Debito Pubblico Italiano

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lunedì 28 giugno 2010

DLL INTERCETTAZIONI: controversie e falsità

Se dovesse passare il DDL intercettazioni così come è ora, IndipendenzaItaliana e milioni di altri siti molto probabilmente dovranno chiudere. Una norma al suo interno comporterebbe la quasi impossibilità di poterla eseguire. Il diritto di rettifica pensato per la stampa nel 1948, citato ed esteso nel DDL N. 1611, Art. 1, comma 29.

Parlando in generale di siti internet e di comunicazione telematica, include anche forum e blog. Il diritto di rettifica prevede l'obbligo per il proprietario come un blogger di rettificare il contenuto dietro richiesta di chiunque voglia inserire un commento di rettifica da apportare a fianco dell'articolo principale entro 48 ore, pena multe intorno ai 12.000 Euro.
IndipendenzaItaliana trova tale normativa estremamente lesiva del diritto di opinione e di parola, tanto più quando parliamo di blog e forum amatoriali  e non testate giornalistiche professioniste periodiche online. Basterebbe ad esempio un weekend di assenza, ma anche il mese di vacanze, per far chiudere un Forum o un blog che magari denuncia le truffe di una azienda truffaldina quando tale azienda richiede il diritto di rettifica nel periodo di assenza del blogger. E questo per tante varietà di situazioni.
La libertà di espressione non ha colore politico, è il fondamento stesso della libertà individuale e della democrazia, tanto che fu uno dei primi diritti universali riconosciuti.
Qualunque atto volto a scoraggiare la libertà di espressione, ove questa non sfoci nell'istigazione o favoreggiamento di atti criminali, è un attentato alla libertà del cittadino.

E' doveroso ricordare inoltre che blog e forum hanno già intrinseca la possibilità di aggiungere commenti in automatico e che le leggi vigenti sono già più che sufficienti per punire i casi di calunnia, incitazione al crimine ecc. ecc. su internet tanto quanto nella vita reale.
Riteniamo inoltre che sia inadatta anche la modifica proposta dal deputato del Pdl Roberto Cassinelli che estende il periodo di possibile implementazione sul sito della rettifica ad una settimana. Pur sottolineando l'attenzione e la sensibilità postavi dal deputato Cassinelli riteniamo sia cmq insostenibile richiedere ad un privato cittadino, l'obbligo di modificare un suo sito in tema di libertà di espressione, ove questa non comporti l'approvazione o incitazione di reati che non siano di opinione. Sarebbe un pò l'equivalente del controllo di quanto si dice per strada con i propri amici.

Ci rendiamo conto che blogger molto seguiti possano avere un certo impatto mediatico, ma riteniamo inutile l'aggiunta di una legge controversa e di difficile applicazione e interpretazione, che ledono la libertà di espressione, soprattutto se prendiamo poi siti completamente diversi come l'e-commerce che cmq rientra perfettamente nel DDL. E la riteniamo inutile soprattutto per quanto detto sopra, ossia che blog e forum hanno già un proprio dispositivo di aggiunta dei commenti in automatico e che la natura stessa della rete, non impedice cmq di diffondere la propria rettifica e il proprio commento anche altrove su altri siti senza per questo far venir meno il proprio impatto mediatico.

Si potrebbero addirittura creare uno o più siti terzi, per esempio ospitati nelle pagine delle principali testate online, che in qualità di Forum dia la possibilità a chiunque di pubblicare la propria rettifica online in automatico godendo così del massimo impatto mediatico. 
E' una proposta, ma non è vincolante, in quanto come detto prima la natura stessa della rete, dei motori di ricerca e del passaparola spesso "virale" della rete, rende persino piuttosto superflua tale e qualunque proposta in merito l'obbligo della rettifica.

Alla fine anche l'OSCE ha richiamato il governo sulla normativa attualmente in via di approvazione al senato poichè secondo quanto riportato da Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la liberta' dei media,  lede e minaccia la libera espressione e il giornalismo investigativo in particolare quello freelance e quindi libero e non soggetto a nessun tipo di controllo governativo. Non è un caso infatti che gli USA sono la patria del giornalismo freelancing considerato da sempre garanzia di democrazia e non è un caso forse che il DDL intercettazioni ponga un serio arresto al giornalismo investigativo riconducendolo sotto l'ala dell'ordine dei giornalisti, che rappresenta de facto in un modo o nell'altro un certo grado di controllo governativo dell'informazione.
Onestamente è opinione di chi scrive, che gli editori debbano essere liberi di assumere chi vogliono per scrivere i loro articoli e non semplicemente iscritti all'albo dei giornalisti.. idem per TV ecc.
Come per molte altre libere professioni, il giornalista dovrebbe al massimo solo prendere una p.iva e lavorare a libero mercato lasciando che sia esso a giudicare le sue capacità e non un ordine governativo...

Queste pagine, come saprà chi ci segue, per scelta preferiscono stare lontano dal gossip elettorale e politico interno, tuttavia la norma in questione pur partendo da un'idea legittima, ossia regolamentare le intercettazioni a strascino su cui vige quasi un vuoto normativo, si è via via "arricchita" di aspetti e articoli che definire controversi è un eufemismo e che minano anche la libertà di espressione.
Indipendenza Italiana rappresenta fondamentalmente il pensiero conservatore e di libertà del centro-dx anglosassone, un' indipendente di centro-dx nel quadro del panorama italiano. Di seguito quindi evidenzieremo quali ulteriori aspetti del DDL intercettazioni sono più suscettibili e importanti proprio per il pensiero conservatore e libertario di centro-destra di cui l'attuale governo ha sempre voluto farsi portatore per finire poi come piuttosto evidente, in una politica molto socialista e decisamente meno liberale...

Le fonti sono indicate sia nei link nell'articolo che come di consueto a fine articolo.
Nello specifico del tema intercettazioni possiamo dire da subito che il cuore della norma è come spiegato dal Ministro Alfano una via per impedire l'abuso delle intercettazioni e non il loro utilizzo come legittimo strumento di indagine.
Leggendo infatti il DDL è possibile vedere da subito come nel comma 10, la sostituzione dell'art. 266 del codice di procedura penale sull'ammissibilità delle intercettazioni, esse siano previste e ritenute legittimo strumento di indagine nei seguenti casi:


«Art. 266. - (Limiti di ammissibilità). – 1. L’intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche, di altre forme di telecomunicazione, di immagini mediante riprese visive e l’acquisizione della documentazione del traffico delle conversazioni o comunicazioni sono consentite nei procedimenti relativi ai seguenti reati:
        a) delitti non colposi per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
        b) delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni determinata a norma dell’articolo 4;
        c) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope;
        d) delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive;
        e) delitti di contrabbando;
        f) reati di ingiuria, minaccia, usura, abusiva attività finanziaria, abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del mercato, molestia o disturbo delle persone col mezzo del telefono, atti persecutori;
        g) delitti previsti dall’articolo 600-ter, terzo comma, del codice penale, anche se relativi al materiale pornografico di cui all’articolo 600-quater.1 del medesimo codice. »

In altre parole per tutti quei tipi di reato in cui l'intercettazione informatica, telefonica o ambientale è utile strumento di indagine. Il seguente paragrafo inoltre dice sì che vanno fatte nei luoghi dove si suppone si stia compiendo il crimine, ma che se dalle indagini emerge che possano essere utili a trovare prove o prevenire atti criminosi in luoghi diversi in sostanza si può chiedere proroga, eventualmente reiterabile di 3 giorni.

In precedenza viene fissato un tetto di 75 giorni circa, un mese più proroge di 15 giorni in 15 giorni, tutti non necessariamente contigui, ma anche sparsi per trovare qualsivoglia indizio di reato. Se dopo 75 giorni non emerge nulla, allora bisogna chiedere un permesso al tribunale distrettuale di 3 giorni in 3 giorni.
 Nel caso emergano indizi di reato, per esempio indagini per mafia ecc., il limite è di 40 giorni con proroghe, anche d'urgenza attuabili dal PM, di 20 giorni in 20 giorni anche non contingui.

Per altro applaudiamo la decisione di rimettere in generale il giudizio ad un giudice distrettuale e sulla linea della legislazione Americana, in modo da evitare locali arbitri e/o dispersione non solo delle risorse economiche, ma anche delle indagini verso fini di dubbia utilità oltre che  per tutelare la privacy dei cittadini.
Contestiamo allo stesso tempo però l'idea di impiegare in realtà un collegio di giudici distrettuali, anche se utile avere opinione condivisa, de facto esso rappresenta uno spreco inutile di risorse men che meno se pensiamo al carico di lavoro che i giudici devono portare avanti specialmente nel nostro paese. L'autorizzazione del giudice distrettuale è più che sufficiente.

In generale è possibile intercettare gli indagati o soggetti o luoghi di soggetti terzi che dalle indagini risultino possano essere a conoscenza dei fatti e che in sostanza siano implicati con il medesimo atto criminogeno.
In poche parole le indagini mediante intercettazioni per reati di associazione mafiosa o terroristica non vengono ostacolati dalla normativa.

Rimane solo il limite dei giorni, come per altro esiste anche negli USA che certamente non sono da meno nella lotta alla Mafia, al narcotraffico e al terrorismo. Quello che infatti in sostanza  il cuore della legge chiede è che le intercettazioni seguano un atto di indagine e non che lo precedano.... ossia che gli ispettori  di polizia in Italia tornino a fare pienamente il loro mestiere.

Su questo punto quindi non possiamo che essere d'accordo, tuttavia come sopra contestiamo invece tutti quegli aspetti controversi in tema di libertà di espressione e inoltre è più che contestabile anche la limitazione all'uso delle intercettazione ambientali o cimici. In generale non deve esserci nessun tipo di vincolo e se gli ispettori portano indizi o prove convincenti al giudice questi autorizzerà l'uso di intercettazioni per poter avere le eventuali prove definitive o cmq sia far maggior luce sulle indagini.

Crediamo che in questa forma non si leda nessun diritto di indagine, ma piuttosto si riporti la questione ai relativi organi di competenza come le forze dell'ordine. Ad ogni modo è stata molto apprezzata l'apertura del Premier sulla possibilità di migliorare, discutere ed emendare la legge ma cmq sia di approvarla riferendosi quindi alla sua parte principale.
SE questi aspetti controversi non verranno corretti, in Italia la libertà di espressione e anche la lotta alla mafia e al terrorismo potrebbero essere lesi.

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