Debito Pubblico Italiano

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venerdì 2 maggio 2014

Eni, Southstream e la Geopolitica Russa in Italia.


Premessa:

Nello scorso articolo abbiamo evidenziato ed approfondito la questione delle infiltrazioni russe filo Putin nei movimenti libertari sulla falsariga degli stessi schermi del '68 nei movimenti pacifisti, dagli Usa sino al Tea Party Italia.

Singolare nella deriva presa dal TP Italia è quella di Carlo Sandrin dirigente del Tea Putin Veneto, ormai così va chiamato, che sta conducendo da un po' e con toni sempre peggiori, una pessima campagna elettorale che alcuni potrebbero definirla a limite dell'eversione, noi la definiamo sicuramente discutibile e di cattiva qualità.

Ora noi ci occupiamo prettamente di geopolitica ma è proprio la geopolitica che tocca anche in questo caso il nostro paese. Come abbiamo criticato altri esponenti politici italiani in passato oggi critichiamo questi. E da essi nella seconda parte passiamo ad analizzare la geopolitica russa in declino nell'occhio anche della propaganda Russa e degli interessi di Mosca in Italia. Un Cremlino in forti difficoltà che reagisce buttandosi ormai in piena guerra fredda seppure lentamente in aumento durante gli anni di Putin, in particolare dagli anni dello scudo missilistico e dell'invasione in Georgia nel 2008 in cui lo stesso ebbe duri scontri con l'allora presidenza Bush, Repubblicana, e non certo del partito democratico come Obama.

Prima però torniamo un attimo al video elettorale di Sandrin, che riportiamo anche fra i links in coda.
Lasciamo perdere Santoro a cui lui fa riferimento, lo conosciamo, andiamo al succo del discorso di Sandrin.

E' davvero curioso sentirlo condannare le violente proteste di Roma, mentre usa toni da Brigate Rosse ( un gruppo terrorista comunista italiano degli anni '70 e '80 ) chiamando lo stato italiano terrorista e giustificando troppo facilmente i terroristi armati filorussi arrestati in Veneto dalle forze speciali dei Carabinieri ROS prima del compimento di atti violenti in programmazione con blindati armati artigianali e mitra, dopo due anni di indagini di cui abbiamo parlato anche nello scorso articolo. Certamente un'idea migliore potremo farcela alla fine di tutto l'iter processuale e la pubblicazione delle indagini. Ma tant'è.

Di sicuro una bella lista civetta per Zaia and co. ricollocabile pienamente all'interno dei movimenti secessionisti pro-Putin in nome del peggio della vecchia politica, come si è capito ormai, e davvero molto lontano dagli ideali Americani, questo è certo e ignorando bellamente i bilanci, la spesa ingente e le numerose tasse della regione Veneto che sono al cuore del problema.

Ragione pretende pure di avere ragione. Sandrin, concedeteci il beneficio del dubbio, dice invero una valanga di stupidaggini e la cosa è alquanto evidente con tanto di bandiere Russe a fianco di quelle Venete nelle manifestazioni degli organizzatori del discutibile referendum online sulla secessione del veneto intorno al quale evidentemente orbita anche lui.


- La Geopolitica Russa in Italia e l'avventatezza per l'abbandono del dollaro.

E ora andiamo a vederle alcune di queste importanti ragioni geopolitiche che toccano l'Italia.

Veneto e Lombardia hanno attirato le attenzioni di Gazprom per più ragioni, in parte nel tentativo di prendere il controllo delle ricche industrie del nord Italia, si parla di investimenti russi, ma anche cinesi, in vari comparti dell'economia Italiana, e quindi assumere così il controllo dell'Italia e “secondariamente” per gestire l'hub delle importazioni russe di idrocarburi in Europa.
Risale difatti a Dicembre 2013, l'inizio dei lavori di costruzione del SouthStream che “casualmente” parte proprio dal Veneto e non è un caso che proprio intorno questo periodo siano aumentati i fermenti secessionisti filo russi in Veneto e verso la quale equiparare le imminenti elezioni europee di Maggio alla causa secessionista veneta è davvero ridicolo ma politicamente molto ben mirato.

A fronte della crisi in Ucraina e in queste ore anche l'inizio dell'invasione in Est Ucraina, le nazioni del blocco NATO e la UE hanno risposto infatti con una serie di ritorsioni economiche e commerciali fra cui la sospensione della realizzazione del SouthStream a tempo indefinito e che stanno già dando problemi notevoli alla Russia con l'ulteriore crollo del Rublo sceso già in precedenza del 25% e il declassamento del debito pubblico con prospettive di crescita del PIL nel caso migliore dal -0,5% allo zero per l'anno prossimo.

E' in questa situazione che giunge il delirante attacco del consigliere economico di Putin verso la minaccia di svendere l'intera riserva russa in dollari insieme ai bonds del tesoro USA, assets rifugio e di sicurezza per eccellenza, per un valore di circa 200 miliardi di dollari, un valore consistente per le riserve Russe, ma non certo per quelle Americane e a cui far seguire la minaccia di convertire il rublo con l'oro, limitando quindi ancora di più gli investimenti finanziari in Russia e incentivando la fuga di capitali già preoccupati dall'inflazione del rublo e l'economia russa in declino...
L'ex ministro dell'energia Vladimir Milov e critico del governo Putin lo rimprovera infatti duramente su Twitter: “Quell'idiota di Glazyev continuerà a parlare finchè il dollaro non arriverà a 60 rubli”.

Al rimprovero di Milov farà seguito una frettolosa dichiarazione di un esponente di alto livello del Cremlino che si affannerà a spiegare a Ria Novosti, che le dichiarazioni di Glazyev vanno interpretate ad esclusivo titolo personale accademico e non come consigliere di Putin, che Glazyev non ha nessun diritto a parlare in vece del Cremlino tantomeno nei riguardi di tali inaccettabili misure. I movimenti filo-russi intanto però continuano a propagandare la cosa.

E' in questo quadro che si svolge quindi la campagna e la partita anche sull'Italia. E a fronte delle sanzioni occidentali è evidente quindi che l'unico modo per realizzare il southstream per Mosca è seccedere il Veneto dall'Italia e quindi dalla UE, un eufemismo per dire conquistare. Inutile dire che questo tipo di politica è anch'esso un chiaro atto di guerra, perlomeno fredda, ma tant'è.
E la cosa sarebbe provata anche dall'intercettazione rilasciata dai servizi Britannici di una discussione allegra, ma non troppo, fra due ambasciatori Russi che in una serie di battute parlano di come dopo la secessione della Crimea, diventeranno Russe anche Venezia, la Catalogna, la Scozia e l'Alaska su spinte indipendentiste filo Russe.


Per quanto difficile che l'Alaska di Sarah Palin segua il Cremlino, c'è da prendere questa cosa però molto seriamente, cosa che contribuisce a dare un quadro ulteriormente più chiaro dell'intera vicenda dell'organizzazione eversiva in Veneto e della campagna elettorale secessionista ivi stante.
Una cosa incentivata e accelerata anche dall'evidente crollo politico dei protagonisti del caso, Zaia e Lega in primis sulla falsariga di quanto successo anche in Crimea seppure in modo peggiore, come testimoniato da un parlamentare russo della Crimea in diretta tv ad un TG Russo negando de facto la tesi della propaganda di Putin e adducendo il peggioramento della crisi in Crimea alla perdita di consenso della vecchia leadership politica:


Non è un caso neppure il recente licenziamento di Scaroni dalla presidenza di ENI a favore di una nuova amministrazione. Nominato da Berlusconi prima all'ENEL e poi in ENI, Scaroni è stato più volte al centro di varie questioni inerenti i rapporti fra ENI e Gazprom.
Per quanto egli stesso in primis critico in alcune occasioni sugli eccessivi rapporti con Gazprom, l'ENI di Scaroni è in ogni caso divenuta quasi un'enclave di Gazprom nel cuore d'Europa, dall'espansione di Gazprom in Libia grazie ad ENI, al regalo di Artic Russia dell'ENI in Siberia sotto pressione di Putin che per “ringraziarci” aumentò il prezzo del gas, al SouthStream ecc., l'ENI di Scaroni stava consegnando nelle mani del Cremlino gli approvigionamenti energetici dell'Italia e di una parte dell'Europa almeno. Risibili quindi le scuse sulla criticata cessazione all'epoca di Artic Russia.

In altre parole Putin disse all'ENI in Siberia o vi prendete i soldi o ve ne andate senza niente come aveva fatto cacciando via altre aziende occidentali che dalla caduta dell'URSS avevano investito in Russia contribuendo alla crescita economica. Alcuni sono finiti anche in galera in Siberia dai rappresentanti della BP al noto investitore Russo Khodokorvki, principale oppositore economico e politico di Putin, arrestando con blande scuse e condannato a 10 di carcere in Siberia con tanto di denuncia di Amnesty International per persecuzione politica.. La sua compagnia fu “messa all'asta” e acquisita, o meglio dire, derubata dagli amici di vecchia data di Putin costituendo il colosso Rosneft.

Di recente Khodorkovski, rilasciato in occasione dei giochi di Sochi, dichiarerà a Kiev in Ucraina:



Altrettanto sospetta la decisione del mese scorso di accelerare la sottoscrizione dei contratti per la fornitura del gas con Gazprom. Scaroni dichiara di voler ottenere da Alexei Miller una quotazione che permetta ad Eni di concorrere sui mercati internazionali, tuttavia alla luce di tutto quello che sta succedendo, non vediamo perchè non riflettere maggiormente e approcciarsi con maggiore cautela. Questione simile anche per le trattative in Algeria dove manco a dirlo in concomitanza con la destabilizzazione del paese si affianca l'espansione di Gazprom nonché degli interessi cinesi...

Scaroni conferma che anche di fronte uno stop dei flussi dalla Russia non ci sarebbero problemi per l'Italia e l'Europa in breve, tranne l'est Europa più soggetto alla Russia, ma che la cosa diverrebbe problematica qualora si riducessero le importazioni da Algeria, dove però c'è lo stesso Gazprom appunto e Libia dove c'era ma ora persiste l'instabilità politica. Sulla presenza di Gazprom in nord Africa e gli eccessivi accordi con Eni, così come sui prezzi stellari del gas Russo degli anni precedenti Scaroni però tace... forse certi contrasti sono solo apparenti ?

Curiosa poi la sua dichiarazione sullo Shale Gas. Secondo Scaroni, non c'è e non si sa se c'è in Europa a coronazione di un'affrettata e secca dichiarazione recente di ENI nel negare l'eventualità di cercare Shale Gas anche in Italia. Peccato non sia vero che non c'è, tutt'altro, ne abbiamo parlato in precedenza per quanto riguarda l'Ucraina e in parte la Polonia e qui potete leggere tutte le motivazioni della guerra russa sul Declino di Gazprom e la Ricchezza dell'Ucraina:



Tornando un attimo indietro negli anni in un primo momento si è cercato di fare dell'Italia un hub energetico, posizione comprensibile, ma ci si è mossi in modo impacciato, a volte anche accattone, e certamente compromettendosi eccessivamente con Gazprom invece di continuare a cercare e sostenere le partnership occidentali. Non si trattava di chiudere col gas russo in totale, ma di procedere con buon senso e cognizione geopolitica che invece è mancata, certamente figlia anche di un'eccessiva ingenuità politica, e ben lontani i tempi di Pratica di Mare in cui si diede l'opportunità alla Russia di collaborare maggiormente con la NATO e la comunità internazionale entrando nel G8.

Il cambio ai vertici dell'ENI operato dal neo governo Renzi che incassa la visita e l'appoggio del presidente USA Obama, della Regina Elisabetta d'Inghilterra e della cancelliera tedesca Merkel, è quindi il normale epilogo della parabola discendente di Berlusconi dal 2008 ad oggi, anno in cui in un contesto di instabilità di governo fu presa l'avventata decisione di difendere eccessivamente il governo russo nell'aggressione della Georgia. Schema e modalità quelli georgiani simili a quelli in Ucraina.
In modo ancora più avventato, Berlusconi decide infine ad oggi di infognarsi letteralmente in una pessima campagna elettorale dai toni più estremisti e persino antioccidentali nel sostenere e corteggiare il voto delle posizioni filo russe e braccato anche va detto da un eccessivo accanimento giudiziario.

Un peccato che chi ha goduto anche di una certa amicizia dell'ex Presidente Americano Bush e dell'ovazione del Congresso USA, non sia riuscito a fare diversamente gravando de facto un certo isolamento in Occidente che riporta alla mente la politica estera di Mussolini che nonostante l'iniziale amicizia e stima dell'America, restò infine isolato e non gli rimase che l'alleanza con Hitler con buona pace di personalità come Balbo. Molto meglio sarebbe stato per Berlusconi ritirarsi alle Hawaii o in Texas rafforzando ad ogni modo l'amicizia e le partnership con gli Americani, aiutando così anche l'Italia dall'America e non trascurando ciò che l'analisi geopolitica da tempo suggerisce nei riguardi della Russia.
E' evidente che Berlusconi si è fatto coinvolgere dalla volontà politica che ha scelto di tenere in piedi l'inefficienza del sistema Italia, 80 senatori PDL non del PCI, bocciarono le liberalizzazioni proposte sotto il governo Monti, secondo vecchie modalità di fare politica che hanno affossato la nazione. E come scritto nello scorso articolo, alla fine si è scelto di portare avanti certi discutibili rapporti commerciali, pur di non fare le riforme, pur di non liberalizzare l'economia e mandando avanti l'indecenza industriale di questo paese incapace di competere a livello internazionale, tradendo peraltro il voto degli elettori.
Approposito di gas e petrolio, uno degli ultimi esempi è il monopolista SAIPEM azienda per la realizzazione di oleodotti in esclusiva per ENI, cacciata persino da quest'ultima dietro l'ennesimo scandalo tangenti italiano che l'ha investita per l'ottenimento di appalti, e che deve infine la sua sopravvivenza ai contratti con Gazprom visto che evidentemente non è in grado di competere con i colossi della trivellazione energetica e posatura gasdotti ed oleodotti internazionale. Speriamo di essere smentiti, ma una privatizzazione vera verso aziende occidentali è quanto mai auspicabile.

La stessa ENI dopotutto è divenuta un leviatano politico-burocratico da privatizzare da anni e ben lontano dalle originali intenzioni del fondatore Enrico Mattei per contribuire ad abbassare il costo energetico in Italia che invece è alle stelle, considerando anche ed è vero il costo delle tasse che ci gravitano sopra. ENI invero serve oggi la folle spesa politica italica con tutto quanto ne consegue.
In tal senso gli accordi con Gazprom non hanno apportato grandi vantaggi, ma anzi hanno contribuito ad egemonizzare le necessità energetiche continentali nelle mani di Mosca.

Sull'andamento dei prezzi internazionali del gas invece ne abbiamo parlato nell'articolo sull'Ucraina e in quello precedente sulla guerra del gas e dobbiamo solo ringraziare l'innovazione Americana per l'abbassamento dei prezzi negli ultimi anni.

Per il caso Italiano bisogna ricordare gli enormi costi che l'ENI ha sostenuto per l'acquisto di gas. A cominciare dalla tipologia di contratti stipulati così a buon mercato con Gazprom del tipo Take or Pay, ossia che prevede il pagamento di una quota minima anche se non consumata.... un ovvio ennesimo regalo a Putin nel contesto della diminuzione dei prezzi energetici così come dei consumi essendo stati gli inverni degli ultimi anni meno rigidi ossia più brevi e portando quindi una diminuzione della domanda di gas che per l'ENI vincolata a questi contratti non ci ha portato alcuna diminuzione di costi energetici, né tantomeno quindi di spesa pubblica. A poco servivano gli sconti concessi in via ufficiale all'ENI quando di fatto poi si era vincolati al Take or Pay e di fatto si restituivano a Gazprom...

E anzi ha comportato anche ritardi notevoli nella liberalizzazione del mercato così come nella diversificazione delle fonti energetiche, come ad esempio la sospensione del meccanismo di allocazione del trasporto gas per il 2011 come denunciato da Gas Intensive, associazione industriale che raccoglie in sé industrie pesanti ad alta richiesta energetica, come nel settore dell'acciaio, chimica, carta, ceramica ecc.

Eni si difese sostenendo che avrebbe migliorato le cose appaltando più quote. Una questione rilevante scrive all'epoca il Sole 24ore “..se guardiamo ai valori in gioco. Con l'allocazione delle capacità di trasporto del gas comprato in proprio sui mercati internazionali le imprese potrebbero colmare in parte o addirittura completamente (questo il presupposto che ha portato alla creazione del meccanismo) il gap di costi del metano rispetto ai concorrenti europei, risparmiando il 20% e oltre sulle attuali bollette. Eliminando così uno dei principali fattori che minano la loro competitività”.

Purtroppo ad oggi ENI e SNAM di fatto restano monopolisti dell'importazione e stoccaggio del gas in Italia compromettendo la leva nella flessibilità dei prezzi e ostacolando la diversificazione degli approviggionamenti favorendo de facto Gazprom. Complice in parte anche la sindrome di NIMBY che dice no a tutto in base alle più assurde motivazioni relegando la nazione quasi al medioevo se si volesse sempre dargli retta. Curioso però che fra tante moine contro la TAV finanziata dall'Europa, Francia in primis, il no ai rigassificatori per l'importazione ad esempio di gas Azero come di altri paesi e in un prossimo futuro anche Americano via mare, il no alla stazione radar del MUOS della NATO in Sicilia , il no al nucleare ecc, nessuno di questi protesti contro il SouthStream, davvero curioso... che dire almeno i gasdotti riusciamo a farli specialmente per comprare il gas russo di Putin. Ma forse sarebbe anche il caso di smetterla di farsi condizionare da politiche chiaramente avverse allo sviluppo, alla libertà e alla sicurezza nazionale dell'Italia.

Oltre all'Italia la Russia si muove anche in Grecia che dipende per il 60% dal gas russo e propone uno sconto del 15% e oltre in cambio della cessazione della DEPA, azienda energetica Greca. Ovvero propone la cessazione della Grecia alla Russia... di fatto sarebbe questo. E in un quadro che assume sempre di più i toni della guerra fredda. Quale altra nazione infatti produce gas in quell'area ? Manco a dirlo è l'isola di Cipro gravata dalla crisi delle banche, che va detto, hanno per anni pagato ingenti ed enormi interessi alla finanza degli oligarchi russi senza fare domande. Cipro che ha importanti giacimenti di gas e duramente contesa dall'URSS nei decenni passati arrivando allo scontro armato non ufficiale con la Turchia nella guerra di Cipro.
Oltre Cipro quindi l'acquisizione di DEPA ha lo scopo di contrastare la diversificazione energetica varata dalle politiche Europee, ponendo ostacoli non solo alla Grecia, ma anche a qualsivoglia passaggio di gasdotti e oleodotti dal Capsio verso l'Europa attraverso il mar Egeo imponendo le politiche di cartello del Cremlino che nonostante gli sconti vende il gas alla cifra stellare di 393 dollari per mille metri cubi a fronte del crollo dei prezzi sul libero mercato internazionale e verso cui Mosca spinge al rialzo come analizzato più in dettaglio nell'articolo sulla guerra del gas. Diversificazione delle fonti energetiche europee cui la Russia pone continuamente ostacoli come appunto la guerra in Georgia e ora in Ucraina. Se non è guerra questa, almeno fredda, quando lo è ? Quando avremo un carro T-90 fuori la porta di casa ?

Sono sempre più chiari invero anche in questo caso i veri obbiettivi di Mosca.

Troviamo quindi assai irresponsabile e discutibile qualsivoglia politica favorevole a cose di questo tipo per gettare la libertà della nazione nelle braccia del Cremlino and co... ancora una volta possiamo ringraziare le numerose basi NATO presenti in Italia così come la lungimiranza dei padri costituenti della Repubblica Italiana nel '48, De Gasperi in primis che sostennero con forza e decisione l'alleanza Americana.
La matrice della propaganda e disinformazione di origine Russa appare sempre più evidente ormai, per quanto si scontra o meglio si sostiene con la faciloneria di chi con molta superficialità finisce per sostenerla nei commenti online per una ragione o per l'altra.

Non è possibile però ignorare le conseguenze geopolitiche dell'intera vicenda per il nostro paese e non è possibile approcciarsi con faciloneria politica alla questione di certi investimenti russi in Italia e in generale in Occidente.

links:





Intervista TG Russo ad un parlamentare russo della Crimea:


Intercettazione degli ambasciatori russi.


La televendita delle pentole di Carlo Sandrin...