Debito Pubblico Italiano

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domenica 5 settembre 2010

Fini, Marx e la massoneria globalista

 Commento al discorso di Fini al raduni di Alleanza per l'Italia, neo partito di Rutelli del 4 Settembre 2010



Il discorso di Fini è ambivalente, da un lato parla di cose piuttosto giuste come la necessità di limitare lo scontro politico ad un sano confronto di idee per il bene comune del paese, dall'altro però porta idee lontane dai valori tradizionali della destra e del popolo conservatore e che tenta di mettere in bocca agli Italiani dando a loro le colpe di una mancata integrazione, come se dovessimo essere noi ad integrarci con gli immigrati che vengono qui e non il contrario. E' certamente vero che il confronto internazionale e gli scambi culturali e commerciali portino reciproco giovamento. Ma che forse in Italia siamo carenti di scambi culturali e commerciali ?  Nonostante i problemi che pure abbiamo evidenti, non direi proprio. Così come certamente non mancano ai Francesi, agli Inglesi, ai Tedeschi, agli Americani, ai Canadesi, agli Australiani e così via. Semplicemente tutto questo non significa però rinunciare alla propria identità, alla propria cultura ecc. Seppure avessimo una federazione liberale globale, come un giorno probabilmente avremo, è legge naturale degli uomini da centinaia di migliaia di anni, il ritrovarsi e raggrupparsi con i propri simili.

In realtà più che decidere fra la globalizzazione e chissà che cosa visto che c'è quasi una censura su ogni possibile alternativa alla globalizzazione, a questa globalizzazione, la scelta è fra i ghetti e gang sul modello Los Angeles oppure l'autodeterminazione dei popoli sul modello della Costituzione degli Stati Uniti, di cui pure Los Angeles fa parte ad ogni modo, che riconosce livelli importanti di autonomie e indipendenza anche alle comunità locali. Comunità locali indipendenti che si ritrovano federandosi intorno la bandiera e la costituzione USA per il comune interesse. Comune di chi ? Delle comunità locali, dei popoli e degli individui come indicato dalla costituzione, l'opposto della marxista aleatoria definizione di collettività e quindi del collettivismo moderno a cui assistiamo oggi.

Fini si chiede se la patria sia solo la terra dei padri  ? Se possa mai essere solo legata al territorio ? La patria è anche dove si è nati e soprattutto dove ci si integra e dove si rispetta il paese, dove ci si indentifica con la cultura di quel paese essendo quindi anche la nostra.
Se io voglio andare a vivere in una nazione, voglio potermi e dovermi meritare la cittadinanza di quella nazione perchè sia la mia patra, non voglio che sia un regalo. Sarò un cittadino di quella nazione, non un colono. Sudarmi la cittadinanza, significa accettare la cultura di quella nazione. Significa rispettarne l'identità, significa andare in quella nazione rispettando le persone che ci stanno, amando la sua cultura, farla mia, divenendo uno di loro pur senza necessariamente rinnegare le mie origini e la mia essenza, ma facendo di essa una nuova patria. Diversamente più che un cittadino, sarò un colonizzatore nel senso peggiore del termine o meglio un conquistatore.

I confini poi esistono, non fosse altro per la geografia naturale che da secoli ha determinato i confini fra i vari popoli europei e non solo. Basti pensare a cose come le Alpi o il Reno e il Danubio..
L'autodeterminazione dei popoli è un diritto fondamentale dell'umanità conquistato nei secoli e che certamente nessuno vuole sacrificare sull'altare della globalizzazione; è solo per questo che l'UE zoppica non perchè manca di coraggio, ma perchè è lontana dalla gente. E forse, paradossalmente, è persino meglio che sia così, caudicante perchè diversamente sarebbe una dittatura violenta e repressiva come è sempre accaduto nella storia con l'imposizione di certe ideologie più o meno vicine al socialismo internazionale di cui parlava Marx e prima ancora di lui entro certi gradi le logge massoniche del grande oriente del rito Menphis, tradizionalmente piuttosto anti-cristiane e anti ebraiche, che pure Marx conosceva e di cui frequentava i salotti, logge che pure spinsero nel nome di fanatiche ideologie i massacri della Rivoluzione Francese, le rivolte della comune di Parigi e così via... in modo diametralmente opposto a quanto accadde negli Stati Uniti dove infatti vi era una maggiore influenza dei valori Cristiani e dove seppure massoneria vi fu, fu quella del rito Scozzese antico, tradizionalmente filo-cristiana e giudeo-cristiana e dove pure ci si battè per la libertà,  i diritti e l'indipendenza di una nazione di individui.

Capire queste cose è fondamentale per capire le forze all'origine dello scontro nell' ambito della politica globale del 3° millennio. Seppure non vogliamo addentrarci nel discorso massonico è utile a capire perchè certe idee vengono sentite come molto più vicine alle ideologie di Marx piuttosto che della destra conservatrice tradizionale e anche l'elettorato meno addentro alla politica non potrà che sentire qualcosa che non va in certi discorsi.

E' ovvio ed è giusto adattarsi a quelle che sono le necessità dei tempi moderni, ma che tale necessità non sia erroneamente scambiata con la maschera della degenerazione sociale e culturale. La storia che è maestra di vita, ci ha già insegnato molte volte cosa questo significa e come abbia portato persino al crollo della più potente e avanzata civiltà dell'antichità all'origine della civiltà moderna: Roma.
In conclusione quindi, fra i cartelli di denuncia mostrati al suo discorso sul pesante allontanamento di Fini dalla sua stessa origine politica e quindi dal pensiero dell'elettorato di centro-destra, vien da chiedersi se il discorso di Fini sia rivolto realmente ai cittadini e al popolo, o piuttosto alle elite globaliste.

1 commento:

  1. Predominava nelle civiltà tradizionali l’elemento sovrannaturale, cioè lo spirito “concepito non come una astrazione filosofica bensì come una realtà superiore e come meta di una integrazione trascendente della personalità”, mentre nell’età moderna il razionalismo distruggendo il principio di autorità e negando ogni valore superindividuale consegnò la direzione della società al Terzo Stato e all’antica casta dei ‘mercanti’, moto regressivo che non può arrestarsi e che procede oggi verso il suo compimento che è la civiltà (o inciviltà) collettivistica del Quarto Stato.

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