Inquinamento e tumori ad Orta di Atella
Non è tutta Napoli certamente neppure tutta la Campania, ma una ristretta area a ridosso delle province di Napoli e Caserta, compresa fra 3 paesi, Acerra, Nola, Marigliano. Nominata come il triangolo della morte a causa della più alta incidenza di tumori della penisola a ritmi e livelli a dir poco allarmanti, è una zona dove nei decenni scorsi, sono stati sversati illegalmente tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici industriali del nord Italia e forse non solo dell'Italia. Perché ? Perchè la politica italiana, ma pure quella Europea in varie circostanze, non era riuscita a trovare un sistema efficiente ed economicamente sostenibile per lo smaltimento dei rifiuti tossici che contribuiva a mettere sempre più in discussione la competitività industriale e quindi “si rivolse” alle “mafie” del sud, ossia imprese per trasportare questi rifiuti altrove.
Sino agli inizi degli
anni '90 il più delle volte venivano spesso trasportate e poi
scaricate sulle coste della Somalia. In seguito quando scoppiò la
guerra in Somalia, Clinton venne a sapere che gli Europei andavano a
scaricare rifiuti tossici in Somalia e fece una sfuriata del tipo
“Ma come noi siamo lì a liberarli ! E poi siamo i primi ad
avvelenarli con i rifiuti tossici ? Come possiamo vincere in questo
modo ?” E infatti sappiamo come è andata.
In seguito almeno per
quanto riguarda il governo Italiano tali trasporti furono sempre più
scaricati in grossa quantità in tale zona nella periferia di Napoli
sino a divenire un vero e proprio Triangolo della morte.
Cadmio, Selenio, persino
scorie radioattive interrate con tutto il camion, in quella che è
una vera e propria bomba nucleare ecologica di cui ci parla anche il
commissario regionale Di Biase in merito al caso Resit la cui
intervista linkiamo in fondo all'articolo. E tuttavia le scorie
radioattive sono davvero l'ultimo dei problemi visto che basta poco
per schermarle... la cosa che maggiormente preoccupa sono i veleni
tossici e l'intossicazione chimica dell'aria e del sottosuolo a 30
metri di profondità dove i veleni industriali stanno intaccando
anche le falde acquifere. Allora ecco che parlare di bonifiche è
sempre parso anche a noi un eufemismo, becera e quanto tragica
propaganda volta a zittire l'opinione pubblica sulle reali dimensioni
dell'ecodisastro dove un direttore tecnico una volta in diretta TV su
Raiuno nella trasmissione “Porta a Porta” dopo i primi rilievi
aerei attraverso i tubi di sfogo della discarica, scappò di corsa
dal sito terrorizzato anche solo per aver respirato quell'aria per
qualche minuto e spiegando che chissà quali composti chimici tossici
possono aver formato tutte quelle sostanze li sotto.....
Non possiamo quindi che
essere daccordo col paragone fatto con Chernobyl, a cui il
sottoscritto ha sempre accostato la vicenda. Invero la prima cosa da
fare come capo del governo, è di mettere in quarantena militare
l'intera zona evacuando tutti gli abitanti, a cominciare dal paese di
Pianura accanto ad una delle discariche in questione e via via tutto
il resto.
I soldi in seguito andrebbero investiti oltre che per un sarcofago di cemento, in primis per nuove case a queste persone stimolando in questo modo anche il settore dell'edilizia.
Il governo deve poi
affrontare seriamente la questione dello smaltimento dei rifiuti in
generale e dei rifiuti tossici in particolare, prima di tutto
investendo di più in questo settore dove la spesa è piuttosto bassa
e ottimizzando la spesa pubblica in generale tagliando altrove e
combattendo la corruzione e gli sprechi.
Secondo ponendo dazi e
multe severe su tutti questi prodotti fatti da industrie che non
investono nello smaltimento dei rifiuti, non si curano della tutela
ambientale e dell'inquinamento così come della sicurezza sui posti
di lavoro e dello sfruttamento della manodopera, a cominciare dalle
industrie cinesi.
Diversamente inutile
prenderci in giro, non ci lamentiamo del modello dell'acciaieria Ilva
di Taranto, perché quello è il modello cinese contro cui le nostre
aziende devono competere e la risoluzione anche del problema
smaltimento e inquinamento passa tutta da qui.
L'America almeno già da
diversi anni ha messo ad esempio dei dazi sugli acciai cinesi e
limitato fortemente le importazioni di acciaio cinese. Noi invece
veniamo per l'ennesima volta immolati sull'altare degli accordi
Europei a favore di Germania e Francia anche se ormai il settore è
in contrazione anche lì. Beh forse è il tempo che le cose cambino.
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