geopolitiche.
Negli
anni del governo Ucraino liberista e filo occidentale della
Tymoshenko, verso la fine del 2008 dopo la guerra in Georgia Putin annunciava come l'era del gas a basso costo fosse
finita e profittava della sua posizione dominante per rialzare il
prezzo del gas nel pieno dell'inverno sin dal 2006. Diversi analisti ritengono che intenzione del governo di Putin sia di spingere i paesi esportatori di gas alla formazione di un cartello stile OPEC, tesi rafforzata dalla ratifica dei nuovi accordi del 2008 del gruppo del Gas Exporting Countries Forum (GECF), presso Mosca con sede a Doha in Qatar. Paesi membri del gruppo sono:
I contrasti e le pressioni del governo Russo sul governo Tymoshenko nei riguardi del prezzo del gas portarono negli anni scorsi alla chiusura delle forniture di gas durante il gelo invernale lasciando l'est Europa al freddo e con problemi anche di produzione elettrica a causa di un'eccessiva concentrazione di centrali a gas dagli anni del cancelliere tedesco Schroeder, lo stesso cancelliere tedesco che successivamente farà parte del consorzio Northstream per bypassare l'Ucraina nella fornitura di gas dai gasdotti russi.
Algeria,
Bolivia, Brunei, Egitto, Indonesia, Iran, Libya, Malaysia, Nigeria,
Qatar, Russia, Trinidad e Tobag, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. La Guinea Equatoriale diverrà pieno membro del forum durante il meeting di Mosca, mentre al Khazakistan sarà garantito lo status di osservatore. Anche la Norvegia era attesa come osservatrice al forum.
Nelle intenzioni di Putin l'annuncio che il gruppo servirà a stabilizzare il prezzo del gas evitando danni ai paesi esportatori, che è un eufemismo per inaugurare politiche di cartello, a danno della competizione nel mercato del gas che porterà ad un aumento generalizzato dei prezzi e generalmente su posizioni filo-russe.
I contrasti e le pressioni del governo Russo sul governo Tymoshenko nei riguardi del prezzo del gas portarono negli anni scorsi alla chiusura delle forniture di gas durante il gelo invernale lasciando l'est Europa al freddo e con problemi anche di produzione elettrica a causa di un'eccessiva concentrazione di centrali a gas dagli anni del cancelliere tedesco Schroeder, lo stesso cancelliere tedesco che successivamente farà parte del consorzio Northstream per bypassare l'Ucraina nella fornitura di gas dai gasdotti russi.
Negli
anni successivi Putin continuerà a tagliare il gas in pieno inverno
arrivando a contrasti persino col suo delfino Yanukovic succeduto con
elezioni in parte controverse in Ucraina a cui ha in breve tempo
instaurato un regime filo-russo facendo arrestare la Tymoshenko
detenuta dal 2011 sino ad oggi 2014. Tale atteggiamento ha
rinvigorito i sostenitori del progetto Nabucco ripreso in
considerazione dalla politica Europea nel Settembre 2013 e affiancata
dall'Azerbaijan ancora interessato alla sua realizzazione.
Tale crollo verticale del prezzo del gas ha certamente acutizzato i nervi tesi di Putin verso il controllo della produzione e distribuzione del gas al fine di rialzarne i prezzi.
Negli ultimi due anni dal 2012 al 2014 da parte Americana si sono fatti importanti progressi nel campo dell'estrazione petrolifera e del gas per l'estrazione dello Shale Oil e Shale Gas in North Dakota e Texas tramite tecniche cosìdette di fracking orizzontale. Ciò ha portato ad un crollo consistente nei prezzi del gas dal picco dei 10$
per 1000 piedi cubi ( 1000 cubic feet ) del 2008 ai circa 2$ del 2014
(1. Vedi nota a fine articolo, EDIT 25/02/2014 ).
Il limite di realizzo delle tecniche tradizionali è di 5$, limite ribassabile dalle nuove tecniche di estrazione made in USA che conferisce all'America anche indipendenza energetica tornando ad essere paese esportatore. Tale crollo verticale del prezzo del gas ha certamente acutizzato i nervi tesi di Putin verso il controllo della produzione e distribuzione del gas al fine di rialzarne i prezzi.
La
destabilizzazione del Nord Africa e poi della Siria e parte del
Medio Oriente, ha invece ridotto le forniture di gas e petrolio da queste
zone, aumentando notevolmente le esportazioni russe e concentrando
potere e soldi nelle mani del governo Putin nel tentativo di accelerarne le
politiche espansioniste in chiave sovietista, questione peraltro
prevista anche dall'analista geopolitico e scrittore Tom Clancy. Una
situazione inaccettabile per l'Europa che già dall'epoca di
Tymoshenko studiava vie alternative per evitare di dipendere
eccessivamente dalla Russia che d'altro canto nelle varie guerre e
rivolte in Tunisia, Libia, Egitto e Siria si vede sempre più agire
con logiche da guerra fredda e in alleanza con la Cina che mira a
conquistare le risorse dell'Africa e M.O e mostrando grande abilità
diplomatica per perpetrare in concreto una situazione di svantaggio
geopolitico per l'Occidente, come visto ad esempio nel caso
Turco-Armeno, e arrivando anche ad assecondare in concreto la
destabilizzazione di tali regioni tramite veti ad interventi ONU che
si risolvono quindi in una diminuzione delle esportazioni di gas e
petrolio da tali regioni a vantaggio delle esportazioni Russe.
Situazioni che complessivamente più che minacciare la Russia
circoscrivono l'Europa riducendone le importazioni di materie prime
ed energia in un contesto ulteriore di forte espansione della Cina
che si avvantaggia anch'essa della debolezza politica e delle divisioni
dell'Europa e dell'Occidente.
Nel contesto delle esportazioni di gas Nord Americano e di crollo del prezzo del gas, l'Ucraina
assume un ruolo strategico fondamentale e rappresenta quindi per la sua posizione geografica e la presenza
di importanti gasdotti che riforniscono in primis per importanza la
Germania e poi il resto d'Europa, la possibilità di bypassare invero
i gasdotti russi per l'accesso al Caspio, prolungando verso sud-est
gli attuali gasdotti o fungendo da Hub per il trasporto via mare del
gas Azero dal terminal del Nabucco in Georgia sul Mar Nero al posto
della più lontana Romania, facendosi forza del resto della sua
ottima rete di gasdotti già realizzata con un minimo investimento
verso i prolungamenti a sud-est. L'invasione e occupazione russa
della regione Georgiana dell'Abkhazia e dei porti Abkhazi vanno
infatti visti anche come tentativo di ridurre questa possibilità
ponendo le forze armate Russe ad un passo dal Nabucco e occupando alcuni porti strategici.
Regioni
come la Crimea tornano quindi ad essere protagoniste di tensioni
geopolitiche per la stessa ragione del periodo a cavallo fra '800 e
'900 ossia l'accesso al Caspio. E non a caso infatti, per quanto a
maggioranza russofona, il governo regionale della Crimea ha
annunciato la secessione dall'Ucraina in caso di continuazione del
conflitto.
La
costruzione di nuovi gasdotti o rotte navali ucraine verso il
Caspio, l'inclusione della stessa nella NATO e il crollo del prezzo del gas grazie agli USA, difficilmente
rappresenta una cessazione di ogni esportazione dalle grandi riserve
russe, tuttavia costituisce sicuramente un deciso ridimensionamento notevole
e importante delle ambizioni sovietistiche dello zar Putin soprattutto nella
regione del Caucaso e che nel frattempo gioca a fare il democratico
mentre schiera le forze armate lungo il confine Ucraino con ogni
probabilità infiltrato da forze speciali Russe secondo uno schema
simile a quello Georgiano. Una situazione alquanto tesa e incerta,
verso cui peraltro ancora fanno eco le parole del ministro Russo Lavrov che all'indomani del conflitto Georgiano fermato
dalle navi da guerra Americane inviate da Bush a fornire aiuti
umanitari, annunciava l'uso di testate nucleari tattiche se in futuro
si fossero avuti problemi ai loro confini. Un chiaro messaggio agli
USA visto che le forze armate Russe sono nettamente più arretrate e
obsolete, seppure in generale in grado di difendere i propri confini
e fare incursioni negli stati confinanti. Tuttavia una minaccia
eventuale che difficilmente riguarderà davvero le forze USA quanto
piuttosto nel quadro di un'eventuale guerra con l'Ucraina che seppure
più obsoleta è decisamente più complessa di quella in Georgia
anche se decisamente troppo vicino
all'Europa perchè la Russia si lasci andare con noncuranza come in alcune zone del Caucaso.
E
che la Russia abbia un ruolo più che attivo nella crisi Ucraina
sarebbe testimoniato anche dal susseguirsi di voci nei corridoi
diplomatici che come riferisce online l'ambasciatore Giulio Terzi il
20 Febbraio 2014 danno notizie di « .. fermi "inviti"
di Mosca a Yanukovich a *usare il pugno di ferro*: contatti
russo-ucraini su quest'argomento avrebbero avuto luogo proprio a
Sochi (!) ( durante le Olimpiadi invernali, ndA ) anticipando forme di assistenza...non soltanto economica.
La repressione di queste ore a Piazza Maidan, le numerose vittime, i
casi documentati di dimostranti fatti sparire e torturati nelle
ultime settimane, gettano ombre molto inquietanti su Kiev e su
Mosca... »
Il
parlamento Ucraino ha votato in queste ore a grandissima
maggioranza la destituzione di Yanukovic nel frattempo fuggito verso
Est nelle regioni più filo russe e ora anche ricercato per omicidi di massa. Fra le motivazioni della
destituzione il fatto che Yanukovic in realtà si sarebbe indotto ad
auto sfiducia nel momento in cui ha instaurato un regime e una
dittatura negando quindi la costituzione Ucraina del 2004
ripristinata in queste ore mentre una Tymoschenko fortemente provata
dagli anni di prigionia annunciava in una piazza gremita di gente la
fine della dittatura. Non bisognerebbe del resto dimenticare che
Yanukovic è un sovietista comunista che per anni è stato alla guida
del partito comunista sovietico in Ucraina e che quindi rientra
perfettamente nelle logiche sovietistiche di Putin e che non a caso
insieme a Yanukovic sono state in queste ore abbattute anche le
statue di Lenin con la Timochenko liberista e filo occidentale
finalmente libera dal carcere, punti questi che evidentemente
sfuggono a chi si fa incantare dalle sirene di Putin ex capo del KGB
che nonostante la sua passione verso il mercato, le auto e le belle
donne ha però sin troppa nostalgia della politica di espansione
sovietica.
Alcune
fonti di approfondimento:
- 1000 ft^3 ( piedi cubi )= 28.317 m^3 ( metri cubi ).10$/1000 ft^3 equivale a 353,14 €/ 1000 m^35$/1000 ft^3 ----> 176,57 €/1000 m^32$/1000 ft^3 ----> 70,63€/1000 m^3
http://eurodialogue.org/Nabucco-And-Hopes-%20Of-Georgia
http://news.bbc.co.uk/2/hi/7796806.stm
http://www.telegraph.co.uk/earth/energy/gas/3919430/Gas-exporters-create-new-group-as-Putin-warns-cheap-prices-at-an-end.html
http://www.businessweek.com/news/2013-12-19/putin-says-ukraine-may-receive-long-term-cheap-gas-from-russia
http://www.businessweek.com/articles/2012-04-17/is-natural-gas-too-cheap-to-drill
http://news.bbc.co.uk/2/hi/7796806.stm
http://www.telegraph.co.uk/earth/energy/gas/3919430/Gas-exporters-create-new-group-as-Putin-warns-cheap-prices-at-an-end.html
http://www.businessweek.com/news/2013-12-19/putin-says-ukraine-may-receive-long-term-cheap-gas-from-russia
http://www.businessweek.com/articles/2012-04-17/is-natural-gas-too-cheap-to-drill