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martedì 28 aprile 2015

BREAKING NEWS: IRAN attacca nave mercantile USA. Ostaggi.






Una nave militare Iraniana ha aperto il fuoco e assaltato una nave mercantile degli Stati Uniti mentre viaggiava in acque internazionali nello stretto di Ormuz. La nave aveva la bandiera delle Isole Marhall, che fanno parte degli USA. Il Pentagono ha rivelato che il comandante del mercantile era stato intercettato da forze iraniane che volevano costringerli ad entrare in acque iraniane. Il comandante ha quindi lanciato un messaggio di aiuto al comando navale USA nella regione per poi essere attaccato dagli Iraniani che attualmente presidiano il mercantile. 34 marinai Americani sono attualmente in ostaggio. Una nave anfibia Americana ha raggiunto la zona e inviato elicotteri militari in zona per osservare la situazione.
Al momento non risultano ufficialmente scontri diretti fra le forze militari USA e Iraniane, ma la tensione resta molto alta.


Alcuni giorni fa navi del regime degli Ayatollah erano dirette verso lo Yemen per fornire assistenza militare alle truppe paramilitari sciite, un eufemismo per dire forze Iraniane, che hanno rovesciato il governo locale minacciando però in modo molto chiaro anche la potenza Saudita. L'Arabia Saudita negli ultimi mesi ha infatti risposto militarmente bombardando l'avanza delle milizie filo iraniane verso il confine Saudita.
Nei giorni scorsi la superportaerei nucleare Theodore Roosvelt di classe Nimitz, dopo aver eseguito un' esercitazione con navi Israeliane al largo della Sicilia, ha rapidamente raggiunto la zona al largo dello Yemen e attualmente si trova nelle acque dell'Oman, un importante alleato strategico nella zona il cui governo è moderato e di natura fortemente filo occidentale.
L'arrivo della Roosvelt ha indotto le navi Iraniane al ritiro senza che ufficialmente risultino scontri a fuoco.


La pressione petrolifera su nazioni come l'Iran degli Ayatollah e la Russia come pure il Venezuela di Maduro, inizia a farsi sentire in modo piuttosto marcato. Il crollo del prezzo del greggio a causa delle nuove tecnologie estrattive made in USA mentre in Occidente porta svariati benefici a causa della riduzione del costo dell'energia con buona pace di chi in ambito finanziario credeva il contrario, ha in questi paesi un effetto negativo in quanto economie inefficienti centralizzate e fortemente dipendenti dalle attività estrattive. Attualmente oltretutto nello scenario attuale dobbiamo aspettarci un lungo periodo di prezzi del greggio contenuti e più bassi. Una situazione che Mosca e Teheran hanno tutta la volontà di cambiare.

Nel mese scorso con buona pace dei tentativi di accordi di Obama sul nucleare Iraniano, lo stesso Ayatollah dichiarava ufficialmente che gli Stati Uniti d'America sono il nemico numero uno dell'Iran, concetto ribadito dai cori dei sostenitori del regime che gridano morte all'America.


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