Una nave militare
Iraniana ha aperto il fuoco e assaltato una nave mercantile degli
Stati Uniti mentre viaggiava in acque internazionali nello stretto di
Ormuz. La nave aveva la bandiera delle Isole Marhall, che fanno parte degli USA. Il Pentagono ha rivelato che il comandante del mercantile era
stato intercettato da forze iraniane che volevano costringerli ad
entrare in acque iraniane. Il comandante ha quindi lanciato un
messaggio di aiuto al comando navale USA nella regione per poi essere attaccato dagli Iraniani che attualmente presidiano il mercantile. 34 marinai
Americani sono attualmente in ostaggio. Una nave anfibia Americana ha
raggiunto la zona e inviato elicotteri militari in zona per osservare
la situazione.
Al momento non risultano
ufficialmente scontri diretti fra le forze militari USA e Iraniane, ma la tensione resta molto alta.
Alcuni giorni fa navi
del regime degli Ayatollah erano dirette verso lo Yemen per fornire
assistenza militare alle truppe paramilitari sciite, un eufemismo per
dire forze Iraniane, che hanno rovesciato il governo locale
minacciando però in modo molto chiaro anche la potenza Saudita.
L'Arabia Saudita negli ultimi mesi ha infatti risposto militarmente bombardando
l'avanza delle milizie filo iraniane verso il confine Saudita.
Nei giorni scorsi la
superportaerei nucleare Theodore Roosvelt di classe Nimitz, dopo aver
eseguito un' esercitazione con navi Israeliane al largo della Sicilia,
ha rapidamente raggiunto la zona al largo dello Yemen e attualmente
si trova nelle acque dell'Oman, un importante alleato strategico
nella zona il cui governo è moderato e di natura fortemente filo
occidentale.
L'arrivo della Roosvelt
ha indotto le navi Iraniane al ritiro senza che ufficialmente
risultino scontri a fuoco.
La pressione petrolifera
su nazioni come l'Iran degli Ayatollah e la Russia come pure il
Venezuela di Maduro, inizia a farsi sentire in modo piuttosto marcato. Il crollo del prezzo del
greggio a causa delle nuove tecnologie estrattive made in USA mentre
in Occidente porta svariati benefici a causa della riduzione del
costo dell'energia con buona pace di chi in ambito finanziario credeva il contrario, ha in questi paesi un effetto negativo in quanto economie inefficienti
centralizzate e fortemente dipendenti dalle attività estrattive. Attualmente oltretutto nello scenario attuale dobbiamo aspettarci un lungo periodo di prezzi del greggio contenuti e più bassi. Una situazione che Mosca e Teheran hanno tutta la volontà di cambiare.
Nel mese scorso con
buona pace dei tentativi di accordi di Obama sul nucleare Iraniano,
lo stesso Ayatollah dichiarava ufficialmente che gli Stati Uniti
d'America sono il nemico numero uno dell'Iran, concetto ribadito dai
cori dei sostenitori del regime che gridano morte
all'America.
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